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Quando Kendrick Lamar e Black Panther presero a schiaffi gli AC/DC e Iron Man

Quando Kendrick Lamar e Black Panther presero a schiaffi gli AC/DC e Iron Man

Siamo nel 2019, prossimi all’uscita nelle sale cinematografiche del film Marvel con più hype della storia: cos’è meglio fare, per ingannare l’attesa e riempire di contenuti la magnifica Cover Story di questo mese? Lanciarsi in ipotesi strampalate su Avengers: Endgame? Certo che no, ci sono persone nettamente più qualificate pronte a farlo. Spiegare come Disney stia cercando di conquistare il mondo intero? Non è il momento (lo sarà quando scongeleranno Walt Disney). Parlare di come una colonna sonora possa salvare un film come Black Panther e nel contempo scavare ancor di più la fossa ad Iron Man 2? Ma certamente!

A distanza di nove anni, rivedere il secondo capitolo con protagonista Robert Downey Jr. per poterne parlare qui è stata probabilmente la peggior scelta degli ultimi tempi. Guardarlo su un volo EasyJet, dall’alto dei miei 194 centimetri d’altezza, è stata la seconda peggior scelta degli ultimi tempi. Il volo è sembrato durare un’eternità, per non parlare dei ripetuti sbadigli che hanno coperto metà dialoghi, grazie alla noia che permea tre quarti del film, ma c’è stata una sola cosa che mi ha tenuto sveglio e attento per tutto il tempo, facendomi alla fine innervosire non poco. La maledetta colonna sonora, che ricordavo essere degli AC/DC e invece è tutt’altro.

Sì, Wikipedia dice che “Iron Man 2 è un album che contiene brani usati nella colonna sonora del film omonimo di Jon Favreau, ed è composto interamente da brani degli AC/DC”, ma è proprio qui che nell’intimo inizia non più ad esserci Chilly ma una turbomacchina motrice, e i motivi sono due. Il primo è che la partecipazione degli AC/DC è stata pubblicizzata in lungo e in largo ma i “brani usati nella colonna sonora” sono soltanto Shoot To Thrill e Highway To Hell. Il secondo è legato al fatto che l’album messo in vendita nei negozi, con in copertina la scritta gigante AC/DC e sotto Iron Man con War Machine in bella vista, è semplicemente un best of della band di Angus Young e soci. Trattandosi degli AC/DC, si accetta volentieri anche questo best of, però, alla fine, essendo presenti nel film soltanto due brani su quindici, quest’opera della band australiana, così come in generale la scelta effettuata da Marvel, è una pura, semplice e quasi senz’anima operazione commerciale.

Partendo da questo maledetto album, qual è quindi la ricetta perfetta per fare un film mediocre, anzi, brutto? Promuovete la presa per il culo della colonna sonora di cui sopra; mescolatela in un film che contiene soltanto una scazzottata divertente nella casa di Iron Man e uno scontro tutto sommato interessante con Mickey “faccio-l’accento-svedese?” Rourke [sì, è russo, permettetemi la licenza poetica]; condite il tutto con tanta noia e un Tony Stark simpatico quanto Gianluca Vacchi; guarnite il prodotto con canzoni inserite a caso dei The Clash, Daft Punk e altri nomi eclatanti della musica mondiale, giusto per fare un occhiolino in più ai fan. Ecco a voi Iron Man 2.

Il discorso però cambia se si prende in considerazione Black Panther, un film nel complesso buono, e la relativa colonna sonora, prodotta interamente da Kendrick Lamar. Qui il rapper di Compton ha creato un album da zero, prendendo molti spunti - sonori e non solo - dal film, e difatti l’album è commercializzato come “Music from and Inspired By”. Certo, deve piacere l’hip-hop, come comunque deve piacere l’hard rock parlando degli AC/DC, ma a prescindere dai gusti, Black Panther: The Album è, per usare un termine tecnico, tanta roba. Ma soprattuto ha una qualità principale: il film, se rivisto dopo un intenso e ripetuto ascolto della colonna sonora, rende molto di più. Gli spunti sonori presi da Lamar sì riconoscono chiaramente perché, all’interno del film, è possibile distinguere diversi suoni presenti nell’album della colonna sonora, a riprova del fatto che c’è stata un’effettiva collaborazione tra Lamar e il duo Ryan Coogler-Ludwig Göransson. Durante la visione del film, capita infatti spesso di riconoscere momenti come il finale di Bloody Waters, le percussioni di Opps o addirittura l’intera Pray for Me. Può sembra una cosa da niente, ma questo riconoscere distintamente una canzone o un determinato suono all’interno di un film fa sempre il suo effetto. Infatti, anche in Iron Man 2, all’attacco di Shoot to Thrill, il cuore inizia a battere più intensamente. Ma in quel caso l’inserimento un po’ acazzodicane lo si nota, facendo calare l’entusiasmo, mentre in Black Panther è tutto creato ed inserito con precisione e senno, rendendo la pellicola, tutto sommato, un buon prodotto.

Quindi, al contrario di quel maledetto film del 2010, Black Panther è, come direbbe il Mereghetti, un film da strapparsi le mutande? No, perché si tratta di un classico e semplice film d’azione con supereroi, senza una trama particolarmente avvincente o idee geniali e rivoluzionarie, però il successo al botteghino non è totalmente immeritato, grazie all’incredibile cura per i dettagli dal punto di vista visivo e sonoro. Non è alla fine un caso se la pellicola ha vinto tre premi Oscar, tra cui, guarda un po’ che strana coincidenza, quello per la miglior colonna sonora. Ah, sì, sempre per un altro puro caso, alla sua uscita, Black Panther: The Album è arrivato subito primo nella classifica Billboard 200. Wakanda Forever.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata agli Avengers, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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