Per il sottoscritto il mondo dei picchiaduro bidimensionali potrebbe tranquillamente restringersi a tre sole saghe: quella di Street Fighter, fortunatamente in ottima salute. Quella di The King of Fighters, recentemente tornata in salute con l'ottimo capitolo indicato dal numerale romano "XIII". E quella di Darkstalkers. Che purtroppo è comatosa. Eh si, perché sembra proprio che Capcom abbia seri problemi a rispolverare alcune delle sue saghe migliori. Fare un seguito di Strider ad esempio è fuori discussione. Per avere un nuovo capitolo di Ghosts'n Goblins c'è voluto un decennio. E picchiaduro richiesti a gran voce dal popolo dei picchiaduristi, come Darkstalkers e Rival Schools, restano nell'oblio. OK che una società non può continuamente rispolverare le glorie del passato, però, cavolo, un po' di soddisfazione ce la volete dare, ogni tanto? Ecco, una discreta quantità di tale soddisfazione viene iniettata nei videogiocatori di vecchia data da Darkstalkers Resurrection, compilation contenente i due migliori capitoli della trilogia - secondo e terzo, tanto il primo non conta - in un pratico package digitale che non occupa spazio sullo scaffale e si scarica in dieci minuti. Inizialmente mi veniva da dire "OK, meglio di niente", accecato dall'attesa per un reale quarto capitolo della serie. Ma poi ho collegato i fidi arcade-stick alla Xbox 360, avviato 'sto DarkStalkers Resurrection e iniziato effettivamente a percepire una sensazione picchiadurosa estremamente godereccia, colpevolmente ignorata da quando il povero Sega Saturn - console acquistata proprio per Darkstalkers - ha lasciato il salotto per motivi di spazio. http://www.youtube.com/watch?v=WqBhOMBDgCs
Eh già, perché DarkStalkers è invecchiato davvero bene. Terribilmente bene, oserei dire. Un picchiaduro di vent'anni fa che propone ancora oggi una giocabilità capace di sotterrare quella di molti suoi colleghi recenti e che addirittura, risoluzione permettendo, risulta ancora piacevole alla vista è qualcosa di semplicemente strepitoso. Eppure questo gioco lo fa. Anzi, "questi", dal momento che nella collection sono presenti entrambi gli episodi più recenti, comunque molto simili tra loro a livello tecnico (un po' meno a livello di contenuti, ma tra un po' ci arrivo). L'assenza del primissimo capitolo, per quanto poco giustificata in termini di "completezza", è comunque assai trascurabile, data la minore qualità del gioco rispetto ai due successivi.
Questi revival digitali hanno il doppio pregio di permettere il recupero di glorie del passato e di consentire a chi, come me, all'epoca non ha potuto recensire i giochi in questione di scatenare decenni di rabbia repressa, distillata e lasciata a invecchiare in botti di irrequietezza. Innanzitutto: cos'è Darkstalkers? Facile: è un classico picchiaduro a incontri. Potete descriverlo tranquillamente come "Street Fighter coi mostri" non sbagliereste di molto. I mostri in questione sono una splendida reinterpretazione giapponese del bestiario paranormale classico mondiale. C'è davvero tutto: i vampiri, l'uomo lupo, il mostro di Frankenstein, il mostro della laguna nera, la mummia. Ditene uno: c'è. Tutte le creature in questione sono passate per le abili mani dei disegnatori e degli animatori di Capcom, che, per la prima volta nel 1992, hanno prodotto massicci sprite a 16 bit per un proprio picchiaduro da sala. L'effetto allora fu strepitoso, forte anche di alcune fra le migliori animazioni mai viste in un picchiaduro bidimensionale.
http://www.youtube.com/watch?v=K6nBiwO3Oek
Le creature in questione si scontrano sfruttando il classico setup a sei tasti di Capcom, tre deputati ad attacchi coi pugni e tre a quelli coi calci, sebbene questa semplice differenziazione perda assai di significato in un gioco in cui i personaggi usano veramente di tutto per colpire gli avversari. I tipici movimenti come mezzelune e altre combinazioni permettono di attivare mosse speciali di ogni genere, mentre una barra che accumula energia durante gli scontri consente ai giocatori di scatenare le immancabili super-mosse. Insomma, c'è tutto quel che ci si aspetterebbe di trovare in un picchiaduro Capcom degli anni '90, con l'aggiunta di un sistema di combo davvero interessante, che richiede letteralmente di zig-zagare sui sei pulsanti per concatenare colpi di vario tipo. Tutti i personaggi hanno anche alcuni movimenti ausiliari che si attivano dando due colpetti in avanti o all'indietro sul joypad/joystick: c'è chi si tuffa in avanti, chi scivola via, chi improvvisa un jetpack e tanto altro ancora. La differenziazione dei personaggi è davvero enorme, sia in termini grafici che sostanziali, e questo porta alla necessità di un lungo percorso di apprendimento per imparare a giocare ad un picchiaduro soltanto in apparenza chiassoso e spensierato.
Entrambi i capitoli di Darkstalkers qui presenti offrono una profondità sorprendente e soprattutto avvolgente, che spinge a familiarizzare coi lottatori per addentrarsi nelle particolari meccaniche dei loro stili di combattimento. Fondamentalmente, quella di Darkstalkers è una serie di picchiaduro insospettabilmente profonda e tecnica. Proprio come in un capitolo della saga di Street Fighter, ciascun personaggio va analizzato e metabolizzato per essere appreso a dovere e casomai ci si volesse impuntare ad imparare ad usare per bene una manciata di lottatori, servirebbero almeno un paio di settimane soltanto per raggiungere un livello di utilizzo discreto. Per capire bene quanto a fondo possano venire sfruttati questi personaggi, suggerisco la visione dei video dedicati, forniti da Capcom stessa per approfondire ciascun lottatore.
L'aggiunta del gioco online è un complemento eccellente per questa mini-collezione ed è implementata piuttosto bene, con le classiche classifiche online e un net-code abbastanza solido. I server, al momento della stesura di questo articolo, sono sufficientemente popolati e su Xbox LIVE non si aspetta più di una manciata di secondi per incontrare un avversario. Da sottolineare anche l'eccellente colonna sonora di entrambi i giochi, evocativa e ricca di differenti melodie che accompagnano gli scontri: sicuramente uno fra i picchi creativi della produzione di Takayuki Iwai.
Purtroppo, nel processo di trasposizione gli sviluppatori hanno effettuato alcune scelte poco comprensibili, specialmente in relazione a DarkStalkers 3/Vampire Savior: i tre personaggi assenti nella versione arcade (Donovan, Phobos/Huitzil e Pyron), e successivamente re-inseriti in Darkstalkers 3 su console, risultano di nuovo assenti, impedendo così a questa collection di includere un gioco con il roster completo di lottatori. Una scelta "pigra" da parte di Capcom, che anziché provare a proporre un pacchetto "definitivo" (magari con la possibilità di selezionare per ogni lottatore quale "versione" utilizzare) si è limitata a fare il compitino facile facile, ignorando quanto già proposto su console in passato e buttando quel minimo di aggiunte che era lecito attendersi, come i filtrini grafici e un sistema di mini-sfide abbastanza fine a se stesso.
Il numero che vedete qui sotto, a fine articolo, è innanzitutto rivolto alla qualità intrinseca dei due giochi, alla loro splendida capacità di resistere allo scorrere del tempo e ad un cast di personaggi tra i più belli mai apparsi in un beat'em up. Di certo non alla quantità insufficiente di impegno profuso da Capcom nel rispolverare pigramente ("resuscitare", alla luce dei fatti, è un parolone che terrei per qualcosa di più "corposo") una delle sue migliori produzioni di sempre.
Mi sono comprato il gioco di tasca mia e ho organizzato un paio di serate con amici & arcade stick per celebrare il ritorno di Morrigan e compagni. Ho scelto di comprarlo su Xbox 360 per una serie di motivi, tra cui la presenza in casa mia di due arcade stick per tale console pronti all'uso e la speranza che Microsoft mantenga la retrocompatibilità dei giochi Xbox LIVE Arcade sulla prossima console (ah, l'ingenuità... ).