Chiunque si intenda di picchiaduro 3D sa che di saghe basate sulle arti marziali ce ne sono basilarmente tre: Tekken, Dead or Alive e Virtua Fighter. Volevo fare una catalogazione spannometrica da niubbi, potremmo dire rapidamente che la prima è quella con le combo chilometriche e un sacco di juggle. Che la seconda è quella coi contrattacchi e le tettone. E che la terza è quella difficile. Quella in cui perdi con tre botte ben assestate. E che ha dato vita al genere. Ecco. Il qui presente Virtua Fighter 5 Final Showdown è la quarta iterazione di Virtua Fighter 5, che a sua volta è la quinta iterazione della saga di picchiaduro 3D più tecnica di sempre. E dopo questa direi che buona metà dei lettori è tornata a guardarsi le combo di Tekken o le tette di Dead or Alive. Poco male: chi è seriamente interessato al "nuovo" Virtua Fighter è sicuramente rimasto, non fosse altro che per capire dove sto andando a parare. http://www.youtube.com/watch?v=FnSS4YsEm2E
Nata nel 1993 sotto la geniale guida di un certo Yu Suzuki, la serie si è sempre contraddistinta per un sistema di controllo particolarmente semplice, bastato su soli tre pulsanti: uno per i pugni, uno per i calci e uno per parare. Questi, uniti alle ovvie combinazioni con i movimenti del joystick o a pressioni simultanee di più tasti, danno vita al repertorio di mosse di ciascuno dei venti lottatori disponibili. Si, venti, ovvero tutti coloro che sono comparsi nella serie dal 1993 ad oggi, incluse le "ultimissime" new entry come Jean Kujo ed Eileen. C'è di tutto, dai karateka ai lottatori di sumo, passando per wrestler e ninja. Come da tradizione della saga, ogni lottatore è dotato di uno stile distintivo che viene ben rispettato dal set di mosse in dotazione. In Virtua Fighter, più che in altri picchiaduro, il concetto di "debole ma veloce" o "lento ma potente" viene tradotto in coerenti soluzioni di design delle mosse.
Se si va ad osservare una delle move-list dei personaggi di Virtua Fighter 5 Final Evolution, si rischia di rimanere quantomeno perplessi di fronte alla marea di differenti colpi che quei tre pulsanti possono scatenare. Sopratutto, ci si domanda a cosa possano servire tutte quei pugni, calci, gomitate, spallate e capocciate così apparentemente simili e magari neppure concatenabili in una bella "combo" con capriolona finale. Poi si iniziano a scoprire i sotto-sistemi del gioco, i contrattacchi, le schivate... insomma, si "apre" un mondo. È qui che giace la famigerata profondità di Virtua Fighter, quello strato di difficoltà nel padroneggiare davvero i personaggi che permea tutto il gioco, ogni singolo lottatore, richiedendo al giocatore di studiare, apprendere e applicare. Giocare con Virtua Fighter 5 significa assestare qualche breve combinazione di colpi all'avversario cercando di non prenderne altrettanti. Saper giocare con Virtua Fighter 5 significa invece conoscere il tempismo di ogni singola mossa, apprendere contrasti e priorità e sfruttare ogni minima apertura della difesa del nemico per ficcarci dentro un colpo (magari due?) capace di rimuovere un bel pezzo della barra di energia dell'avversario. Sotto questo aspetto, Virtua Fighter è, tra i picchiaduro arcade tridimensionali, quello che si avvicina di più al feeling di un vero incontro di arti marziali.
Virtua Fighter 5 Final Showdown ripropone praticamente tutti i contenuti delle precedenti versioni di Virtua Fighter 5, ottimizzando ulteriormente il gioco online e limitando al tempo stesso i componenti per singolo giocatore. Ad esempio, il divertente Quest Mode delle uscite precedenti è stato rimosso e ci sono ben pochi elementi da "sbloccare" giocando da soli. Anche perché gran parte degli elementi di personalizzazione estetica dei vari lottatori non si può ottenere giocando ma va invece acquistata pagando moneta sonante tramite appositi pacchetti dedicati ai personaggi. Per la serie: Sega inizia a sentirsi a suo agio nel mondo delle microtransazioni. Come dunque potrete sospettare, Virtua Fighter 5 Final Showdown è una versione del gioco appositamente studiata per il multiplayer, dotata degli ultimi ritocchi provenienti dal recente passaggio del videogame in sala giochi e dunque priva di particolari cotillon. Il modo migliore per "sfruttare" questo videogame è sfidando qualcuno offline o su Xbox LIVE. Per ricoprire degnamente questo ruolo e al tempo stesso non fare scappare via urlando i giocatori alle prime armi con la serie di Virtua Fighter, questo nuovo capitolo presenta un eccellente tutorial che parte dalle basi e spiega via via come giocare, dove focalizzare la propria attenzione e come fare a ottenere il meglio dai personaggi: un ottimo instradamento verso la vera profondità di Virtua Fighter, qualcosa che tutto sommato nelle precedenti versioni mancava.
A livello tecnico il gioco propone un aspetto visivo gradevole e sempre fluidissimo, privo di particolari vette di eccellenza ma comunque notevole in termini grafici e stilistici. È Virtua Fighter e si nota, specie per l'uso acceso dei colori. L'accompagnamento sonoro rielabora quanto di buono la serie ci ha fatto ascoltare risultando ricco e adeguato a quanto accade su schermo, compresi gli effetti sonori old style e i vocalizzi ovattati in stile altoparlante da cabinato di sala giochi. Il rapporto qualità/prezzo è abbastanza devastante - in senso squisitamente positivo - poiché per una quindicina di euro scarsi ci si porta a casa uno dei più profondi picchiaduro di sempre, con in allegato una vera e propria "scuola" per apprendere finalmente a giocare a Virtua Fighter - casomai vi fosse sfuggito negli ultimi vent'anni. In caso vi facciate rapire dal vizio di questo picchiaduro targato Sega potreste trasformare la vostra console in un mero cabinato arcade di Virtua Fighter 5 Final Showdown per qualche buon mesetto. Dovrei a questo punto assegnare un voto a questa bella proposta di Sega - probabilmente il loro miglior prodotto da un annetto a questa parte, facendoci due rapidi conticini - ma credo che un mero valore numerico non renda granché giustizia a ciò che è annidato in questi due gigabyte di download. Gli do un otto e mezzo, sottraendo dalla perfezione del 10 mezzo punto per l'esperienza single-player tutto sommato limitata, mezzo per la cupidigia dimostrata coi DLC e mezzo perché, sebbene sia un po' doloroso ammetterlo, la saga inizia a dimostrare qualche annetto sul groppone senza proporre in effetti sfavillanti aggiornamenti. Forse per questo è rimasta così bella da giocare?
Ho giocato sin dal 1993 la saga di Virtua Fighter e ho trascorso qualche bella oretta con Virtua Fighter 5 Final Showdown, mazzolandomi con gli amici (ma anche un pochino online). La recensione è stata effettuata su Xbox 360, usando due arcade stick Hori EX2. Ah, relativamente al preambolo dell'articolo, onde evitare equivoci, apprezzo tantissimo la serie di Dead or Alive (reputo tuttora il 4 uno dei migliori picchiaduro di sempre) e apprezzavo molto quella di Tekken, per lo meno fino al terzo capitolo. E no, Soul Calibur non lo cito perché c'ha le spade. Ecco.