Sin dai primissimi annunci, l'intenzione di Sony è stata piuttosto chiara: battezzare il debutto di Vita con una line up tanto fornita quanto convincente (per lo meno in ottica occidentale, via...), cercando di non perdere tempo con inutili software fuffa ed anzi partendo in quarta con IP di indubbio richiamo. E così, tra un FIFA in forma smagliante, un sempre gradito Rayman Origins e soprattutto un nuovo capitolo di Uncharted espressamente dedicato alla fruizione portatile ed il ritorno dell'indiscutibile WipEout, si è sin da subito aperta la caccia all'inevitabile must-have (coi pronostici chiaramente sbilanciati a favore di quel tombarolo pluriomicida di Nathan Drake!).
Peccato che ancora una volta sia arrivata, dirompente ed inattesa come un rutto in chiesa, la sorpresona: contrariamente alle attese la star dello show a questo giro non è infatti uno dei soliti noti, bensì un outsider.
Oddio, visto il soggetto in questione non proprio l'ultimo degli stronzi eh, ma sempre e comunque un outsider: Lumines Electronic Symphony, il quarto capitolo del puzzle game targato Q? Entertainment che già furoreggiò e creò - giustamente - scompiglio 7 anni fa, al debutto di PSP.
Insomma, corsi e ricorsi storici, all'insegna della sinestesia e di un modo di giocare magari meno avveniristico di tante altre proposte tutte polycount spintissimo e feature all'ultimo grido, ma goduriosamente concreto console alla mano.
Perché poi, alla fine, è sempre e solo questione di divertimento, alla facciazza di touch, retro touch, 3G, 3D e blablabla. E allora, provare per credere: vi basteranno un paio di cuffie e una copia del gioco per entrare in una dimensione mesmerizzante in cui suoni e colori si intrecciano e si influenzano gli uni con gli altri, in un autentico trip audiovisivo in grado nientemeno che di estasiare.
In termini prettamente ludici, si è saggiamente deciso di non intervenire su una meccanica consolidata negli anni e funzionante a meraviglia ancora oggi: il cuore di Lumines resta insomma sempre il medesimo, con i consueti blocchi bicolore da incastrare in conformazioni quadrate, la barra orizzontale che si muove a tempo di musica pulendo lo schermo, le skin, la colonna sonora dinamica e l'orgasmico bagaglio di lucine ed effetti flashosi (resi comunque ancora più flashosi e ammalianti per l'occasione, giusto per non farsi mancare davvero nulla...) che contraddistingue sin dagli albori questo sontuoso Tetris formato Mizuguchi.
Non mancano ad ogni modo novità abbastanza marginali ma tutto sommato degne di nota. La prima, di carattere squisitamente tecnico, riguarda la natura dei blocchi, che sono renderizzati per la prima volta in 3D: la differenza rispetto al passato è in realtà (volutamente) quasi impercettibile, anche se nel caso di alcune skin l'effetto della dimensione "poligonale" c'è e si vede. Un'altra rilevante new entry è sostanzialmente legata agli avatar: fino a ieri soltanto icone fini a loro stesse e oggi arricchiti di speciali bonus, determinanti qualora si desideri ambire a punteggi di una certa portata.
Da segnalare anche la ristrutturazione dei blocchi Chain (ora più immediati nell'innescare catene di elementi della stessa tonalità) e l'introduzione di una nuova tipologia di power up denominati Blocchi Caos, che modificando randomicamente il colore dei pezzi già presenti sullo schermo potranno rivelarsi in maniera del tutto casuale tanto alleati preziosi quanto autentici ostacoli. Così, giusto per aggiungere un po' di pepe all'elegante gameplay quasi matematico del caro vecchio Lumines.
Last but not least, due feature che derivano in maniera a dir poco evidente dalle caratteristiche hardware e dalla filosofia di PS Vita: un odioso e inverosimile controllo esclusivamente via touch ed una modalità (battezzata World Block) di chiara ispirazione social, in cui gli utenti di tutto il mondo si troveranno a collaborare per cancellare quotidianamente tot quadrati. Niente di epocale, sia chiaro, anche se il concetto di co-op su scala globale ha sempre il suo perché, specie se applicato a una dimensione portatile.
Al di là di tutto è l'insieme a risultare ipnotico e seducente come non mai: a un impatto visivo monumentale (e in alcuni casi addirittura talmente invitante per gli occhi da distrarre dalla schermata di gioco stessa!) si accompagna infatti una soundtrack stellare, che spaziando dall'elettronica alle sonorità caraibiche riporta la serie a uno standard non soltanto formidabile, ma assolutamente paragonabile agli indimenticati fasti dell'episodio originale.
Gli incontentabili potrebbero lamentarsi del costo forse leggermente elevato, ma la realtà è piuttosto semplice: Lumines era ed è - oggi più che mai - un autentico capolavoro. Possedere una PSVita e lasciarsi sfuggire la sinfonia elettronica orchestrata da Q? Entertainment sarebbe a dir poco delittuoso: mettetevi comodi e preparatevi a partire per un viaggio che non dimenticherete facilmente.
VOTO: 9,5