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Nami Yo Kiite Kure! ti fa scappare sulle onde radio

Nami Yo Kiite Kure! ti fa scappare sulle onde radio

Sì, lo so che la Cover Story sull’escapismo era il mese scorso, ma tanto non è la prima volta che arrivo in ritardo sul tema del mese ed ho pensato che, se faccio un collegamento, magari il giopep mi pubblica l’articolo, ora che la serie è appena iniziata su VVVVid, in quasi contemporanea con il Giappone.

Traducibile in Wave, listen to me! ma tradotto fuori dal Giappone, per motivi astrusi, nel più banale Born to be on air!, Nami yo kiitekure! è l’adattamento anime dell’omonimo manga umoristico di Hiroaki Samura.

Primo trailer ufficiale… in giapponese.

Qui ci sarebbe da fare un inciso su Hiroaki Samura, il mangaka che in Italia abbiamo conosciuto per L’immortale (Blade of the Immortal per il mercato angolofono, altra traduzione “ad katzo” del titolo originale Mugen no juunin, ovvero L’abitante dell’infinito. Davvero, a volte mi chiedo di cosa si facciano gli editori.).

Il raffinato L’immortale, il manga disegnato da Dio, con una sensibilità estetica ed una capacita tecnica superiore, che rifiutava retini, pennini e chine nette, carne e sangue del manga “mainstream”, per tornare a un tratto sgranato e denso misto di matite, spruzzo e pennello.

Quel tipo di manga, L’immortale di Hiroaki Samura, che sbatti sotto il naso di un conoscente che ti dice “ma leggi ancora fumetti”, con un sorrisetto sprezzante.

Ah, la sensibilità artistica e la carica drammatica di Hiroaki Samura!

Secondo me, Hiroaki Samura è pazzo.

Pazzo! Vi dico! (Illustrazione da L’immortale).

Lo dico nel senso più positivo che si possa dare a una frase del genere e sapendo che le possibilità che lo legga e che, conseguentemente, i miei resti mortali terminino la loro esistenza nel suo freezer sono minime. Ma, davvero, secondo me è pazzo!

Ho sempre visto qualcosa di ossessivo nel suo fingere di voler fare un dramma chambara (genere in cui persone si ammazzano male con la spada) quando era evidente che quello che gli interessava era disegnare donne di una bellezza banale e inquietante.

E folle.

Dalla prima all’ultima, le donne che compaiono ne L’immortale sono delle belle ragazze, non delle gnocche stratosferiche, ma più il genere che guardi con piacere senza farti accorgere e poi trascuri. Non fosse che poi incroci il loro sguardo e nel fondo di uno sguardo limpido cogli la follia. E sei fregato: non stacchi più gli occhi e preghi solo che la follia che hai incontrato sia del tipo “scendo dal letto sempre da un lato e inizio a pittarmi le unghie sempre dal dito più piccolo” e non “mi nombre es Iñigo Montoya…”.

Non a caso, una fra le sue opere più recenti, Die Wergelder, ha tra LE protagoniste una bella, ma non bellissima, donna che in una scena si presenta recitando l’anatema de La regina della notte:

La vendetta dell'inferno ribolle nel mio cuore,
morte e disperazione fiammeggiano intorno a me!
Se tramite te Sarastro non proverà le pene della morte,
non sarai mai più mia figlia
Ripudiata tu sia per sempre,
Abbandonata tu sia per sempre,
Distrutti siano per sempre
Tutti i legami della natura
Se Sarastro non sbiancherà per mano tua!
Ascoltate, dèi della vendetta, ascoltate il giuramento di una madre!
(Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen - Il Flauto Magico
W.A. Mozart/E. Schikaneder)

E poi ammazza malissimo una mezza dozzina di comparse.

Non a caso, è uno fra i pochi autori manga rinomati ad aver pubblicato sotto suo nome un volume di illustrazioni ero-guro (solo il fatto che io conosca l’esistenza del termine e del volume potrebbe essere fonte di imbarazzo per chi mi conosce). Forse anche perché tanto chiunque avrebbe capito che era lui l’autore, vista la passione che mette in ogni disegno.

Vista la follia.

Insomma, Hiroaki Samura, per me, è folle. E ama e rispetta le donne ed è evidentemente convinto che non ci sia dolore, non ci sia umiliazione che possa cancellarne la bellezza (purtroppo vale solo nel mondo disegnato).

E fra tutte le donne, ama sopratutto quelle folli, tragiche o divertenti che siano.

Secondo trailer ufficiale… sempre in giapponese.

Solo un folle poteva quindi pensare a un manga in cui una bella, ma non bellissima, ragazza, che fa il mestiere decisamente poco emozionante di cameriera in un curry-restaurant di Sapporo, con l’attitudine a farsi centinaia di “viaggi” al secondo, la loquacità di una mitragliatrice e la fortuna in amore di un maschio di mantide religiosa, diviene, per i maneggi di uno spregiudicato ex producer televisivo, la star emergente di una radio locale.

Un manga su questo.

Un fumetto.

Senza audio.

Come prevedibile, il manga, arrivato anche in Italia, l’ho trovato divertente ma certamente non dirompente. Per un giapponese, immerso nella cultura radiofonica patria e magari anche in grado di apprezzare le battute che coinvolgono gli abitanti di Sapporo e quelli di Shizuoka, avrà sicuramente avuto dei valori aggiunti, ma per un lettore italiano era appena divertente.

Ma tanto, alla fine è il pubblico giapponese che conta (anche come meri numeri) e, a quanto sembra, Nami-yo kiitekure! ne ha tirato su abbastanza da meritarsi la promozione a serie anime, curata da Sunrise, poi la distribuzione Funimation e quindi l’arrivo, sottotitolato, in Italia.

E, cacchio, è esattamente come doveva essere.

Da un punto di vista di mera produzione, siamo sui valori “industriali” classici e già da subito possiamo toglierci dalla testa la raffinatezza e la potenza grafica del tratto di Hiroaki Samura; ci sono poi alcune sequenze in computer graphics che si possono giustificare solo pensando che in Giappone la grafica dei videogiochi 3D di fine anni Novanta sia considerata “cool”.

Vabbe, dai, almeno nella sigla finale, un po’ di Samura c’è.

Soggetto e sceneggiatura sviluppano quella che è una semplicissima sit-com, solo con personaggi disegnati invece che attori.

E qualche ripresa esterna in più.

Disegnata perlopiù con una CG dimmerd…

Ma tutto questo non importa, perché c’era una cosa che il manga non poteva avere e che qui hanno capito che NON POTEVANO SBAGLIARE: il sonoro. E non lo hanno sbagliato.

Nami-yo kiitekure! mette in campo un cast di voci che calzano i personaggi e interpretano i tempi e gli spazi comici alla perfezione. Su tutti, poi, spicca la sorpresa Riho Sugyama, una doppiatrice con pochissimi ruoli all’attivo e un solo altro da protagonista, che qui si carica sulle spalle l’ingombrante personaggio principale di Minare Koda e, semplicemente, spacca tutto.

Smitraglia parole, cambia registro, urla, implora, boccheggia, maledice con una forza e un divertimento tali che sono convinto che un ascoltatore potrebbe ridere persino solo ascoltando i dialoghi e non capendo una benemerita ceppa di Giapponese (potete fare l’esperimento con i due trailer, se ci tenete).

Degna di menzione anche la ottima sigla d’apertura, che sul climax dell’azzeccato pezzo pop Aranami dei Tacica, ha pure la faccia tosta di mettere un “launch montage” che, sia applicato al lancio della Yamato, dello Shuttle o di un programma radiofonico, a me gasa sempre.

Sono una mente semplice.

Ah, no?

Concludendo: al momento, con poche puntate all’attivo, per me questo anime è un grosso SI’. Andatevelo a guardare su VVVVid, sostenete lo streaming legale, sostenete l’animazione divertente, sostenete le radio locali.

Di Sapporo.

Sto seguendo Nami-yo Kiitekure! - Wave, Listen to me! in quasi-simulcast su VVVVid. Se vi piacciono le trentenni biondo tinto di Sapporo con la personalità di un candelotto di dinamite e la voce di una valanga, fatelo anche voi.

Disney Club! | Cover Story

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