I platform degli anni novanta che non ce l’hanno fatta
Ogni generazione di console ha avuto uno o più generi videoludici di riferimento che ne hanno caratterizzato il ciclo vitale. Per quanto riguarda la gloriosa generazione dei 16 bit, oltre ai picchiaduro (uno contro uno e a scorrimento) e ai giochi di ruolo, il genere dominante è stato senz’altro quello dei platform.
Superfluo ribadire che, oltre ai giochi con protagonisti Super Mario e Sonic, quella generazione ha visto una quantità industriale di titoli che, per un motivo o per l’altro non hanno sfondato, nonostante avessero, alla base, le caratteristiche principali dei titoli di riferimento del genere: un protagonista simpatico che potesse piacere ai più piccoli, una damigella da salvare, un cattivone da eliminare, e mondi bizzarri da esplorare correndo e saltando senza sosta.
Cercare di ricordarli tutti è un po' impossibile, sia perché sono davvero un’infinità, sia perché molti di quei titoli sono tie-in sviluppati su licenza (personaggi Disney, Looney Tunes e via dicendo), quindi ho selezionato quelli più interessanti con un protagonista originale (dunque niente adattamenti da cartoni animati e simili) che hanno cercato di ritagliarsi il loro quarto d’ora di celebrità, con la flebile speranza di proporsi come valida alternativa al baffuto idraulico italiano e al porcospino blu.
Aero the Acro-Bat
Sviluppato da Sunsoft e pubblicato nel 1993, il gioco vedeva come protagonista il pipistrello rosso Aero, artista circense, impegnato a difendere il circo da Edgar Ektor, un clown malvagio. Il gioco vantava quattro mondi composti da cinque livelli ciascuno, da superare per arrivare alla fine. Il simpatico pipistrello fu protagonista di un seguito l’anno successivo, intitolato con molta fantasia Aero the Acro-Bat 2, nonché di uno spin-off, Zero The Kamikaze Squirrel.
Boogerman
Prendete Batman, trasformatelo in un eroe dall’aspetto ridicolo e soprattutto volgarotto, e avrete Boogerman. L’eccentrico miliardario Snotty Ragsdale, trasformatosi nel suo alter ego Boogerman, viene risucchiato nella dimensione X-Cremento (il nome è tutto un programma). Inutile dire che il nostro eroe avrà a che fare con decine di nemici da eliminare, ehm, a suon di rutti e peti. Nonostante il buon riscontro della stampa specializzata dell’epoca e il suo humor scorretto, Boogerman non godette mai di un seguito, anche se nel 2013 gli ideatori del personaggio tentarono di finanziare – senza successo – un nuovo gioco grazie a una campagna kickstarter.
Chuck Rock
Su questo titolo ho scritto un ospizio dedicato non molto tempo fa, per chi non avesse voglia di recuperarlo, la faccio breve: Chuck Rock aveva come protagonista un panciuto uomo delle caverne che doveva salvare la propria amata, Ophelia Rock, dal cattivone Garry Gritter. Il gioco diventò un piccolo cult, tanto che Chuck Rock divenne la mascotte ufficiale di Core Design prima dell’avvento di Lara Croft.
Dynamite Headdy
Il burattino Headdy deve salvare il mondo dal malvagio King Dark Demon, e per farlo dovrà usare, letteralmente, la testa. Infatti Headdy può lanciare la propria testa contro i nemici per sconfiggerli e usarla per muoversi su vari piani e trascinare oggetti. Il buon livello tecnico e l’originalità del gioco permisero al titolo di ricevere pareri ampiamente positivi. Dynamite Headdy venne indicato come uno dei migliori titoli per Mega Drive, e incluso in diverse raccolte di classici per la console Sega.
Earthworm Jim
Jim, un comune lombrico, si infila all’interno di una tuta spaziale dotata di poteri speciali e si trasforma in una creatura antropomorfa dall’aspetto umano. La necessità di salvare l’ennesima principessa rapita e di scappare dal cacciatore di tagli spaziale Psy-Crow farà intraprendere a Jim un’incredibile avventura che lo porterà a visitare mondi alieni. Earthworm Jim è senza dubbio uno dei platform più divertenti degli anni Novanta, anche grazie alla sua demenziale ironia. Dopo Earthworm Jim 2 e Earthworm Jim 3D per N64, il simpatico vermone stava per ritornare con un quarto capitolo in esclusiva per Intellivision Amico, ma è stato cancellato.
James Pond
Parodia del celebre agente segreto britannico, James Pond è un pesce antropomorfo, agente dei servizi segreti, che deve salvare l’oceano dal Dr.Forse, che vuole riempirlo di rifiuti tossici. Nonostante fosse un platform abbastanza classico, il successo di James Pond rese possibile la pubblicazione di due seguiti: James Pond 2: Codename RoboCod – in cui il nostro eroe indossa una speciale tuta metallica che lo fa diventare simile a RoboCop, protagonista dell’omonimo film, e James Pond 3: Operation Starfish.
Joe & Mac
Similmente al già citato Chuck Rock, Joe & Mac aveva come protagonisti due uomini delle caverne, che dovevano affrontare una serie di livelli ad ambientazione preistorica utilizzando come armi ossa, boomerang, clave e via dicendo. La versione arcade poteva vantare tre finali differenti, in base all’uscita scelta dal giocatore dopo aver sconfitto l’ultimo boss.
Kid Chameleon
Casey, il protagonista del titolo, è un ragazzo chiamato a salvare altri come lui che vengono intrappolati in un videogioco dal malvagio Heady Metal. Ciò che distingueva Kid Chameleon dalla concorrenza, oltre all’elevato numero di livelli (centotre più trentadue segreti) era la possibilità di usare differenti maschere e trasformare il protagonista in personaggi differenti, ognuno dotato di specifiche abilità. L’ha ricordato qui il Maderna,
Mr. Nutz
Mr. Nutz è il classico esempio di quanto alcuni platform degli anni Novanta potessero essere assolutamente svogliati: fattore originalità praticamente pari allo zero, tant’è che lo stile era pedissequamente copiato dai più celebri platform Disney e lo stesso protagonista sembrava una versione povera di Sonic. Mr. Nutz è infatti uno scoiattolo che corre e salta per coloratissimi livelli lanciando ghiande ai suoi nemici dopo averle tirate. Scopo del gioco è, neanche a dirlo, sconfiggere il malefico Mr. Blizzard che vuole trasformare il mondo in una enorme landa si ghiaccio.
Ristar
Sviluppato da Sonic Team e pubblicato da Sega come esclusiva per Mega Drive, Ristar fu un tentativo abbastanza palese da parte della stessa Sega di offrire un’alternativa interna allo stesso Sonic, che magari in futuro potesse addirittura affiancarsi al porcospino blu. Ristar, stella antropomorfa, è una sorta di eletto che deve – pensate un po' – salvare una galassia, formata da sette pianeti, dal malvagissimo alieno Greedy. Ristar è capace di allungare le braccia, abilità che gli consente di lanciare oggetti verso i nemici e arrampicarsi qua e là dove consentito. Nessun seguito per Ristar, ma il gioco è stato spesso e volentieri inserito in varie raccolte dedicate alle vecchie glorie per Mega Drive.
Rocket Knight Adventures
Sparkster, cavaliere opossum protagonista del gioco, è stato per un certo periodo di tempo mascotte ufficiale di Konami. Pur essendo un platform classico, Rocket Knight Adventures è giustamente considerato uno dei migliori platform mai pubblicati per Mega Drive, tra l’altro giocabilissimo e divertente ancora oggi. Il titolo ebbe un seguito e uno spin-off per Snes. Il coraggioso opossum è stato ripescato nel 2010 con un nuovo titolo, Rocket Knight, per PS3 e XBox 360, ma non è stato sufficiente per rilanciare la serie. Qui trovate il Retroutcast dedicato.
Tinhead
Questo titolo probabilmente non se lo ricorderà nessuno perché qui in Europa non è mai arrivato ufficialmente. Pubblicato solo su Mega Drive nel lontano 1993, Tinhead vede ancora una volta un essere malvagio da sconfiggere e un eroe senza macchia come protagonista. Il cattivissimo goblin Grim Squidge ruba tutte le stelle della galassia grazie ad un super aspirapolvere e le sparge su vari pianeti, e il guardiano metallico Tinhead parte alla ricerca delle stelle per salvarle. Niente di nuovo, naturalmente, tranne per il fatto che Tinhead fosse un gioco abbastanza difficile, almeno secondo le riviste dell’epoca.
Toki
Articolato su sei livelli e relativi boss finali da sconfiggere, la scimmia antropomorfa Toki deve sconfiggere il malvagio stregone Vooklimedo per salvare la fidanzata rapita e riappropriarsi delle sue sembianze umane. Un classico platform dove il protagonista doveva saltare di piattaforma in piattaforma, sconfiggendo i nemici con i suoi sputi e l’aiuto di alcuni power-up. Toki è riapparso sulle scene qualche anno fa con un remake per Switch, PS4 e XBox One.
Zool
Chiudo questa carrellata con un platform sicuramente noto a chi ha avuto un Amiga, Zool, ennesimo tentativo, questa volta da parte di Gremlin, di lanciare una valida alternativa a Sonic. Il ninja Zool deve attraversare sette coloratissimi livelli e relativi boss. Il titolo ebbe un seguito, Zool 2, ma, nonostante il finale lasciasse la porta aperta per un terzo capitolo, anche Zool finì presto per fare la stessa fine degli personaggi protagonisti dei platform citati precedentemente, ovvero finire in freezer per non fare più ritorno.
Personalmente, oltre a Chuck Rock, ricordo con affetto Earthworm Jim e Ristar, giocati all’epoca sul glorioso 16 bit Sega. Tutti gli altri li ho giochicchiati in tempi più o meno recenti grazie all’emulazione, ma a parte Rocket Knight Adventures, li ho trovati tutti invecchiati abbastanza male, e probabilmente anche se li avessi giocati all’epoca non me li ricorderei più di tanto: Sonic, Castle of Illusion e Quackshot, tanto per citare i titoli a cui sono maggiormente legato, erano, e sono ancora oggi, di gran lunga superiori tanto nel comparto tecnico quanto nel gameplay. Ma vale sicuramente la pena farci un giro anche oggi, al di là di tutto, anche solo per ricordare – o per scoprire – chi ha provato a sfidare la supremazia dell’idraulico italiano e del porcospino blu.
D’altronde, come diceva Theodore Roosvelt:
“È dura fallire, ma è ancor peggio non aver mai provato ad avere successo”.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Mario, che trovate riassunta a questo indirizzo.