RIDE 3 - Il rinascimento del motociclismo virtuale
Ride 3 è il miglior racing game finora sviluppato da Milestone. È ragionevolmente il suo gioco più solido, attraente e moderno, caratterizzato al tempo stesso da un ampio respiro e da un sottile eppur godurioso senso di maschio appagamento. Domarlo come si conviene è tutta una questione di polpastrelli e sensibilità, di accelerazioni che lottano furiosamente contro l’anti-impennata, di prodigiose pennellate volte a dipingere bellissime traiettorie o destinate a tramutarsi in schianti terrificanti.
No, purtroppo non è un free roaming à la Forza Horizon su due ruote, ma per quest’anno ci si accontenta senza troppe afflizioni. E intendiamoci, non è neppure un gioco perfetto, ci mancherebbe... ma segna importanti e significativi passi avanti del franchise, sia in termini di estetica che di esperienza ludica, per un futuro che finalmente sembra più excelsior del solito.
I numeri di Ride 3 sono ancora una volta poderosi: oltre 230 moto disponibili suddivise in 7 categorie (Sport Bikes, Maxi Enduro, Supermoto, Naked, Endurance, Race Superbikes, Cafè Racer), a cui si aggiungono i DLC post-lancio (sia Premium che gratuiti), che introducono più di 70 modelli aggiuntivi.
Il totale è presto detto: oltre 300 modelli, per una trentina di tracciati (di cui 12 nuovi di zecca) che spaziano dalle piste più iconiche di tutto il mondo (Imola, Monza, Laguna Seca, Donington, Sugo, Nurbugring, Vallelunga ecc.) a pericolosi/emozionanti circuiti cittadini (tutti belli belli, eh già).
Ma quant’è fregno poter “sfrecciare” a bordo delle mitiche 125 degli Ottanta/Novanta? O delle sempre imbizzarrite due-e-mezzo due tempi, con certe livree demodè/madonnachebbelle che ti riportano per direttissima a quando avevi dodici o tredici anni e sognavi di guidarle?
L’elenco completo di tutte le moto è disponibile qui, sul sito ufficiale del gioco, ed è letteralmente enciclopedico. Le probabilità di poter guidare la moto dei vostri sogni - che sia una fiammante Panigale o una vecchia GPZ a carburatori - sono elevatissime, prossime alla certezza.
Milestone, inoltre, ha rinfrescato la modalità Carriera, che ora propone un sistema di progressione libera, ripartita in “capitoli storici” dedicati al motociclismo (ognuno dei quali è suddiviso in più gare, che premiano con le stelle e i crediti necessari per sbloccare nuove competizioni e acquistare nuove motociclette), che raccontano la storia di un brand, di un’intera categoria o di un’idea romantica dell’andare in moto. Naturalmente, non mancano le modalità più classiche, ovvero gare veloci, prove cronometrate, sfide a tempo a cadenza settimanale e multiplayer online (manca lo split-screen).
Nell’ottica di sembrare un po’ il Gran Turismo delle moto (con buona pace del vecchio Tourist Trophy di Polyphony Digital), Ride 3 propone anche un impianto di customizzazione tutto sommato soddisfacente, attraverso cui pimpare sia il lato estetico che quello sostanziale della propria moto, modificando scarico, ECU, filtro dell’aria, preparazione testata, riduzione attriti, pistoni racing, bielle racing, bilanciamento albero motore, tuning valvole, olio motore, VCU, dischi freni, pinze freni, pastiglie freni, sospensioni, specchietti, manopole, cavi freni, manubrio, piastra di sterzo, leve freno e frizione e - FONDAMENTALE - rimozione di targa e frecce.
E c’è anche un simpatico editor di livree, che non vanta la stessa profondità di ben altri competitor, ma fa comunque la sua figura, attraverso un boato di adesivi e tool per cucirsi addosso le carene e distinguersi dalla massa.
Ah, ci sarebbe anche tutto un sistema di creazione e personalizzazione del pilota (soprattutto per quel che riguarda look e abbigliamento casual)... ma alla fine anche sticazzi, dato che per il 99,9% del tempo il nostro avatar indosserà tuta e casco.
Passiamo al sodo. Come si guida, Ride 3? La risposta breve è “molto bene”. La risposta lunga… eccola qua: a patto di trovare la giusta configurazione/disposizione dei comandi sul DualShock 4 (leggete il “box” in basso per scoprire come lo guido io e quanto sono malato), il titolo di Milestone è un autentico dispenser di adrenalina e appagamento.
Forse potrei criticare l’eccessivo grip (anche con TCS spento) di alcune categorie di moto, che anche a gas spalancato non scappano via da sotto il culo… ma si tratta davvero di voler trovare il pelo nell’uovo di un sistema di guida solido, riuscito e mai frustrante. E sì, neppure in modalità “simulazione” e con tutti i possibili aiuti disattivati.
Il divertimento della bella guida è qui magistralmente dosato, bilanciato in modo perfetto con tutte le leggi fisiche, le emozioni e i delicati equilibri in gioco. Ride 3, insomma, non pecca mai di eccessivo realismo e risulta appagante così com'è: un compromesso (o “simcade”) più che efficace, capace di entusiasmare i neofiti e di mettere alla prova i più esperti.
Apprendimento e appagamento percorrono un solo, formidabile piegone da sorriso a trentadue denti.
A dispetto di alcuni problemi al bilanciamento della difficoltà in game (che per fortuna è regolabile di volta in volta), il vero godimento sta nel lasciar scorrere la moto nei lunghi curvoni, nel vederla sbacchettare in uscita di curva o intraversarsi nelle staccate più furibonde (chi usa i freni congiunti è gialloverde). Vi dirò di più: ho particolarmente apprezzato le piccole migliorie apportate alla sensibilità dello sterzo, che ora permette di scendere giù in piega con una certa credibilità, in maniera ancora più fluida e “pesante” rispetto ai capitoli precedenti (o alla serie MotoGP). In altre parole, la moto non viene sbandierata come un fuscelletto senza alcun peso a destra e a manca ma richiede sempre il corretto anticipo e tutto un apprendistato per studiarne le dinamiche, le geometrie, i seni e coseni, le giuste traiettorie da impostare.
Ride 3, insomma, va guidato almeno due curve avanti, se non tre. Sbagli la prima e sei costretto a inseguire il tuo ghost, perennemente in ritardo sul flow.
Il passaggio all’Unreal Engine 4 ha trasformato Ride 3 in un videogioco abbastanza moderno, bello da guardare, agile e svelto in qualsiasi situazione (più o meno concitata). Se le versioni pepate di PlayStation 4 e Xbox (cioè PS4 PRO e Xbox One X) possono godere degli ambitissimi 60 fotogrammi al secondo (c’è l’opzione apposita, che sarebbe sciocco non sfruttare), su console standard ci si accontenta tranquillamente dei canonici e ben saldi 30 fps, con una sensazione di velocità decisamente adrenalinica.
Chiariamoci: non fa miracoli, le pupille non vanno in estasi mistica dinanzi ai suoi paesaggi e non siamo dinanzi al prodigio dei prodigi nell’ambito del motociclismo virtuale. Ma il risultato, almeno su PlayStation 4, è tutto sommato soddisfacente, frizzante, finalmente à la page e visibilmente migliore del capitolo precedente. I modelli sono realizzati in maniera maniacale (e sfoggiano una straordinaria cura dei dettagli, soprattutto nelle sequenze pre-gara, ovvero nel box/bunker/loft), l’illuminazione ci sta dentro e non sbarella, la vegetazione non fa gridare al miracolo ma non fa neppure schifo, mentre la solida resa dei tracciati è garantita dal mix di tecnologia laser + drone scan, che ormai abbiamo capito funzionare con efficacia.
L’ultima nota tecnica (positiva) è riservata all’audio, ovvero al rombo dei motori, capace di valorizzare le caratteristiche di ogni moto (due/quattro tempi, con differenti tonalità), impreziosendo ulteriormente l’esperienza di guida.
Come già detto, Ride 3 non è un gioco perfetto, anzi. Diciamo che è perfettibile, e per il momento va benissimo così (chiaramente, Ride 4 dovrà fare di più). Partiamo dall’intelligenza artificiale, che oscilla sempre e solo tra il “ti ammazzo male” e il “prova a prendermi, tanto non ci riesci”. Davvero, certi (forse troppi) piloti continuano a gettarsi in curva senza la minima cognizione di chi o cosa li preceda. Altri, invece, rallentano vistosamente (con il rischio concreto di tamponamento) in semi-curve aperte che si potrebbero fare in sesta marcia giù in carena. Laddove gareggiare con la difficoltà impostata al 120% è sempre cosa e buona giusta, in alcune gare (davvero ostiche) è necessario regolare (verso il basso/semplice) lo slider dell’I.A.
E ancora, manca il meteo dinamico (c’è solo quello statico, cioè piove ebbasta, ma lo fa molto bene), c’è un sistema di penalità nelle gare contro il tempo a dir poco stronzo (okay, ci sta che se sfioro le barriere il tempo viene annullato, ma i cordoli o certi spazi verdi, diobò, sono fatti per passarci sopra!). Mancherebbe anche un sistema pratico e razionale di shortcut (come quello di F1 2017 e F1 2018) che, ad esempio, permetta di passare da una moto all’altra restando su un determinato circuito, senza dover tornare indietro di cento menu, fino a quello principale. Cosa che, tra l’altro, porta all’ultimo difettuccio, ovvero i caricamenti. D’accordo, non sono eterni come quelli dei Ride precedenti, ma sono tanti, frequenti e si perde un bel po’ di tempo a non far niente.
Ride 3, in fin dei conti, è un gioco solido, divertente e - soprattutto - appagante. Immediato eppur avido di dedizione, con un impianto grafico rinnovato (che lascia ben sperare per le future iterazioni del franchise), una vera e propria enciclopedia più che interattiva delle due ruote, da godere fino all’ultima curva col fiato in gola.
È un peccato che qui su Outcast non ci siano i voti… perché sarebbe il mio primo e meritato 8, o forse anche 8 e qualcosa, assegnato un racing game di Milestone. Giocoforza, si ripiega sul frechete andante.
Ho guidato (e continuo a guidare) Ride 3 grazie a codice per PlayStation 4 gentilmente offertoci da Milestone. Quali sono le mie impostazioni sul controller? È presto detto, ma non fatelo a casa (oppure sì). Partiamo da un principio indissolubile: acceleratore sullo stick analogico sinistro (in avanti), altro che grilletto R2 (fa cacare). Poi, freno anteriore sul Quadrato e freno posteriore (da dosare poco, davvero poco, solo in certe curve) su X. Solitamente, assegno la piega della moto - logicamente - allo stick sinistro. Grazie a Ride 3 (e a tutto un nuovo sistema di peso/fisica/sarcazzo), però, ho potuto riscoprire il fascino della croce direzionale, colpendola ripetutamente, con piccoli tocchi calibrati, per scendere giù in piega senza soluzione di continuità, in modo fluido, morbido e burroso. Per il resto, livello della simulazione su simulazione, in carena automatico e cambio manuale (R1 e R2). Neanche a dirlo, sono stato risucchiato dalle prove a tempo, contro i miei fantasmi. E non ne uscirò a breve. Ride 3 è disponibile su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.