Dicembre 2000: L’avreste detto che l’Agente 47 sarebbe sopravvissuto a tutto il resto? | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A dicembre del 2000, siamo ancora in piena onda del lancio europeo di PlayStation 2 e delle centomila uscite proposte sulle altre console per provare a (e fallire nel) tentare di arginarne il successo fagocitante. E non è certamente un caso che il mese si apra con l'arrivo in Europa di Shenmue, tentativo di blockbusterone targato Sega e Yu Suzuki che mescola open world e mazzate à la Virtua Fighter, vuole fare il pezzo da novanta su Dreamcast e resterà nella storia per tanti motivi ma non sarà sufficiente a salvare le sorti di Sega. Non mi dilungo sul tema perché c'è chi l'ha fatto al posto mio.
Sempre il Dreamcast vede anche l'uscita di Quake III: Arena, lungamente attesa conversione del popolare sparatutto in prima persona di id Software, che si presenta sulla console Sega per ampliare la varietà della sua libreria ma soprattutto per cavalcare SegaNet, il servizio dedicato al gioco online lanciato appena tre mesi prima. La conversione viene premiata dalla critica e riscuote un buon successo ma è un altro tassello nel gran caso di "troppo poco, troppo tardi" che caratterizza ormai il Dreamcast, con Sega che rivede le sue stime per l'anno a venire da un profitto di 130 milioni di dollari a un passivo di 204 milioni. Insomma, butta male.
Il primo di dicembre del 2000 è anche il giorno in cui vede la luce l’Agente 47, protagonista di Hitman: Codename 47, affascinante gioco per PC sviluppato dai danesi di IO Interactive che ci fa vestire i panni di un killer professionista potenziato geneticamente. Nonostante il sistema di controllo da sparatutto in terza persona, il gioco lascia ampio spazio alla sperimentazione e ad elementi stealth e avventurosi tramite cui portare a termine i vari omicidi richiesti dai committenti. Nonostante i problemi tecnici e svariati difetti, il gioco viene accolto con calore per le idee interessanti e l’approccio libero che offre e ne nasce una vera e propria serie, che dal secondo episodio diventerà multiformato.
L'ultima uscita su cui si apre il mese è quella di Alien Resurrection, esclusiva PlayStation dallo sviluppo travagliato, con un cambio totale in corsa da sparatutto con visuale dall'alto a FPS, che Argonaut Software riesce a portare al traguardo tre anni dopo l'uscita del film, con risultati comunque dignitosi. A far sorridere, più che altro, sono le recensioni dell'epoca, che dipingono come problematico il sistema di controllo a due levette, nonostante (1) Alien Resurrection sia uno fra i primi giochi ad adottarlo, ma non il primo in assoluto, e (2) sia destinato a diventare lo standard del genere.
Il 6 dicembre arriva sui PC di tutto il mondo American McGee’s Alice, gioco d’azione e avventura in terza persona che rielabora l’opera di Lewis Carroll in chiave gotica e sanguinaria. Curato dal veterano di id Software menzionato nel titolo, il gioco viene accolto favorevolmente per le scelte stilistiche e il design generale e piazza la rispettabile cifra di un milione e mezzo di copie. Undici anni dopo, ne uscirà un seguito. Qualche anno dopo, ne scriveremo su Outcast.
Passano un po’ di giorni torna d’attualità il tema “produttori destinati ad essere spazzati via ma che non si arrendono e ci provano lo stesso”, con Bandai che gioca d’anticipo sul Game Boy Advance e lancia il WonderSwan Color, che ricicla la tecnologia della versione monocromatica ma ci appiccica sopra uno schermo più grande, capace – coma da nome – di visualizzare 241 colori (su una palette da 4.096). La lineup promessa non è neanche male, fra remake di classici Squaresoft e svariati giochi su licenza di anime e manga, ma nonostante Bandai prospetti un lancio in America, e a quel punto diventi lecito ipotizzarlo anche per il vecchio continente, il WonderSwan Color, così come la versione regolare e il successivo SwanCrystal, non uscirà mai dal Giappone.
A proposito di console nate morte, il 12 dicembre 2000 vede la luce Tempest 3000, anche noto come unico titolo (degli otto pubblicati) che ricordiamo per il Nuon, sorta di lettore DVD potenziato con funzionalità interattive. Ideato da Jeff Minter come rielaborazione di Tempest 2000 per Atari Jaguar (a proposito di console nate morte), suo precedente remake di Tempest, Tempest 3000 è ovviamente bellissimo ma lo comprano in ventimila e che ci dobbiamo fare? Per fortuna, una decina d’anni dopo, Tempest 4000 uscirà su dei formati sensati.
Il 15 dicembre arriva invece sulle PlayStation 2 europee Kessen, gioco di strategia in tempo reale ambientato nel Giappone feudale, già visto come titolo di lancio in Giappone e America. È passato solo qualche mese dall’uscita del rivoluzionario Shogun: Total War e, sebbene il paragone sia un po’ ingeneroso, è affascinante vedere un esperimento simile su PlayStation 2. Il gioco viene accolto favorevolmente da critica e pubblico, tanto che ne usciranno ben due seguiti nel giro di pochi anni.
Infine, il 22 dicembre vede la pubblicazione di Giants: Citizen Kabuto, ambizioso titolo d’esordio per Planet Moon Studios, fondata tre anni prima da un gruppo di esuli da Shiny Entertainment. Si tratta di uno sparatutto in terza persona con elementi da RTS, che mescola gioco in singolo e multiplayer, offrendo tre diverse “razze” fra cui scegliere il proprio avatar. Apprezzato per le idee originali e la qualità grafica, Giants viene criticato per alcune magagne tecniche ma tutto sommato gode del plauso della critica. Un anno dopo arriverà anche su PlayStation 2.