Shinobi III è l’ultima avventura vissuta con il mio Mega Drive
Siamo nell’estate del 1997. La scuola è finita, arriva il mio compleanno, e con l’occasione ho il modo di mettere da parte gli ultimi soldi che mi mancavano per poter finalmente acquistare PlayStation e portarla a casa con me, mandando in pensione il mio tanto caro e amato Mega Drive.
Il pensiero di rimettere nella scatola e poi riporre nell’armadio il 16 bit targato Sega mi dispiaceva, perché mi aveva fatto vivere per anni avventure ed emozioni senza tempo. Avevo vissuto più o meno tutto il meglio che quella generazione e quella console avevano da offrire: le esclusive Sega, Sonic, Streets of Rage, Golden Axe, Ecco the Dolphin, Chuck Rock, After Burner, e qualche multipiattaforma come Asterix & Obelix e Mortal Kombat II, senza dimenticare quello che sarebbe poi diventato uno dei miei giochi preferiti di tutti i tempi, Prince of Persia.
Dopo le ore spese sulla cartuccia doppia di Quackshot e Castle of Illusion, credevo di non aver più alcun motivo per accendere il mio Mega Drive, e invece mi sbagliavo. Quel motivo si chiamava Shinobi III.
In un precedente ospizio dedicato a Streets of Rage, avevo raccontato di un videonoleggio che in quegli anni frequentavo spesso, e che vendeva anche titoli a 16 bit. Quel negozio, dove abitualmente noleggiavo film d’azione a base di mazzate e arti marziali, proprio quell’estate, stava per chiudere per sempre.
Il proprietario, che conoscevo, mi disse che ormai a causa del monopolio di Blockbuster, gli affari per lui andavano male, e non è che vendere anche videogiochi avesse risollevato molto la situazione, in quanto ormai i più preferivano comprare nelle grosse catene di elettronica, che erano sì senz’anima, ma molto più rifornite. Sarebbe stato solo il preludio della triste scomparsa dei negozietti specializzati, che si sarebbe materializzata nel giro di qualche anno.
Stavo per uscire dal negozio quando il proprietario, probabilmente ricordandosi che avevo acquistato da lui tempo prima Streets of Rage, mi regalò una copia di Shinobi III, l’ultimo titolo a 16 bit che gli era rimasto. Prima di accettare, mi sentii in dovere di chiedergli se potevo acquistarlo, ma lui, senza perdere il sorriso pur di fronte alla chiusura dell’attività, mi disse che non era necessario. Ero stato per anni uno dei clienti più affezionati, e per lui era una sorta di ringraziamento.
Lo ringraziai e uscii dal negozio, conscio del fatto che la prossima volta che sarei passato da quelle parti, avrei trovato chiuso. Per sempre.
Tornai a casa e giocai immediatamente a Shinobi III.
Sarà forse stato un puro caso, ma Shinobi era l’unica serie targata Sega che mancava all’appello nella mia esperienza con il Mega Drive. Avevo finalmente modo di colmare quella lacuna.
Shinobi III vedeva Joe Musashi contro l’organizzazione criminale Neo Zeed, guidata dal malvagio Shadow Master. Il gioco mostrava già di che pasta era fatto sin dal primo livello, in cui Joe, veloce come il vento e letale come un cobra, si muoveva prima lungo una foresta e poi dentro una grotta eliminando uno dietro l’altro ninja suoi pari a colpi di katana e shuriken, affrontando un paio di samurai demoniaci come boss.
Poi, così, di botto, senza senso, veniamo catapultati in uno scenario futuristico, una specie di base militare con annesso laboratorio sotterraneo pieno di creature mutanti, al termine del quale il prode ninja di bianco vestito avrebbe dovuto affrontare un informe e disgustoso mostro carnoso, frutto di chissà quale malato esperimento.
Il gioco avrebbe mantenuto costantemente questo bizzarro mix fra il Giappone feudale e quello moderno, in cui Joe avrebbe dovuto affrontare ninja, samurai, amenità antropomorfe, soldati e persino una sorta di bizzarra versione di Mecha Godzilla come boss di fine livello.
Shinobi III era, né più né meno, uno dei tanti action con deriva hack’n’slash dell’epoca, e aveva dalla sua un ritmo serrato, una colonna sonora funzionale, azione coinvolgente e livelli impegnativi e ben congegnati, inframezzati da un paio di sezioni arcade ben riuscite in cui Joe Musashi era intento a cavalcare prima un destriero e poi un surf.
Come tanti esponenti del suo genere di quegli anni, era necessaria una buona coordinazione occhio-mano per arrivare alla fine del livello, e se fino al quinto stage filava tutto più o meno liscio come l’olio, gli ultimi due livelli erano abbastanza ostici, ricordo soprattutto il sesto livello, dove Joe Musashi doveva saltare da un masso all’altro in senso verticale, molto frustrante, senza contare poi il boss finale, un vero e proprio dito nella piaga. Fortunatamente, dopo molta costanza e un sapiente uso delle speciali tecniche di ninjutsu (dei power up che permettevano al protagonista di usare una sorta di super mossa speciale, come fulmini o draghi fiammeggianti) riuscii ad arrivare alla fine, con la corporazione sconfitta e il ninja del nostro cuore intento a tornarsene nella sua capanna sui monti giapponesi.
E così, mentre Joe Musashi cavalcava al tramonto sui titoli di coda, venni colto da un velo di tristezza, perché avevo realizzato che Shinobi III sarebbe stato l’ultimo titolo giocato su Mega Drive, e che probabilmente per molto tempo non avrei più giocato ad un titolo della serie, avendo poi deciso di optare per la console Sony.
E, in effetti, c’è anche da sottolineare che la stessa serie di Shinobi, dopo l’episodio per Saturn Shin Shinobi Den, finì, come le altre serie storiche targate Sega, nel congelatore, fino alla pubblicazione, nei primi anni duemila, di un nuovo episodio per PlayStation 2.
Ma Shinobi aveva vissuto i suoi anni d’oro durante la console war fra Sega e Nintendo, e, nonostante sia stato rilanciato in un paio di occasioni, sembrava non aver più presa sul pubblico, ormai orientato su nuovi generi.
Ho rigiocato a Shinobi III una quindicina di anni dopo grazie alla collection dei classici Mega Drive uscita su PlayStation 3 e di recente per avere una rinfrescata prima di scrivere questo pezzo, trovandolo sempre bello come nel 1997, anche se, a differenza di allora, non l’ho portato a termine.
Proprio di recente Sega ha annunciato nuovi progetti in corso dei suoi franchise storici, fra cui anche Shinobi, quindi fra non molto, se tutto va bene, torneremo a vestire i bianchi panni di Joe Musashi.
Veloce come il vento e letale come un cobra.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai ninja, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.