Giugno 1991: Draghi, porcospini e virus | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 12 giugno del 1991, Dragon Quest III si manifesta sui NES americani, ovviamente ribattezzato Dragon Warrior III, come da titolazione occidentale della serie in quegli anni. L’edizione americana, tra l’altro, è pesantemente rimaneggiata, con un prologo aggiuntivo e svariate aggiunte e modifiche sul piano audiovisivo e del gameplay. Il gioco, che nella sua versione a 8 bit non raggiungerà mai l’Europa, va a chiudere una trilogia, pur essendo di fatto un prequel dei primi due episodi, e introduce alcune novità importanti, da una mappa molto più ampia alla presenza di un ciclo giorno/notte che influenza la disponibilità di eventi, oggetti e personaggi. Purtroppo, complice l’arrivo ritardatario, successivo al lancio delle console a 16 bit, Dragon Warrior III sarà un flop in America, in totale contrasto col suo essere il gioco più venduto di sempre in Giappone per l’epoca. Se ci aggiungiamo i risultati delle varie conversioni e remake pubblicati nei decenni a venire, sarà l’episodio della serie di maggior successo in assoluto. Arriverà finalmente in Europa nel 2014, con l’edizione mobile, e poi nel 2019, con la versione Switch.
Il 23 giugno tocca invece a Sonic the Hedgehog, un mezzo miracolo tecnologico per Sega Mega Drive che si scatena sul mercato dei videogiochi con la potenza di un'atomica e diventerà il grimaldello con cui Sega riuscirà finalmente a spezzare il monopolio di Nintendo negli USA. Incidentalmente, è anche un gran bel gioco di piattaforme, che trova un'identità tutta sua e lancia una serie e un personaggio di successo per i decenni a venire. Ne ho chiacchierato tempo fa qui, ne riparleremo in abbondanza fra una settimana in Retroutcast.
Quattro giorni dopo, arriva sui NES europei Dr. Mario, un puzzle game che si inserisce nel filone degli pseudo-Tetris virando nel sotto-filone dei giochi basati sull’accoppiamento di colori. Il solito pozzo è pieno di virus colorati, che possiamo far sparire allineando nella maniera giusta pillole similmente colorate che cascano dall’alto. Semplice, efficace, vende bene, piace a grandi e piccini, genera una serie più o meno di successo che si manifesterà su quasi tutte le console Nintendo a venire.