Maggio 1982: L'impero colpisce ancora, Yar’s Revenge ed Electronic Arts | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Ottanta, Novanta, Zero e Dieci. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A maggio del 1982, Emerson Radio lancia l’Arcadia 2001, una nuova console creata sull’onda di Atari 2600 e Intellivision, che batte di qualche mese l’arrivo sul mercato del Colecovision e prova a proporre un’alternativa valida. Ne verranno prodotte svariate versioni su licenza in giro per il mondo, incluso un Bandai Arcadia in Giappone, ma la console non sfonderà e verrà ritirata dal mercato dopo un anno e mezzo, con appena venticinque giochi all’attivo.
Lo stesso mese segna l’uscita di Star Wars: The Empire Strikes Back per Atari 2600, primo videogioco su licenza ufficiale di Guerre Stellari della storia. Sviluppato da Rex Bradford per conto di Parker Brothers, il gioco riproduce una fra le scene più iconiche del film uscito due anni prima, permettendoci di controllare lo snowspeeder di Luke Skywalker durante la battaglia di Hoth. Per limiti tecnici, Bradford rinuncia a riprodurre l’utilizzo del cavo tramite cui far “inciampare” gli AT-AT e incanala il gameplay su binari da sparatutto. Tre milioni di copie vendute dopo, si può considerare ufficialmente iniziata la pluridecennale storia dei videogiochi di Star Wars.
Ma lo sparatutto pietra miliare di maggio 1982 arriva, sempre su 2600, lunedì 10, l’ha creato Howard Scott Warshaw per conto di Atari e si intitola Yar’s Revenge. Nel gioco bisogna superare una barriera che ci separa dall’obiettivo della nostra distruzione, affrontando tutta una serie di dinamiche molto ben pensate, appassionanti e ricche di sfida. Yar’s Revenge è tra l’altro uno di quei giochi che includono un easter egg con il nome del creatore, dato che Atari era ancora nella fase in cui non voleva dare riconoscimenti ai suoi creativi. Considerato fra i più grandi capolavori di quell’epoca, lo sparatutto di Warshaw venderà un gozziliardo di copie e finirà per essere il titolo di Atari dal maggior successo sulla sua console.
Il 27 maggio del 1982 si manifesta una curiosità, il Grundy NewBrain. Nato da un progetto di Sinclair, che lo abbandona per l’impossibilità di metterlo in vendita a un prezzo inferiore alle cento sterline, il NewBrain viene portato avanti da BBC ma infine lasciato nelle mani di Grundy, che lo lancia in due modelli. Abbiamo infatti il modello A, classico home computer da collegare a uno schermo, e il modello AD, portatile, con un piccolo display da sedici caratteri. La macchina riscuote un discreto successo in ambito scolastico e professionale ma sparirà nel giro di relativamente poco tempo. Nel mentre, dopo aver lasciato perdere il NewBrain, Sinclair ha lanciato lo ZX80 e, proprio nel 1982, un certo ZX Spectrum. Bene così.
Il giorno dopo arriva sul mercato un nuovo Game & Watch, Oil Panic, che è anche il primo della serie Multi Screen e introduce quindi il form factor a due schermi che decenni dopo Nintendo recupererà per il DS. In Oil Panic si controlla un operaio che deve raccogliere perdite d'olio nel suo secchio, per versarle poi in un barile tenuto in mano dal collega al piano di sotto, evitando di innaffiare i passanti.
Sempre il 28 maggio 1982, a degna chiusura del mese, apre i battenti Electronic Arts, fondata dall'ex di Apple Trip Hawkins, convinto dai suoi colleghi ad abbandonare il nome inizialmente pensato, Amazin' Software. Un po' sullo stile di quanto fatto dai fondatori di Activision tre anni prima, Electronic Arts punta inizialmente moltissimo sul dare importanza e fama ai suoi creativi, in totale controtendenza con la pratica abituale del settore, e comunica anche molto sulle ambizioni "artistiche" dichiarate nel proprio nome. Per i suoi primi anni non pubblicherà solo videogiochi e troverà ad esempio un successo enorme su Amiga con il programma di disegno Deluxe Paint. La prima grande svolta arriverà con la fine del decennio, quando EA si lancerà a tutta forza nel segmento delle simulazioni sportive e inizierà a produrre internamente i suoi giochi per console. Il resto è storia.