Due metà di Tales From The Borderlands non fanno un intero
È quasi un anno che, parlando di Tales From The Borderlands, dico più o meno le stesse cose. “Simpatico ma non troppo”, “personaggi mai davvero convincenti”, “dualità poco sfruttata”, “narrazione asimmetrica poco convincente” e, soprattutto, il grande mantra del “la tensione delle scelte che devo compiere va a farsi benedire se so in partenza che la storia mi viene raccontata a ritroso dai due protagonisti”. Beh, dopo tutti questi mesi, quattro episodi altalenanti, diversi vuoti di memoria e qualche attesa di troppo causata da ben due Games Week, posso dire che Episode Five: The Vault Of The Traveler riesce quasi a mettere una pezza sulle perplessità, consegnando alla storia Tales From The Borderlands dopo due ore e mezzo conclusive più che discrete, in cui succede davvero la qualunque. Innanzitutto, va detto che proprio la cosa che mi ha dato più fastidio in questa serie, il fatto che la storia venisse narrata a ritroso all’aguzzino dei due protagonisti, trova qui una giustificazione intelligente e più che accettabile, arrivando addirittura a valorizzare la misteriosa figura senza volto che per tutti questi mesi ha ascoltato assieme a noi le digressioni di Rhys e Fiona. Ovviamente questo non modifica assolutamente la gravità delle decisioni prese fino ad oggi: non è che una messa in scena accettabile dà retroattivamente peso a decisioni che, quando venivano prese, non sembravano averne.
O meglio, forse dovrebbe… ma, d’altronde, stiamo pur sempre parlando di un’avventura Telltale, in cui le cose devono finire per forza, in un modo o nell’altro, e i segnali lanciati da questo The Vault Of The Traveler lasciano intendere che saremmo comunque arrivati alla stessa conclusione, a prescindere dall’aver detto o meno quella cosa o dall’aver fatto o meno quell’altra. Insomma, OK, la scelta di narrare il gioco a ritroso è stata ben contestualizzata e ha saputo dare lustro a un paio di personaggi non protagonisti (che per altro erano quelli che meno ne avevano bisogno), ma rimane il fatto che il pathos e il valore intrinseco delle scelte compiute fino ad oggi, in tutta la serie, a mio modo di vedere è stato violentemente sminuito da questa impostazione.
Ad ogni modo, la durata praticamente raddoppiata di Tales From The Borderlands Episode Five: The Vault Of The Traveler ha permesso a Telltale di chiudere al meglio tutti i fili del racconto e dare lustro a tutti gli scappati di casa spaziali che abbiamo imparato a conoscere in questa nuova serie. Nonostante l’impressione che due ore e mezzo siano comunque troppe per tenere il ritmo serrato che la serie richiederebbe (stessa perplessità sollevata col primo episodio), The Vault Of The Traveler è quasi sicuramente l’episodio meglio riuscito.
La prima parte, ricollegandosi immediatamente al finale di Escape Plan Bravo, è una discreta bomba che esplode sotto al culo dei protagonisti. Complice il grande ritorno di Handsome Jack sulla superficie di Helios, la situazione degenera rapidamente e il ritmo si fa incredibilmente serrato, con il duo di protagonisti che prende strade diverse mettendoci di fronte a un susseguirsi di scelte da compiere/risposte da dare. Il che, assieme all’ennesima sequenza d’apertura azzeccata, confeziona un inizio davvero ben riuscito. Rimane un po’ l’impressione che non sempre tutti i personaggi funzionino allo stesso modo, o addirittura che ci sia troppo pathos in alcuni frangenti, ma è innegabile che la prima ora di gioco funzioni più che discretamente e, grazie alla prima resa dei conti dell’episodio, rimanga davvero tra i punti più alti di Tales From The Borderlands. Se non addirittura di tutta la produzione Telltale.
Per quanto riguarda la seconda parte, la scoperta dell’identità dell’aguzzino non è la sola cosa che funziona. Tutta la lunga fase conclusiva dell’episodio, infatti, è un altrettanto lungo ricongiungersi con fatti, situazioni e conseguenze degli avvenimenti visti nei quattro episodi precedenti. Amicizie, scelte, risparmi accumulati e le diverse interazioni compiute con i personaggi secondari trovano un loro peso nella costruzione del finale, che è probabilmente la sequenza di quick time event più “grossa” e ambiziosa mai realizzata ad oggi da Telltale (a voi decidere se sia un bene o un male, io l’ho trovata simpatica e ben fatta).
Di nuovo, a seconda della vostra sensibilità e delle scelte intraprese precedentemente, non tutti i personaggi secondari appaiono parimenti riusciti, e il fatto che alcuni di loro siano dove sono alla fine dell’episodio potrebbe lasciarvi quasi indifferenti. Inoltre, anche in questa seconda parte si potrebbe obiettare che il deus ex machina narrativo rappresentato da Telltale sia troppo evidente, tanto da far apparire fin troppo convenienti e “buoni” alcuni avvenimenti conclusivi.
Tuttavia, Episode Five: The Vault Of The Traveler ha indubbiamente più pregi di quanti non ne abbia l’intera stagione. La sua miscela di elementi cupi e alleggerimenti comici è finalmente misurata bene e funziona, nonostante un ritmo non sempre convinto e alcune scelte narrative e registiche non sempre azzeccate. In definitiva, vedo Tales From The Borderlands come un esperimento recuperato sul finale, grazie a due episodi abbastanza buoni che, però, non riescono a nobilitare interamente una serie che deve molti dei suoi momenti più riusciti a personaggi già esistenti e alla loro economia nel mondo da cui attinge. Pur non essendo un prodotto scadente tout court, Tales From The Borderlands non mi ha fatto mai divertire come un Borderlands, né mi ha appassionato alle sue storie come mi aspetterei da un’avventura Telltale. Colpa mia? Colpa sua? Vai a sapere.
Ho giocato Tales from the Borderlands grazie a un season pass per PC fornito da Gearbox Software all’inizio di questa bizzarra avventura spaziale. Nonostante non l’abbia giocato al day one, The Vault Of The Traveler mi è sembrato l’episodio più tecnicamente zoppicante di tutti. Il gioco continua ad essere solo in inglese, con sottotitoli in inglese. Detto ciò: abbiamo un codice Steam per la stagione completa di Tales From The Borderlands da regalarvi! Scriveteci su Twitter il motivo per cui dovremmo darvelo e decideremo, con calma e completamente a cazzo di cane, chi sarà il fortunato vincitore. Siccome è ormai una tradizione, vorrei salutare anche oggi, per l’ultima volta, il grande irreprensibile Kentucky Route Zero.