VGB – Vecchi Giochi Brutti #11: Metal Gear
Tutti ricordano le vecchie glorie come il non plus ultra del divertimento, ma in pochi hanno il coraggio di criticarle. Forte del suo tasso alcolico e della voglia di farsi male, aleZ riprende in mano i giochi della sua infanzia e li insulta uno ad uno.
Episodio 11 – Il nuovo corso... e Metal Gear
In onore alla nuova immagine di apertura, parte il nuovo corso di VGB: non più riflessioni generiche sul passato dei videogame, ma analisi dettagliate di questo o quell'altro (presunto) capolavoro. Perché sentiamo sempre parlare in modo accorato dei vari Zelda, Mario e Metal Gear, ma chi non li ha giocati potrebbe pensare che fossero il non plus ultra del divertimento in ogni singolo aspetto.
Non era così.
Se è vero che molte produzioni anni '80 e '90 restano pietre miliari, rigiocate adesso evidenziano anche difetti enormi e problemi di design ai tempi insospettabili. Per questo, ogni mia analisi si concluderà con due voti: il fattore nostalgia e il valore reale, entrambi indicati da 1 a 10. Il primo è dedicato ai retrogamer e rappresenta il carattere storico dell'opera: se è alto, vuol dire che è necessario giocarlo per avere una migliore visione della serie. Il secondo riassume invece quanto divertimento può ancora regalare, di fronte ai giochi (soprattutto di stampo retrò) che escono oggi.
E quale titolo migliore per iniziare se non lo stesso Metal Gear, in versione MSX e NES?
Uscito verso la fine degli anni '80 sotto l'attenta regia dello stesso Hideo Kojima, che oggi si diverte a fare il santone con la stampa specializzata, era sostanzialmente un titolo strategico a schermo fisso di ispirazione militare, con varie influenze da giochi di ruolo e avventure testuali. Non sto qui a spiegare com'era Metal Gear a livello di gameplay, perché lo conoscono tutti, ma quello che molti si sono scordati è l'elemento frustrazione, presente in quantità industriali, per non dire bibliche. In pratica, si proseguiva solo effettuando la mossa giusta al momento giusto o risolvendo questo o quel puzzle che bloccava il cammino. E si era lasciati completamente a sé stessi, in un gioco dalla complessità elevata, che delegava a criptici messaggi radio le uniche istruzioni.
Ai tempi, giocai la versione “remixata” per Nintendo Entertainment System, passando le ore iniziali a inventare nuove offese verso Konami e il team di sviluppo, visti i continui Game Over e la linearità estrema. Ovviamente, con il passare del tempo (e un corso di inglese accelerato, vista la mancata traduzione), emersero altre qualità, come lo spessore narrativo che si nascondeva dietro una realizzazione – già allora – non incredibile. Inoltre, lo sbattimento richiesto per completarlo, ma è un difetto che resiste ancora oggi, non era nemmeno premiato da un finale decente.
Attenzione: non sto dicendo che Metal Gear facesse schifo, sto solo livellando l'esaltazione che circonda certe vecchie glorie, spesso generata da persone che all'epoca non erano neanche nate.
Vero: la trama era molto curata per un gioco dell'epoca. Verissimo: a livello di originalità era varie spanne sopra i concorrenti. Innegabile: non ci fosse stato il primo Metal Gear, non avremmo visto la serie Solid e l'intera categoria stealth moderna.
Ma siete sicuri che fosse così divertente da giocare? Provate a riprenderlo in mano oggi, con qualche emulatore o nelle varie collezioni dedicate, e sappiatemi dire. Da parte mia, sono tornato alle imprecazioni anni '80 (cacchio!) dopo aver rivisto Snake schiattare davanti a poche e semplici guardie.