Old! #297 – Marzo 1999
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A marzo del 1999, SNK lancia in sala giochi Metal Slug X, versione riarrangiata di Metal Slug 2 che risolve i problemi di rallentamenti, alza il livello di difficoltà e introduce svariate aggiunte, fra ritocchi grafici, effetti speciali, variazioni di gameplay e altro ancora. L'entità delle modifiche è tale da renderlo quasi un gioco inedito, che arriverà poi sui Neo Geo casalinghi a maggio e su PlayStation nel 2001, oltre ad essere ovviamente incluso all'interno di circa centododicimila raccolte negli anni a venire.
Lo stesso mese vede arrivare in sala giochi un mio pallino personale. Silent Scope, prodotto da Konami, è uno sparatutto con pistola ottica in cui la pistola è però un fucile da cecchino agganciato al cabinato, con tanto di mirino telescopico su cui poggiare l’occhio, per prendere la mira con un ingrandimento di quanto appare su schermo. Chiaramente, il level design è interamente strutturato attorno alla necessità di alternare lo sguardo fra monitor e mirino, cosa che crea un tipo di tensione e di sfida completamente diverso rispetto ai canoni del genere e rende un po’ sterili le varie conversioni casalinghe, che comunque arriveranno. Negli anni emergeranno anche due seguiti, con tanto di introduzione di una divertente modalità multiplayer coi cabinati collegati.
Sempre in sala giochi, a marzo del 1999 vede la luce Airline Pilots, intrigante simulatore di volo targato Sega che pone ai controlli di un Boeing 777. Il gioco, presentato in due possibili cabinati, con quello più lussuoso dotato di tre monitor, ha un’impostazione molto rigorosa, con un taglio da simulazione realistica che lo rende sicuramente un prodotto di nicchia. Anche per questo, Sega produrrà un kit di conversione tramite cui “trasformarlo” in Sega Strike Fighter, variante più frenetica e arcade dedicata al dogfighting.
A inizio mese, la guerra impossibile contro il Game Boy vede spuntare in Giappone due nuove console portatili: il Neo Geo Pocket Color, di cui riparleremo quando sarà ora di ricordarne l’arrivo in occidente, e il Wonderswan, che dalle nostre parti non ci arriverà mai. La console di Bandai ha dalla sua un prezzo molto competitivo e una durata della carica da decine di ore nonostante si appoggi su una sola pila stilo, ma i difetti non mancano, a cominciare dall’assenza di prese per le cuffie e l’alimentazione. Fra i giochi di lancio, si segnalano il pessimo Rockman & Forte, spin-off della serie di Mega Man, e Gunpey, bel puzzle game ideato da Gunpei Yokoi, uno fra i creatori della console, purtroppo venuto a mancare prima del lancio. Il Wonderswan non riscuoterà il successo sperato e, dopo due revisioni (Wonderswan Color e SwanCrystal), verrà messo fuori produzione nel 2002.
Pochi giorni dopo, il 9 marzo 1999, arriva in Europa Mario Party, esperimento targato Nintendo e Hudson Soft che propone una sorta di boardgame con protagonisti i vari personaggi della casa di Kyoto. Chiaramente, il tutto non si limita a tirar dadi e spostarsi su un tabellone e c’è una pletora di minigiochi arcade, opzioni strategiche e follie assortite con cui scatenare la competizione. Il gioco riscuote un gran successo e godrà di seguiti a sufficienza per sfondare la doppia cifra. Dopo i primi tre pubblicati su Nintendo 64, ne arriveranno per praticamente qualsiasi piattaforma Nintendo. Il migliore, se lo chiedete a me, rimane Mario Party 2.
Infine, il 15 marzo 1999 si tiene, nel contesto della Game Developers Conference, il primo Independent Games Festival (IGF), pensato per celebrare e sostenere la scena dello sviluppo indipendente. Il gran premio se lo porta a casa Fire and Darkness di Singularity Software, un gioco che non verrà mai completato e pubblicato. A margine, il 1999 è anche l’anno in cui la Game Developers Conference cambia sede, spostandosi a San Jose, dove rimarrà per sei anni, prima di tornare a San Francisco. E, già che ci siamo, vi ricordo che la prossima settimana ci torniamo pure noi, a San Francisco, per seguire ovviamente la GDC 2019.