La gustosissima minestra riscaldata di Shin Megami Tensei IV: Apocalypse
Shin Megami Tensei IV: Apocalypse è un pò come la pizza riscaldata il giorno dopo, a cena e con lo stomaco vuoto dopo una giornata di lavoro: la mozzarella filante aveva ben altro carisma ventiquattro ore prima, ma chi se ne frega, tutto è ugualmente squisito. Forse anche di più. Ecco, ora mi è venuta fame.
In un'altra epoca, Shin Megami Tensei IV: Apocalypse sarebbe probabilmente stato pubblicato come data disk, tale è il riciclo di asset portati in dote dal quarto capitolo ufficiale del demoniaco gioco di ruolo griffato Atlus.
Sono però le piccole migliorie sparpagliate un po' ovunque a fare la differenza la differenza, a partire da una trama sicuramente meno epica, tuttavia più ruvida e sanguigna rispetto a quanto vissuto sulla pellaccia del samurai Flynn. Il nuovo protagonista è anzi agli antipodi del paladino di Mikado che abbiamo precedentemente impersonato: se Flynn veniva dipinto come un cavalleresco esempio di virtù, Nanashi è un ragazzino inesperto, desideroso di diventare un cacciatore e fare la sua parte per assicurare un futuro alla razza umana.
In altre parole, l'anello più debole della catena alimentare dei demoni.
Tanto che tira le cuoia prestissimo, appena in tempo per stringere un patto con Dagda, un demone cattivissimo, bastardo fino al midollo e, di conseguenza, assai carismatico. Quel che segue è normale amministrazione per i fan di Shin Megami Tensei, con le macerie di Tokio da attraversare in lungo e largo reclutando schiere di demoni da potenziare e fondere, al fine di ottenere la progenie demoniaca che avete sempre desiderato.
Il panorama post apocalittico è gentilmente fornito da uno dei finali del quarto capitolo. Di conseguenza, se non siete familiari con i trascorsi della serie, potreste trovarvi inizialmente spaesati. No problem comunque, vi basti sapere che l'umanità si trova al centro della resa dei conti tra angeli e demoni, e il vecchio Flynn è visto come il salvatore, l'unico raggio di speranza in un panorama altrimenti disperato.
Tra i vari accorgimenti introdotti, merita una menzione d'onore la navigazione della gigantesca mappa, finalmente snellita grazie a un provvidenziale segnalino che mostra il prossimo obiettivo. Un'aggiunta apparentemente marginale ma in realtà comodissima, specie nel caso aveste già finito il quarto capitolo "vanilla", con conseguente senso di déjà-vu tra ambientazioni fin troppo familiari. Del resto l'avevo detto all'inizio, che il riciclo degli asset scorreva potente in Apocalypse.
Una sensazione che si fa viva prepotentemente anche durante il combattimento, con i ritratti dei vari mostriciattoli praticamente importati in toto, salvo sparute eccezioni. Fortunatamente, Atlus ha deciso di rendere l'esperienza - di per sé già ottima: il sistema di combattimento di Shin Megami Tensei è oggettivamente inattaccabile - un po' più interessante per i veterani, appioppando a Nanashi una serie di compagni che guadagnano livelli e sviluppano abilità autonome, interagendo nella lotta con attacchi e tecniche di supporto.
La loro presenza non è limitata al solo pestaggio, vedi il fantozziano poltergeist Navarre, che mette presto le mani su un'arma con cui dar sfogo al suo smisurato ego facendo a pezzi particolari barriere altrimenti intoccabili. Tutto bellissimo, come i tre livelli di difficoltà inizialmente selezionabili e liberamente intercambiabili in qualunque momento, una caratteristica eccellente che permette a tutti di gustarsi la vicenda, anche a quelli che in passato si sono arenati contro la proverbiale, ripida, difficoltà che contraddistingue la serie. E se proprio vi scoprite pippe fino al midollo, potete sempre ricorrere alla funzione di scambio, affidando i vostri demoni allo StreetPass o a internet, sperando di ricevere in cambio Satana in persona.
Alla fin della fiera, la gioia di mettere le mani su un capitolo non-proprio-nuovo-ma-comunque-sempre-gagliardo è quella che rimane; chiudendo un occhio sul riciclo, la cosa che mi infastidisce un po' è la resa dei nemici che, come nel 2013, lascia la spiacevole sensazione di lottare contro sagome di cartone scarsamente animate. Sono fastidiosamente anacronistici nelle loro rozze standing animation e privi di fotogrammi di attacco, anche contando quanto siamo stati abituati bene dai ben più dinamici e spettacolari scontri della serie Persona, pure sulle console portatili.
Ho completato Shin Megami Tensei 4: Apocalypse con un codice fornito dal distributore, investendo una trentina di ore circa nella quest principale. Non ho fatto particolarmente fatica, anche grazie alla possibilità di abbassare la difficoltà, che mi ha dato una mano nel cattivissimo dungeon finale. Le piccole ma significative migliorie fornite da Atlus mi hanno fatto accettare senza eccessivi patemi il riciclo di nemici e fondali. A Natale, poi, si perdona tutto, o quasi. Ah, come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.