I (nostri) migliori anni del videogioco: 1991, non solo Lemmings, Civilization e Populous II
Il 1991, per me, resta – e resterà per sempre – l'anno della maturità scientifica. Per fortuna, a dare un po' di colore ai miei tristi pomeriggi a base di formule di fisica da metabolizzare e versioni di latino da tradurre, c'erano un fiammante Amiga 500 (espanso a 1 MB!) e un nuovissimo Game Boy.
Per l'home computer di mamma Commodore, il 1991 è stata una buona annata, con la pubblicazione di alcune gemme inaspettate come Lemmings, Civilization, Alien Breed, Monkey Island 2: LeChuck's Revenge, solo per citarne alcune!
Gioconi non solo su Amiga o Atari ST, ma anche su PC compatibili MS-DOS (ve li ricordate?) o su console come Sega Mega Drive, NES, Atari Lynx o Game Boy, senza dimenticare i cabinati in sala giochi. E a fine anno, in Giappone, veniva lanciato un “certo” Super Famicom...
Compilare una classifica in un'annata del genere è un'impresa pressoché impossibile, anche perché alcuni blockbuster sono diventati delle vere e proprie pietre miliari, per alcuni generi videoludici.
Per esempio, prima che DMA Design (ora si fanno “chiamare” Rockstar North) portasse su Amiga/Atari ST/PC gli sconosciuti Lemmings, qualcuno di voi conosceva questi famosi roditori nordici e la “storia” dei suicidi di massa? Io faccio pubblica ammenda (e poi dicono che i videogiochi non acculturano!) ma non ne sapevo proprio nulla.
I talentuosi scozzesi DMA Design avevano già dato prova di grande talento con gli sparatutto a scorrimento orizzontale Menace e Blood Money per Amiga/Atari ST. Che se ne uscissero nel 1991 con un puzzle game con protagonisti questi simpatici roditori era impossibile da prevedere anche per Nostradamus. Che fosse poi un bel gioco o addirittura un capolavoro assoluto era proprio impossibile!
Menace e Blood Money erano degli shoot 'em up ben fatti, ma con Lemmings, DMA Design aveva fatto centro. Il primo aveva totalizzato 20.000 pezzi venduti in versione Amiga, il secondo aveva superato abbondantemente le 40.000 unità. Cifre impressionanti, se si considera quanto era diffusa la pirateria sul gioiello Commodore. E con Lemmings, il team scozzese riuscì a vendere ben 55.000 pezzi al day one! E l'onnipresente publisher/studio di Liverpool Psygnosis non perse l'occasione per mettere sotto contratto questo talentuoso team di sviluppo scozzese.
Lemmings aveva dimostrato – ancora una volta – quanto talento c'era nei ragazzi di DMA Design, capaci di programmare quei simpatici roditori che si muovevano alla cieca per raggiungere la via d'uscita di ogni livello. E per evitare che i poveri lemming cadessero, affogassero o venissero schiacciati, il giocatore doveva sfruttarne ogni singola abilità, per trovare la tanto agognata strada verso l'uscita.
Il successo fu clamoroso e nel giro di pochi mesi venne pubblicata la prima, espansione dal titolo Oh No! More Lemmings! Altri cento livelli da giocare e una decina da provare in co-op con un amico.
Il 1991 fu per il sottoscritto l'anno di Sid Meier's Civilization, un'altra pietra miliare assoluta nel settore videoludico. Mi sono trovato catapultato nel mondo della strategia a turni dopo aver costruito un impero ferroviario con la precedente opera del geniale Sid, Railroad Tycoon. E dopo aver amministrato con risultati alterni una metropoli con l'innovativo SimCity firmato da Will Wright di Maxis, rivivere la storia della civiltà umana in un videogioco mi sembrava qualcosa di folle. Per carità, mi ero già cimentato con i simulatori divini alla Populous inventati da Molyneux e soci e avevo affrontato crisi geopolitiche con Balance of Power di Chris Crawford, ma quello che proponeva Civilization era assolutamente unico!
Dopo aver simulato di tutto e di più a livello militare, il buon Sid aveva voglia di sviluppare qualcosa di diverso. Nonostante il discreto successo commerciale di Railroad Tycoon, non fu facile convincere Bill Stealey, Bruce Shelley e gli altri membri di Microprose a pubblicare Civilization.
La particolarità di Civilization fu quella di fondere le peculiarità dei board game strategici con un gameplay assolutamente rivoluzionario per quei tempi: il giocatore costruiva a turni “veri e propri imperi”, affrontando nelle varie epoche avvenimenti, tecnologie, unità, città e civiltà conosciute, divertendosi a riscrivere la Storia!
Grazie a uno fra i design più rivoluzionari della storia videoludica, Civilization si è rivelato essere molto di più di un semplice videogioco: alcuni critici lo hanno definito la metafora del capitalismo occidentale, altri lo specchio riflettente e deformante della cultura del progresso. Per il sottoscritto, un gioiello che mi aveva incollato per mesi e mesi al mio fedele Amiga, comprese numerose notti insonni (invece di studiare).
E restando in ambito strategico, il 1991 aveva salutato il ritorno del celebre God Game firmato da Bullfrog. Con Populous II: Trials of the Olympian Gods, il genio inglese Peter Molyneux si era superato, realizzando per Amiga, Atari ST/PC uno strategico in tempo reale da urlo ambientato nell'antica Grecia.
Il giocatore vestiva i panni di un semidio pronto a sfidare Zeus (suo padre) con i propri seguaci. Affrontare il padre degli Dei per ottenere un posto nell'Olimpo era veramente un'impresa da Dio: un migliaio di battaglie da combattere, un popolo da far prosperare e poteri sovrannaturali da scatenare sui nemici (più di una trentina). Il tutto era sublimato da una velocità e da un'immediatezza uniche, e bastavano un paio di clic sul mouse per scatenare l'inferno sullo schermo. La visuale isometrica, poi, dava quel tocco figo in più al gioco, che in soli due dischetti nascondeva una longevità incredibile. Merito di un'I.A. superbamente programmata, che cambiava il suo modo di giocare a ogni partita.
Questi sono i tre principali giochi che mi hanno accompagnato in tutta l'annata del 1991. Non posso dimenticare però i pomeriggi o le domeniche passate con Advantage Tennis, 4D Sports Boxing, Midwinter 2, Gods, Alien Breed, Lotus Turbo Challenge 2, Another World, Turrican II: The Final Fight o Eye of the Beholder II: The Legend of Darkmoon. E soprattutto con Monkey Island 2: LeChuck's Revenge: gli undici maledetti dischetti blu per caricarlo (l'hard disk su Amiga 500 era un miraggio.) sono un piacevole incubo che ricordo tuttora, così come gli enigmi proposti da quel folle genio di Ron Gilbert.
Il 1991 riassunto in maniera arbitraria e incompleta: 4D Sports Boxing, Advantage Tennis, Alien Breed, Another World, Civilization, Eye of the Beholder II: The Legend of Darkmoon, Gods, Heimdall, Jimmy White's Whirlwind Snooker, Last Ninja 3, The Legend of Zelda: A Link to the Past, Lemmings, Lotus Turbo Challenge 2, MegaloMania, Mega Man 4, Metroid II: Return of Samus, Midwinter 2, Monkey Island 2: LeChuck's Revenge, Populous II: Trials of the Olympian Gods, Road Rush, SimAnt, Sonic the Hedgehog, Street Fighter 2, Super Ghouls 'n Ghosts, Turrican II: The Final Fight, Wing Commander II: Vengeance of the Kilrathi.
Questo articolo fa parte della Cover Story "I (nostri) migliori anni del videogioco", che trovate riepilogata a questo indirizzo.