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Backlog #7 - Walking Heavy: Piccoli GTA crescono... o ci provano!

Backlog #7 - Walking Heavy: Piccoli GTA crescono... o ci provano!

Backlog è la rubrica in cui chiacchieriamo fuori tempo massimo di giochi che abbiamo recuperato nella nostra lotta infinita contro il cumulo di arretrati. Sono quei giochi troppo recenti per poter essere ammessi nell'ospizio, ma già troppo vecchi perché possa ancora interessare a qualcuno una recensione classica.

Cos'hanno in comune l'espansione London 1969 del primo Grand Thef Auto e la tanto vituperata serie The Getaway? Risposta: l'ambientazione in Gran Bretagna.

Nonostante sia un fanboy incallito, quando si parla di Rockstar Games (nello specifico dei ragazzi di North!), con molta onestà, ammetto di non aver amato particolarmente i primi episodi della serie GTA. In un periodo storico in cui il 3D stava iniziando a spaccare su PC con una moltitudine di schede dedicate e la PlayStation stava già rullando alla grande, giocare ai primi Grand Theft Auto con quella visuale dall'alto mi sembrava una perdita di tempo. Certo, c'era la possibilità di fare strage di pedoni in perfetto stile Carmaggeddon e di rivivere spettacolari inseguimenti tra polizia e criminali, ma la scintilla magica non è mai scattata!

Un titolo che attendevo con molta hype – potenza del marketing – era The Gateway del Team Soho. Si trattava della risposta Sony all'esplosione di GTA III e degli open world: nonostante qualche lacuna di troppo a livello di gameplay, la Londra proposta dal Team Soho a base di gangster e crimine mi era piaciuta moltissimo.

Dopo questa premessa – spero utile – a quasi vent'anni di distanza, mi ritrovo a giocare a un titolo che ricorda i primissimi GTA da me bistrattati, senza la magia dei 4K e con una visuale isometrica in stile Syndicate (più che Londra... ), un approccio stealth à laHitman e una soundtrack elettronica sorprendente. Ah.. giusto, manca il titolo di questo indie: Walking Heavy.

Programmato interamente da un ragazzo di Manchester (si fa chiamare GO Studio) come passatempo dopo il lavoro, Walking Heavy mette il giocatore nei panni di un sicario che deve esegue dei “lavoretti” su commissione per il suo boss. Il gameplay è di una semplicità disarmante: si scende da un treno, si esplora la zona del “lavoretto” alla ricerca del bersaglio da eliminare e, una volta portato a termine il compito, si ritorna in stazione ad aspettare la carrozza per tornare a casa.

Per rimpinguare le proprie finanze e migliorare l'attrezzatura a disposizione, il nostro sicario può recuperare e vendere droga (chiamata Hype). Non manca neppure una componente ruolistica che permette al nostro hitman di migliorare le proprie abilità: per esempio, aumentando il parametro “Carisma” si riesce a vendere più droga e a fare più soldi utili per comprare armi e munizioni. Le dotazioni sono molto scarse all'inizio e ci vuole un sacco di tempo per risparmiare denaro per sbloccare poi attrezzatura ad hoc (tipo un silenziatore). 

Mentre si muove tra le luci e le ombre della città, il nostro sicario può sfruttare uno speciale cerchio “stealth” per evitare le attenzioni dei poliziotti (muniti di fastidiosi taser) e degli altri NPC. Non si tratta del classico cono di visibilità presente in tonnellate di giochi simili, ma di un cerchio con un raggio che varia in base alla distanza e alla presenza dei nemici.

Lo stile minimalista di Walking Heavy mi piace molto e mi ricorda le atmosfere di Blade Runner (o di Syndicate, senza i mega schermi o i neon!) piuttosto che la Londra o la Manchester immaginata GO Studio. Il ciclo notte/giorno – a proposito, le missioni iniziano sempre nell'oscurità! – dona un tocco di frenesia al gioco e dura “circa” sette minuti: alle prime luci del giorno, infatti, è difficile centrare il bersaglio e sviare le attenzioni dei poliziotti. È richiesto un approccio stealth durante l'oscurità (sfruttando l'ombra ed evitando la luce dei lampioni) per avvicinarsi al bersaglio senza attirare potenziali testimoni. Purtroppo, l'I.A. dei cosiddetti “nemici” non funziona benissimo e si creano spesso situazioni al limite dell'assurdo.

Il gameplay, nonostante un buon numero di bug e di glitch, colpisce per la sua immediatezza e freschezza, anche se dopo un po' di partite si avverte una certa ripetitività. Si sale di livello, c'è una classifica online con il proprio nome e si possono sbloccare gadget e armi: qualcosina in più non guasterebbe e a breve è previsto un corposo aggiornamento.

Anche a livello visivo, servirebbe una maggiore varietà nelle location (e negli stringatissimi dialoghi), mentre l'I.A. va sistemata assolutamente. Trattandosi del lavoro di una singola persona, non posso non apprezzare comunque il risultato finale. Caruccia la colonna sonora elettronica, realizzata da un musicista di Manchester chiamato Vhsx.

Se siete alla ricerca di un indie à la GTA per qualche ora di sano “killeraggio”, dategli una possibilità: GO Studio sta lavorando continuamente per migliorarne il gameplay e aumentarne i contenuti, nonostante il gioco sia uscito ormai da tre mesi. Walking Heavy è infatti giocabile su Steam da fine ottobre, ma pochi se ne sono accorti. C'è anche una demo per chi volesse provarlo, mentre la versione completa costa 4,99 euro.

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