Ottobre 1979: Un manipolo di eroi fonda Activision | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il primo di ottobre del 1979 segna il momento storico in cui gli incazzati di Atari concretizzano il loro esodo fondando Activision, il publisher ribelle che lotta contro il sistema. A ripensarci quarant'anni dopo, con bene in testa cosa Activision diventerà, fa un po' ridere, ma sì, è davvero così. Stanchi del trattamento riservato loro da Atari nella gestione Kassar (mancato riconoscimento del nome degli autori dei giochi, compensi monetari inadeguati e altre sciccherie), David Crane, Larry Kaplan, Alan Miller e Bob Whitehead salutano sbattendo la porta, fondano Activision e, sostanzialmente, inventano il concetto di "terze parti". Non solo: a chiusura della causa intentata loro da Atari stessa, inaugurano anche il rapporto a base di royalty sganciate al produttore della console per cui si pubblicano i giochi.
Il primo grande successo di Activision sarà Pitfall!, ma ne arriveranno divesi altri. Sfortunatamente, a seguire nasceranno tante, troppe, altre terze parti, che porteranno alla saturazione del mercato statunitense e al famoso crash del 1983. Activision sopravvivrà grazie alla scelta di diversificare la sua produzione e sbarcare anche sui personal computer, costruendo il successo di un'azienda che rischierà comunque il collasso a fine anni Ottanta ma verrà rimessa in piedi dalla discesa in campo di Bobby Kotick e proseguirà imperterrita nei secoli dei secoli.
Lo stesso mese vede l’arrivo in sala giochi di uno fra i primi picchiaduro della storia, specie se non si tiene conto di qualche gioco di boxe uscito negli anni precedenti. Warrior, creato da Tim Skelly per conto di Vectorbeam, sussidiaria di Cinematronics, pone al controllo di due cavalieri in grafica vettoriale, basati su una rudimentale tecnica di motion capture. Inizialmente, tra l’altro, il gioco doveva essere ancora più innovativo, grazie a un sistema di controllo pensato con due joystick per ciascun giocatore: una leva deputata al movimento del cavaliere e l’altra all’utilizzo della spada. Purtroppo, a causa dei costi proibitivi, la versione finale del gioco offre un solo joystick a testa e un pulsante tramite cui passare dal controllo del personaggio a quello dell’arma. Warrior non è certamente noto come altri picchiaduro che arriveranno poi ma rimane parecchio avanti nei tempi per concezione e realizzazione.
Infine, a ottobre del 1979, Texas Instruments regala (si fa per dire) al mondo il TI-99/4, personal computer dallo scarso successo che ma che farà da base per il più apprezzato TI-99/4A, in arrivo due anni dopo. Ma ne ho già parlato qua.