Il primo Advance Wars non si scorda mai | Racconti dall'ospizio
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Cominci a sentire il peso della vecchiaia quando ti viene chiesto di scrivere sempre più Racconti dall’ospizio, di quelli che leggevi dalle penne che avevi osservato da bambino sulle riviste che sfogliavi alla ricerca del tuo prossimo gioco preferito.
E ti senti ancora più vecchio quando ti ricordi alla PERFEZIONE il giorno in cui avevi comprato Advance Wars, in coppia col nuovo Game Boy Advance SP però un po’ di nascosto perché già i tuoi erano poco contenti di quanto tempo passavi col primo modello di Game Boy Advance. Ma almeno quello nuovo aveva lo schermo retroilluminato, magari li avresti convinti così.
E ti senti tremendamente vecchio quando ti ricordi addirittura la posa in cui eri seduto sul divano mentre mettevi in carica la nuova console e avviavi quel gioco di cui avevi letto strabene.
E in effetti Advance Wars era proprio bello, oh. Un po’ diverso dal tattico a turni che avevi già provato, quel Final Fantasy Tactics giocato a casa di tuo zio che però era simile ai JRPG che stavi già cominciando ad esplorare.
In Advance Wars non si saliva mica di livello, eh, il grinding non era permesso. Avevi dei personaggi ma erano degli eroi “comandanti” in grado di influenzare le performance delle tue armate. Dovevi conquistare avamposti, difendere territori e acquisire risorse per poi provare a ribaltare lo scontro. Insomma, era il tuo primo wargame a turni. E non potevi fare scelta migliore.
Perché Advance Wars è credo il gioco perfetto per iniziare nel mondo delle battaglie a turni. Un look caruccio che nasconde una più che discreta profondità ma veicolata in maniera pacata, dolce, accompagnando il giocatore in missioni che, al contempo, lo portano a scoprire anche la storia e il mondo di gioco, le diverse fazioni, magari da provare poi nella modalità Challenge, in cui provare a sfruttare ogni lezione imparata sul campo.
Un gioco mai davvero frustrante ma impegnativo, che col tempo avresti capito non essere bilanciato al 100% per un competitivo sano ma chi se ne frega, è palesemente un design piegato all’altare del divertimento. E poi, all’epoca, l’unica competizione che potevi affrontare era a chi non finiva in porta nelle partite di calcetto sulla spiaggia.
E capisci che sei davvero vecchio quando ti ricordi pure che Advance Wars è il primo gioco che hai fatto giocare a tuo fratello, che di anni ormai ne ha ventuno. Che poi vabbé “giocare”: gli mettevi il GBA con la modalità di creazione dello scenario e lui si divertiva a vedere semplicemente cose che cambiavano sullo schermo.
Però poi, dopo la corsa allo specchio del bagno per contare i capelli bianchi, ti chiedi un po’ perché Advance Wars ti sia restato così tanto nel cuore.
Ed è probabilmente perché ha rappresentato il passaggio verso un’età più “matura” del tuo essere videogiocatore, di quella che provava nuovi generi e aveva voglia di approfondirli e riscoprirli, di apprezzare sempre più giochi con meno azione e un po’ più di spremimento di meningi e, perché no, provare anche a giocare un po’ più su PC, dove quei wargame erano più presenti, anche se spesso in tempo reale (e per carità, i turni meglio sempre).
Ed è forse anche per questo che tutti gli altri Advance Wars venuti dopo ti sono certamente piaciuti, ma non tanto il primo: nel tempo ti sei detto che era perché le loro aggiunte non portavano nulla se non forse qualche strato di complicazione in più. Oggi, invece, sai perché: semplicemente, quel rito di passaggio scaturito dal primo Advance Wars si era già concluso ed era impossibile per loro replicare quella magia.