Astral Chain mi ha incatenato a Switch senza pietà
Sei mesi. In barba a certi ipertrofici cicli di marketing videoludico, è questo l'intervallo trascorso da quando Astral Chain si è rivelato - stregandomi all'istante - al momento in cui ho finalmente potuto sviscerarlo fino all'essenza. Sei mesi piuttosto intensi, durante i quali non ho mai fatto mistero del mio crescente entusiasmo per la nuova esclusiva Switch, frutto del rinnovato sodalizio tra PlatinumGames e Nintendo. Sapete, quando il precedente illustre del medesimo iter produttivo è nientemeno che il miglior action game dell'ultimo decennio, ovvero Bayonetta 2, capite da soli che c'è veramente poco da stare calmi.
Tuttavia, al di là delle aspettative personali, questo bizzarro action cyberpoliziesco era in cantiere da ben cinque anni: un'importanza tutt'altro che secondaria per lo studio di Osaka, sottolineata da almeno un paio di fattori. In primis, si tratta del banco di prova per il talentuoso Takahisa Taura (game designer, tra gli altri, di NieR: Automata), al suo debutto assoluto in veste di director sotto la supervisione del guru del videogioco d'azione in persona, Hideki Kamiya. In secondo luogo, rappresenta il coraggioso tentativo di spingere un genere sempre più chiuso in se stesso verso altri orizzonti, mirando a bissare il successo commerciale ottenuto di recente solo grazie alla partnership con Yoko Taro e Square Enix.
Questo entusiasmo dilagante verso Astral Chain, dicevo, mi ha poi fatto prendere un volo diretto a Francoforte, presso la sede europea di Nintendo, invitato in occasione di una prova in anteprima per Everyeye. Ne sono uscito decisamente galvanizzato, perché consapevole di non aver mai giocato a niente di simile - certo -, ma anche leggermente stordito dalla mole esagerata di azioni, situazioni, cose. Che l'ambizione di PlatinumGames fosse a tratti persino eccessiva? Forse, mi dissi, era questione di pratica, di riuscire a gestire l'apparente caos per ristabilire ordine ed equilibrio. Esattamente come sono chiamati a fare gli agenti della squadra speciale Neuron, nella loro missione per la salvezza dell'umanità.
Anno 2078. La Terra è in ginocchio a causa della progressiva contaminazione provocata da una sostanza aliena secreta dalle Chimere, mostruose creature in grado di spostarsi fra le dimensioni. Nella tentacolare megalopoli battezzata Arca, ormai ultimo baluardo del genere umano, il corpo di polizia locale ha istituito una speciale task force, i cui membri sono gli unici capaci di debellare l'invasione, grazie alla più recente invenzione biotecnologica: i Legion. Questi non sono altro che Chimere costrette a passare dalla parte della legge, connettendosi cerebralmente - tramite una lunghissima catena, a mo' di manette - a individui compatbili, che possono disporre così dell'arma definitiva per contrastare una minaccia altrimenti invisibile all'occhio terrestre.
Assieme al sottovalutato Asura's Wrath, Astral Chain è uno dei più riusciti punti di contatto tra il videogioco e l'universo manga/anime che io ricordi. L'ispirata direzione artistica, dominata da un cel-shading sgargiante dai contorni semirealistici, ha del resto coinvolto nientemeno che Masakazu Katsura, rinomato mangaka autore di Zetman e Video Girl Ai.
Ma non è soltanto una questione estetica, poiché anche la narrazione attinge a piene mani dall'immaginario sci-fi giapponese, per costruire un contesto ricercato: i principali riferimenti vanno da Masamune Shirow ed i suoi Ghost in the Shell e Appleseed, a Patlabor, fino agli eccessi visivi del panorama tokusatsu.
L'invasione aliena, il dramma motivazionale del prescelto e più in generale l'eterna tematica della legge contro il caos sono infatti tutte classiche convenzioni sulle quali si focalizza una trama inaspettatamente presente, con tonalità che sfumano in un battito di ciglia dall'epico al demenziale. Fiero specchio della sua cultura, Astral Chain poteva nascere solo in Giappone, dove la figura del tutore dell'ordine è pressoché mitizzata; sempre in ambito videoludico, basti pensare a Phoenix Wright o anche al recente Judgment.
Pur senza particolari colpi di testa e con risvolti quasi sempre al limite del prevedibile, ho tutto sommato apprezzato la vicenda; ciò che proprio non ho digerito è stata invece la scelta di rendere muto il protagonista: oltre a sfavorire l'immersione, facendomi sentire costantemente spettatore passivo in balia degli eventi, ha spesso depotenziato il pathos delle scene più drammatiche. In ogni caso, nonostante l'attenzione alla narrazione sia più alta rispetto agli standard dello studio, il cuore (o, meglio, il mainframe) di Astral Chain resta saldamente l'azione esplosiva del suo gameplay. E pure quello gli standard ha deciso di farli a pezzi.
Facendo evolvere il concept del vecchio Chaos Legion e studiando le debolezze di Devil May Cry 5, Platinum ha anzitutto creato un combat system capace di distinguersi con intelligenza da quello di Bayonetta, incentrandosi sul combattimento in sinergia a fianco del Legion. Mentre la Strega di Umbra picchia al servizio di combo e performance fantasiose, in Astral Chain è piuttosto un fattore ritmico a pilotare il corso degli scontri, scandito da risposte tattiche a situazioni di pericolo specifiche. Ogni agente Neuron è dotato del Manganello X, trasformabile a piacere in una pistola o in uno spadone, secondo necessità; ideale per le Chimere volanti la prima, efficace sugli scudi il secondo. Una volta scatenato contro l'obiettivo, il Legion attacca in automatico: è però possibile prenderne il controllo, in modo da spostarsi più rapidamente o sfruttare la catena in modi assolutamente creativi, quali ad esempio ruotare attorno ai nemici incatenandoli sul posto, oppure estenderla al massimo per farli rimbalzare in pieno stile ring di wrestling. Il ritmo è fondamentale, poiché in seguito a una serie di colpi andata a segno, il Legion brillerà di blu: in tandem con la creatura biomeccanica, quello sarà il momento giusto per eseguire mosse tremendamente efficaci e dalle coreografie impossibili. A tutto ciò, aggiungete una generosa progressione, legata allo sviluppo sia dell'arsenale che dei cinque differenti Legion (Spada, Arco, Possente, Bestia e Ascia), ciascuno dotato di un'abilità unica e altre skill attive e passive. Eppure, non sarebbe comunque sufficiente a descrivere la profondità di un sistema tanto innovativo quanto straripante di possibilità, che trova il suo apice nel dinamismo delle boss fight, rese ancora più adrenaliniche dal contorno musicale a base di metal elettronico. Escludendo l'esaltazione giustificata, però, persino nelle fasi più avanzate ho trovato che l'azione fosse talvolta poco leggibile, complici i capricci della telecamera e un targeting impreciso. Per un'esperienza migliore, ovviamente, il consiglio supremo è quello di usare il Pro Controller.
Astral Chain è tuttavia infinitamente più sofisticato rispetto al genere hack 'n' slash e gli scontri rivestono soltanto una delle sue tante anime; a dire il vero - nel bene e nel male - non per forza la più preponderante. Di solito, ogni capitolo è strutturato in tre fasi. Si inizia con il briefing della nuova missione presso il commissariato Neuron, hub centrale in cui sfruttare il corposo tutorial per allenarsi e gestire l'equipaggiamento a base di cure, armi bonus e bevande speciali. Una volta pronti, l'elicottero ci porta a compiere indagini sul passaggio delle Chimere in giro per la città: si trattta, in sostanza, di raccogliere informazioni conversando un po' con tutti, per poi scegliere quella corretta in risposta a una serie di quesiti durante il report al comandante. Queste zone cittadine, piuttosto ampie, sebbene non si possa parlare di open world, ospitano sottomissioni veloci ma estremamente varie e originali, nonché fuori di testa: raccogliere un palloncino da un albero con l'aiuto del Legion, trasportare gelati e incatenare fuggitivi sono solo alcuni dei compiti che presterete al servizio della comunità, non importa quanto bislacchi essi siano. Facendo sempre attenzione a gettare le lattine nei rifiuti e a non attraversare le strisce col rosso, pena la perdita di qualche punto rango!
È però oltrepassato il portale per il Piano Astrale che Astral Chain dà il meglio di sé: nell'altra dimensione, l'azione rallenta occasionalmente per lasciar spazio a fasi platform e a puzzle che per inventiva non sfigurerebbero in uno Zelda. Questi ultimi prevedono l'impiego di abilità specifiche delle ex-Chimere, anche al di fuori della lotta: ad esempio, si può cavalcare il Legion Bestia mentre si combatte (!), ma anche per superare sezioni con barriere a tempo e ostacoli di altra natura, così come sfruttare il “taglio” del Legion Spada (Metal Gear Rising?) per spezzare la linea energetica che tiene uniti fra loro due nemici.
Questo spiccato carattere eclettico è insomma il più grande pregio e al tempo stesso l'”anello debole” della catena blu elettrico di Astral Chain, in quanto – pur reinventandosi continuamente con stupore – non sempre riesce ad amalgamare al meglio le sue mille sfaccettature, perdendo qualcosa sul lato del coinvolgimento per le sue oltre venti ore. Ho l'impressione dunque che l'intenzione fosse abbracciare il concept dell'essere poliziotto a trecentosessanta gradi, e non solo quando c'è da menare il manganello, trasmettendone sì la responsabilità ma anche il senso di metodica routine. Con un combat system del genere, avrebbe potuto tranquillamente limitarsi a far menare il manganello per tutto il tempo, quindi lode a Taura & co. per aver provato comunque ad alzare gli standard e a dire qualcosa di nuovo. Sperando non rimanga soltanto un veloce giro di pattuglia, Astral Chain è una lezione di originalità e stile per il panorama action e un magnifico compendio della decennale esperienza di PlatinumGames.
Ho giocato ad Astral Chain su Switch, sia in modalità TV che portatile, grazie a un codice fornitomi da Nintendo Italia. Ho incatenato bestie interdimensionali e riportato l'ordine sull'Arca in circa venticinque ore di gioco, lasciando indietro gran parte delle missioni secondarie perché curioso di vedere come proseguiva la storia. Astral Chain è un'esclusiva Nintendo Switch . Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.