Paperback #27: Bloodborne è da paura! Cosa leggo di simile?
Paperback è la nostra rubrica in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.
Vi siete lasciati ammaliare dall’oscurità seducente di Bloodborne e avete intuito che sotto a quel mucchio di stracci sporchi, di deformità, di lune giganti che fanno gli occhi dolci ai licantropi, c’è un mondo intero di citazioni letterarie. Esatto, proprio così. Bloodborne è un gioiellino perfetto proprio perché rifugge i canoni del dark fantasy un po’ stravisto dei Dark Souls (posate i forconi, li adoro anche io), virando sull’elegante horror gotico tessuto dalle mani benedette (o maledette) di alcuni fra gli scrittori più geniali della storia. E allora vi siete fatti la domanda che trovate nel titolo del pezzo: “Bloodborne mi è piaciuto un sacco, ci sono davvero libri che ne ripropongono le atmosfere?”. Accidenti, se ci sono.
Poniamo che voi siate a totale digiuno della narrativa horror, cosa recuperare?
Edgar Allan Poe - Tutto ciò che vi capita a tiro, che ormai ve lo vendono un tanto al chilo
Non è solo il fatto che il protagonista se ne vada in giro vestito come un corvaccio (animale simbolo della produzione di Poe), ma è proprio che Edgar Allan Poe è il padre dell’horror gotico. Se volete metterla in altri termini, è il suo autore più raffinato e iconico, la base su cui poi si sono sviluppati tantissimi altri scrittori e in generale un po’ tutto l’immaginario horror: da Lovecraft a Stephen King, passando per Clive Barker... e ovviamente Hidetaka Miyazaki, quando gli è saltato in mente di fare Bloodborne.
Le storie di Poe sono talmente conosciute che è impossibile non averci sbattuto il muso almeno una volta nella vita. Ormai lo insegnano pure a scuola. Possiamo tranquillamente affermare che Poe ha fracassato le barriere di genere ed è universalmente riconosciuto come uno dei grandi maestri della narrativa moderna. Nei suoi racconti ritroverete tutta l’atmosfera decadente e malinconica di Bloodborne, la fascinazione per l’occulto e spesso la confusione tra onirico e reale.
Oggi lo trovate in tutte le salse, ne hanno stampate talmente tante edizioni che è facilissimo reperire tutta la sua produzione. Per esempio, recentemente se ne sono usciti con questa favolosa edizione della Mondadori, che pare un tomo maledetto. Ovviamente ne esistono versioni anche più sobrie ma siamo qui a parlare di un libro che volete leggere perché vi è piaciuto un videogioco in cui si prendono i mostri a spadate, quindi più tamarra è, meglio è. A me piace un sacco, comunque.
Nel caso in cui non aveste voglia di leggere tutto quello che ha scritto, ecco una selezione di cose che secondo me non dovreste proprio perdervi: La caduta della casa degli Usher, La maschera della morte rossa, Il gatto nero, Il pozzo e il pendolo, Il cuore rivelatore, La verità sul caso di Mr.Valdemar, Il ritratto Ovale (che, se avete giocato a Layers of Fear, è d’obbligo).
H.P. Lovecraft - Anche qui, tutto, che ormai ve lo tirano dietro
Qualcuno dice che Lovecraft è stato per Bloodborne ciò che Ayn Rand è stata per BioShock. Be’, qualcuno ci ha preso. Nel senso che è impossibile non rivedere nel gioco di From Software lo zampino del Solitario di Providence. Visto il soprannome, è facile intuire che Lovecraft non era di certo l’anima della festa quand’era tra noi (solitario, misogino, profondamente razzista, ce l’aveva tutte) ma era uno che scriveva storie dell’orrore coi fiocchi, che ancora oggi sono i muri portanti di un mucchio di roba. Prima di tutto, perché inventò questo pantheon di divinità impronunciabili che denominò “i grandi antichi” (tra questi, anche il buon Cthulhu che ormai trovate sbattuto praticamente ovunque) e poi perché introdusse questo espediente narrativo per cui la conoscenza significa sventura. Scrisse che l’ignoranza, in un certo senso, aveva da sempre salvato gli esseri umani da un'atroce dipartita. Mio nonno diceva sempre che chi si fa i fatti suoi campa cent’anni e Lovecraft doveva essere della stessa pasta. Nei suoi mondi ci sono sempre esseri umani che hanno scoperto l’esistenza di questi immensi e potentissimi dei che dormono sul fondo degli oceani e, o sono impazziti, o sono diventati dei cultisti. In pratica, sono impazziti pure loro e hanno cominciato a venerarli.
Le storie di questo signore sono oscure, colme di segreti e di sottotesti letali. Miyazaki e i suoi hanno ripreso questo concetto del “non detto” e ne hanno fatto un leit motiv (pure in Dark Souls, se è per questo) e per l’ambientazione di Bloodborne hanno addirittura pescato a piene mani da un racconto del vecchio Lovecraft intitolato L’ombra su Innsmouth. Ora, in queste poche righe che vi ho raccontato, vi siete fatti un’idea di come molti di questi aspetti siano stati replicati in Bloodborne: la presenza dei grandi esseri, la conoscenza che rende il mondo un posto più pericoloso (all’aumentare dei punti intuizione nel gioco, si fa più difficile proseguire) e anche le sembianze dei nemici più ostici, tutti tentacoli e geometrie da incubo, sono lovecraftiane. Ecco, sulla copertina di Bloodborne ci dovrebbe essere scritto H.P. Lovecraft.
Cosa leggere, di questo prolifico autore americano? Anche qui trovate belle edizioni che ne raccolgono l’intera produzione. Ce n’è perfino una identica a quella di Poe che vi ho linkato appena un po’ più su. Se proprio volete leggere solo lo stretto indispensabile, allora vi consiglio questi: L'ombra su Innsmouth, Le montagne della follia, Dagon, L'estraneo, L'orrore a Red Hook, Il richiamo di Cthulhu, Il colore venuto dallo spazio (top per me), L'orrore di Dunwich, Colui che sussurrava nelle tenebre.
I classici dell’horror gotico - Frankenstein, Dr.Jeckyll & Mr.Hyde, Dracula
Ovviamente, il gioco di Miyazaki pesca a piene mani dai romanzi horror più famosi della storia. Lo fa sia a livello di influenze visive e immaginario, che prendendo ispirazione per il contesto sociale di Yharnam, la cittadina dove si svolge il gioco. Per esempio, viene subito facile intuire che la centralità del sangue nel gameplay di Bloodborne (inteso come portatore della malattia che trasforma gli uomini in bestie ma anche come unico elemento di cura per le ferite del personaggio) sia in qualche modo collegata al romanzo di Bram Stoker. Così come il concetto di “caccia” alle bestie feroci, in piena notte, con i cittadini del borgo rinchiusi in casa ad aspettare che torni il giorno, il sole, la vita. Una delle zone opzionali da esplorare, poi, si chiama Castello di Cainhurst e pare in tutto e per tutto quello del conte Dracula, tanto che uno dei boss da affrontare ricorda il caro Vlad l’Impalatore.
Inoltre, un luogo comune della narrativa horror vittoriana è la sfiducia verso la medicina (che quand’è troppo audace crea abomini come la creatura di Frankenstein) e la scienza (con i suoi effetti imprevedibili, come quelli che trasformano il Dr. Jekyll). Bloodborne parte da un incipit simile (un’infusione di sangue infetto che tiene in vita il personaggio principale) e prosegue raccontando la trasmutazione degli esseri umani in creature bestiali, ferine. Tanti feroci Mr.Hyde.
Di certo non avrete nessun problema a recuperare i tre libri. Sono strafamosi e disponibili in almeno un centinaio di versioni ciascuno.
La chicca finale: Il grande Dio Pan di Arthur Machen
Con un colpo di coda finale degno di un B-movie, ecco che in realtà Arthur Machen si ricollega all’inizio di questa lista, perché si tratta della la fonte di ispirazione nientemeno che di Lovecraft. Eggià, questo signore gallese vissuto nel diciannovesimo secolo ha dato il là al Solitario di Providence per inventare i suoi mostri cosmici.
Il romanzo che dovete recuperare (e siete molto fortunati, perché l’hanno appena ristampato in una nuova versione; io ho fatto i salti mortali per leggerlo anni fa) si chiama Il grande Dio Pan. Che non è una bestemmia, bensì lo splendido, cattivissimo seme da cui germoglierà l’orrore di Lovecraft. Non solo perché la divinità che dà il nome all’opera è l’ambigua creatrice/distruttrice dell’umanità ma anche perché la voglia dell’essere umano di spingersi al di là di quanto non gli sia consentito sapere è, anche qui, un argomento centrale.
Il bonus, rispetto a Lovecraft, che doveva essere un bacchettone mica da poco, è che la fascinazione per l’universo esoterico passa attraverso il sesso, la trasgressione, il fascino irresistibile di una donna corrotta dal male. È un racconto breve, si legge nel corso di una giornata ma è la pietra angolare di tutto. Bloodborne compreso.
Questo articolo fa parte della Cover Story “Ricordati che devi morire”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.
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