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Bravely Default e le confessioni di un amante di RPG pentito

Bravely Default e le confessioni di un amante di RPG pentito

Lo scorso anno, sotto Natale, ero in sollucchero per l'uscita di due giochi per 3DS: The Legend of Zelda: A Link Between Worlds e Bravely Default, entrambi comprati all'uscita (niente codici promo da Nintendo, proprio comprati con soldini sonanti). Zelda, beh, non lo si poteva proprio lasciar sfuggire, invece Bravely Default era uno dei rari RPG che ancora nel 2014, alla veneranda età di 37 anni, mi faceva trepidare. Il mio primo incontro con il gioco era stato molti anni prima, a un Tokyo Game Show dove facevano provare la demo in realtà aumentata, con la fatina in 3D che usciva da una speciale card che ti davano in fiera. A parte questo la demo in sé era poco più che una passeggiata in una città del gioco, ma già allora la grafica mi fece urlare al miracolo, anche perché ai tempi il gioco 3DS con la grafica più figa in circolazione era tipo Ocarina of Time, forse. E da allora aspettavo il giorno in cui lo avrei potuto giocare.

Premetto che sono un giocatore di RPG di vecchio stampo, per me i migliori RPG di sempre rimangono Chrono Trigger e Final Fantasy VI, seguiti forse da Final Fantasy IX, e ammetto che, Pokémon a parte, non ho praticamente più giocato RPG per passione dall'era PSOne. Questo perché, con l'età e gli impegni, non ho più trovato il tempo di sedermi davanti a un televisore abbastanza a lungo da godermi un gioco di questo tipo e le rare volte in cui potevo farlo le storie stucchevoli degli RPG giapponesi e i loro personaggi stereotipati mi hanno fermato. Per i CRPG è un'altra storia, lì si tratta principalmente di tempo e dedizione, che mancano... e sono sicuro che sia lo stesso per un sacco di altri giocatori.

Vabbè, long story short, il buon Andrea mi ha chiesto sotto Natale se volevo recensire questo Bravely Default e io ho accettato di buon grado, con la premessa che volevo giocarlo un po' di più prima di esprimere un'opinione. Mi sono quindi giocato tutto Zelda, un paio di Sorcery su iPad, Mario Golf (di cui ho scritto la recensione), Gone Home, Papers, Please e innumerevoli altri giochi che ho iniziato e abbandonato, mentre il bello e atteso Bravely Default stava fermo a cinque ore di gioco o giù di lì, pur essendo l'RPG più innovativo e moderno che mi sia capitato in mano nell'ultimo lustro. Tutte le volte che prendevo in mano Bravely Default mi prendeva male pensare che avrei dovuto giocare almeno fino al salvataggio successivo. Inoltre mi indispettiva tantissimo l'assenza di “tent”, l'oggetto che nei Final Fantasy cura tutto il party nei punti di salvataggio, che in combo con la scarsità di pecunia e di oggetti curativi mi costringeva a fare più grinding di quanto volessi. Ho pure abbassato il livello di difficoltà a quello di poppante, e pure così non ho trovato la forza di prenderlo in mano seriamente. L'unica cosa che credo di avere praticamente completato è il minigioco di ricostruzione del villaggio, che richiedeva solo di fare un banalissimo management di risorse e aspettare che gli omini riparassero le casette.

Ecco, questo mi ha dato da pensare, ho capito che il nuovo approccio all'intrattenimento di tablet e smartphone, l'elemento social, la possibilità di interrompere il gioco in ogni momento per guardare un qualcosa su internet o rispondere a una whatsappata, hanno dato la spallata finale al mio amore per gli RPG, che ormai è diventato solo platonico. Bravely Default è tutto quello che avrei potuto sperare di avere da un gioco di ruolo nel 2014, e ciononostante i limiti tecnici del 3DS, fatti di caricamenti troppo lenti, salvataggi in punti determinati e in generale l'impossibilità di giocare a spizzichi e mozzichi durante la giornata, hanno reso l'esperienza di gioco inadatta al mio stile di vita e alle aspettative di intrattenimento che ho da un videogioco. Pur trovando, seppur raramente, il tempo di giocare a giochi PC e console “grossi”, per i giochi portatili ci sono una serie di paletti che mi sono reso conto sono diventati fondamentali, in primis l'abbattimento dei tempi morti e il quick save, dopodiché l'appagamento immediato: ho bisogno di fare cose subito, senza leggere dialoghi o rischiare di perdere i progressi di gioco se muoio in un combattimento. Senza queste cose, un gioco, per acchiapparmi non deve essere solo ottimo, deve essere ILGIOCODELLAVITA. Bravely Default non lo è, punto. È solo il miglior RPG degli ultimi anni, ma non basta.

Al contrario, in questi mesi mi sto spaccando di Brave Frontier su Android, che è una sorta di concentrato di RPG in cui devi fare tutto ciò che normalmente si fa in un RPG, meno la parte di esplorazione e dialoghi, e con un po' di acquisti in app, ma anche senza spenderci soldi riesci a divertirti assai, o almeno io ci riesco. Bravely Default no e Brave Frontier sì come gradimento, ma se guardiamo al portafoglio, SquareEnix dei soldi da me li ha ricevuti, Gumi non ancora... ecco il paradosso del gaming moderno.

Per concludere, ecco perché su Outcast non c'è la rece di Bravely Default: perché non ci ho giocato abbastanza da sentirmela di esprimere un'opinione, ma l'ho giocato abbastanza da riconoscere che è un bel gioco che merita di essere recensito da chi lo ha apprezzato più di me.

Old! #72 – Luglio 2004

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Librodrome #53 - The Witcher a fumetti

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