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Death Fungeon è una dose di nostalgia tagliata bene e al prezzo giusto

Death Fungeon è una dose di nostalgia tagliata bene e al prezzo giusto

Per contestualizzare Death Fungeon bisogna partire necessariamente dal prezzo: 1,99 euro. Siamo davanti, dunque, a un prodotto che nasce per essere consumato rapidamente, la cui offerta è essenziale e che non ha la pretesa di avere valori produttivi chissà quanto ricercati. Diciamo che il gioco di Ritual Games è sostanzialmente l’estratto di una serata passata in sala giochi a bestemmiare contro un cabinato cattivissimo, ma venduto al prezzo di una manciata di gettoni. Di base, quindi, economicamente è già una grande vittoria, perché, facendo i conti con l’inflazione, con quattro crediti non lo finisci. Assodato che, dunque, il conto economico torna (forse meno per i due sviluppatori, ma a occhio non penso ci sia un ROI atteso così alto) e tarate le aspettative a livello “serata di svacco”, dedichiamoci pure alla disamina del giuoco.

Spesso e volentieri, la via dello stealth deve essere sacrificata per liberarsi la strada dai panciuti nemici.

Death Fungeon è un platform trial & error old-school in una pixel art che fa il verso alla tradizione 16 bit, ma più pragmaticamente, nella logica dell’essenzialità della proposta, è più che altro un collage di asset intelligente. Il gioco offre tre mondi, ovvero i tre livelli di una randomica fuga da un dungeon, dalla profondità alla superficie. Ognuno dei tre capitoli ruota intorno a una manciata di elementi grafici basilari e ai due soli sprite presenti nel gioco: il protagonista, una piccola ladruncola incappucciata e i nemici, orchi panciuti indistinguibili uno dall’altro. La struttura artistica lineare e progressiva accompagna di fatto le scelte di game design, visto che ogni livello inserisce nuove meccaniche che aumentano significativamente e costantemente la difficoltà. Se nelle segrete c’è da stare attenti solo ai nemici, poi ecco che arrivano gli spuntoni di roccia, poi le lame rotanti, poi i cancelli a tempo (mancano solo topolini da attendere, principesse e specchi da rompere). Parallelamente, pur senza un sistema di crescita delle abilità del personaggio, via via che la situazione si fa più complessa, aumentano anche gli elementi interattivi sullo schermo. Insomma, nella sua estrema semplicità e nell’uso di pochissimi asset, Death Fungeon ha tutto quello che ci si aspetta da un gioco del genere: senso di progressione, sfida crescente, elementi riconoscibili e level design chiaro.

Nessuna barra di energia, nessuna pietà, sfiorate uno di quei cosi e nulla, si muore.

Pur andando a pescare da un immaginario abbastanza canonico per il genere, però, Death Fungeon non è solo un piccolo tributo nostalgico: i due autori hanno deciso di mescolare il cocktail classico con quel goccio di contemporaneità che, insieme alla breve durata dell’esperienza, evita di archiviare il tutto come “OK, tutto bello, però 'sta roba la giocavo uguale vent'anni fa e anche basta”. Il tocco di originalità è costituito dal trattare ogni schermata (indipendente dalle altre, con tanto di checkpoint ad ogni cambio di scena) come una sorta di macro puzzle da risolvere. Certo, alcuni richiedono semplice destrezza con il pad, il calcolo al pixel dei salti e la sincronia per evitare di essere tranciati da qualche trappola maledetta, ma in molti casi c’è proprio da ragionare sfruttando un paio di nozioni prese in prestito dagli stealth o dai rompicapo. Ogni nemico, infatti, ha diversi gradi di allerta, che vanno dal sonno profondo allo stato da cocainomane impazzito, passando per due stati intermedi che spesso vanno sfruttati per avere il via libera. Si tratta sostanzialmente di utilizzare strategicamente il rumore (spostando blocchi o facendosi vedere) per attivare le ronde e aggirarle saltando di qui e di lì, oppure agendo di soppiatto e nascondendosi in calderoni piazzati negli stage. È una meccanica semplice, vero, ma funziona, e richiede di approcciare la situazione sempre con un minimo di strategia. Ho particolarmente apprezzato che alcune schermate avessero due o tre metodi diversi per essere risolte, e mi sono meravigliato quando, a volte, la via più facile fosse quella meno evidente. Ecco, forse è un peccato che questa variabilità di risoluzione degli schemi sia valida principalmente solo per i primi due mondi, però è anche vero che il terzo è quello in cui la sfida raggiunge i livelli massimi e diventa tutta una questione di tempismo, con situazioni che ti fanno imbellire non poco quando ne vieni a capo, proprio come queste qui di seguito.

Nel suo rendere la vita via via più complicata al giocatore, Death Fungeon finisce per diventare un sadico delirio di salti alla ricerca della perfect run. Ad aiutare molto l’impostazione estrema dell’ultima parte del gioco è sicuramente l’assenza del concetto di vita o game over, che permette di morire e riprovare a una velocità forsennata. In questo, la forma essenziale, priva di narrazione, cutscene, schermate di intermezzo, è vincente. Una partita dopo l’altra, si è condannati a continuare solo per migliorarsi, perché scoprire come raggiungere la dannata uscita o attivare il maledetto interruttore diventa una questione di vita o di morte. E rimorte. E ririmorte. Adrenalina, bestemmie, dipendenza sono i tre elementi su cui si basano le run del titolo di Ritual Games, che per sua natura può essere, volendo, adatto anche alle pause caffè, ma che in ogni caso fa bene il suo lavoro nel far scattare la scimmia competitiva. Spiace che una struttura del genere, con tanto di collezionabili nascosti in ogni livello, non sia accompagnata da un sistema di achievement, punteggio o ladder online con i tempi migliori, perché è effettivamente un gioco che potrebbe fare assolutamente gola agli speedrunner. Un peccato che è da aggiungere alla lista delle suppellettili che mancano (come una musica diversa dai loop mangiacervello che al settimo tentativo possono iniziare a stufare) a quello che più che un gioco, è un vero e proprio haiku in formato videoludico, che fa della sua misura condensata la sua arma vincente.

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Ho giocato a Death Fungeon grazie a un codice fornito dagli sviluppatori, dedicandogli una serata completa per completarlo senza trovare tutti i collezionabili e morendo oltre 600 volte. Death Fungeon è disponibile solo su PC.

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