Dragon Quest Builders 2, il JRPG in salsa Minecraft
La serie Dragon Quest non ha mai fatto breccia nel mio cuore, probabilmente più per difficoltà di reperimento dei giochi che per motivazioni realmente legate alla saga in sé. Se volessimo metterla su un piano vicino al tifo sportivo, sono sempre stato più un simpatizzante della squadra di Final Fantasy, nell’ambito dei JRPG (senza contare titoli come Secret of Mana, Chrono Trigger etc.), praticamente, tra Square e Enix, prima della storica fusione, sono sempre stato un supporter Square.
Detto questo, mi sono avvicinato a Dragon Quest Builder 2 con estrema curiosità, perché avevo sentito cose molto buone del primo episodio, cui purtroppo non ho giocato, e perché sapevo che non si trattava del classico JRPG (che, ahimè, non riesco più a sopportare da anni come tipo di gioco) ma di una sorta di fusione del genere con Minecraft (cosa che mi ha intrigato da subito), con una spruzzatina (ina) di Animal Crossing (che non guasta mai).
Il gioco di Square Enix inizia subito con la scelta del nostro avatar. Purtroppo, le nostre possibilità sono molto limitate: le opzioni sono un personaggio di sesso maschile o uno di sesso femminile, praticamente non personalizzabili se non per i colori di capelli e occhi e carnagione. Scelto il personaggio, veniamo catapultati su una nave comandata da mostri, che stanno inneggiando al Grande Sacerdote Hargon. Sfortunatamente, non siamo in viaggio di piacere ma ci ritroviamo prigionieri di questa ciurma costituita da scheletri e esseri vari, che ci permettono di scorrazzare per la nave solo per adempiere ad alcuni lavoretti che loro non si degnano di fare.
In realtà, con questo stratagemma narrativo, viene espletata la parte iniziare e più basica del tutorial. Infatti, date le nostre capacità di costruire oggetti, siamo portati ad utilizzare le nostre abilità per alcune piccole mini missioni, e quindi imparare le azioni che possiamo effettuare. Quando il nostro futuro sembra risolversi in un triste destino alla mercé di questi esseri, grazie ad un fortunoso naufragio, sbarchiamo finalmente sulla terraferma, un’isola dove facciamo la conoscenza di Malroth e di altri personaggi che sono fondamentali per il proseguire. Qui inizia realmente Dragon Quest Builders 2 e infatti iniziamo a capire sia l’importanza del crafting e della costruzione dei vari oggetti, sia le grandi potenzialità che derivano dal creare una comunità, con gli NPC che popolano l’isola che possono aiutarci in diverse attività, fondamentali per poter proseguire nell’avventura nella maniera più spedita e soddisfacente. I vari personaggi che faremo unire al nostro gruppo, infatti, possono essere istruiti su come gestire l’agricoltura o gli scavi, in modo da poter avere materie prime in automatico, senza doverle cercare nelle varie isole.
Eh sì, perché il nostro eroe e il suo rissoso amico Malroth devono peregrinare per varie isole, liberando le persone indigene e completando alcune missioni. Le persone liberate ci insegnano nuove abilità e su ogni isola è possibile recuperare materiali specifici, che non possono essere trovati nelle altre. Questo implica la necessità di girovagare per l’arcipelago ma rende il gioco molto variegato e mai noioso.
L’aspetto che mi ha lasciato forse meno entusiasta è proprio la parte relativa al retaggio minecraftiano, ma non perché sia fatto male, anzi, piuttosto perché non si ha tutta la libertà che un amante del gioco Microsoft è abituato ad avere. Ragionandoci sopra, è più che giustificabile, qui siamo incanalati in una storia con determinate caratteristich,e dove i personaggi devono seguire delle regole per forza di cose più rigide, ma comunque mi aspettavo qualcosa di più.
Parlando della trama, invece, ogni amante di JRPG classici, e soprattutto della saga di Dragon Quest, può ritenersi soddisfatto. Nella timeline della serie, Dragon Quest Builders 2 si pone subito dopo Dragon Quest II. Anche se il nostro avatar è, come tradizione, praticamente muto, ci pensano i vari NPC e le didascalie a raccontare una storia interessante, anche con qualche colpo di scena inaspettato. Il gioco è fra l’altro completamente localizzato in italiano come testi, ma non ho apprezzato davvero i font, che su Switch, in modalità portatile, sono di difficile lettura.
Tecnicamente parlando, sul’ibrida NIntendo, Dragon Quest Builders 2 si difende bene senza intoppi e con un frame rate stabile. Apprezzatissima la visuale in prima persona che, potendo essere alternata in tempo reale con quella in terza, non solo dona un feeling alla Minecraft molto più spinto, ma permette di gestire momenti che con quella in terza persona sono sempre stati un dramma, come per esempio infilarsi in un cunicolo che stiamo scavando. Artisticamente è quasi impossibile non notare la mano di Akira Toriyama nel character design, e tutto il mondo è ottimamente riproposto in questa versione cubettosa, che però ha un suo stile, non è semplicemente una pedissequa riproposizione di un mondo di Minecraft a caso. Ottima la colonna sonora, sempre adeguata e molto evocativa.
Insomma, Dragon Quest Builders 2 è davvero un gioco che può piacere a tantissimi, riesce in praticamente tutto molto bene, a partire dalla sua anima JRPG che è ben presente, fino ad arrivare alla soddisfazione tipica di Minecraft nel costruire oggetti, edifici e altro. Per me è stata un’ottima sorpresa e su Nintendo Switch, con la possibilità di essere portato ovunque, credo che il gioco Square Enix possa godere di una marcia in più (se sopportate i font dei testi).
Ho giocato a Dragon Quest Builders 2 grazie ad un codice per il download gentilmente inviatoci da Nintendo Italia. Ho girovago per le isole salvando persone e costruendo torri e oggetti vari, senza mai annoiarmi e apprezzando parecchio la commistione di generi. Dragon Quest Builders 2 è disponibile solo su Switch. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.