Lost Sphear e quella voglia tremenda di JRPG
C’era un tempo in cui io e i JRPG eravamo in simbiosi totale. Erano gli anni del Super Nintendo e nella mia ludoteca, insieme ovviamente a Super Mario Kart, F-Zero e più versioni di Street Fighter II, erano presenti molti esponenti del genere forse più time consuming dell’intero mondo del videogioco. Non dico proprio tutti, ma possedevo un numero considerevole di giochi di ruolo giapponesi, dai vari Final Fantasy, all’incredibile Chrono Trigger, fino a Secret of Mana e Illusion Of Gaia. Questo mio amore raggiunse però il culmine sulla prima PlayStation, con ovviamente Final Fantasy VII, a cui giocai per un numero di ore così enorme che probabilmente ora mi farebbe angosciare. Non mi lasciai nulla dietro, magia dei Cavalieri della Tavola Rotonda e chocobo d’oro compresi. Ma probabilmente, questa super overdose di combattimenti lunghissimi, incontri casuali e trame un pelo sopra le righe era stata più segnante del previsto, dato che dopo una fugace occhiata a Final Fantasy IX, non ho più toccato un JRPG manco con un bastone.
Dopo tutti questi anni di astinenza, mi sono ritrovato installato nella mia PlayStation 4 Lost Sphear, secondo gioco sviluppato da Tokyo RPG Factory dopo l’apprezzato I Am Setsuna.
Piccola premessa, che molti sapranno ma ritengo utile: Tokyo RPG Factory è una piccola software house nata per volere di Square Enix, proprio per soddisfare quella nicchia (che proprio nicchia non è) di utenti nostalgici dei JRPG di vecchio stampo.
E questa mission è più che chiara dai primi istanti di gioco, durante i quali sembra di essere saliti su una DeLorean e tornati ai primi anni Novanta. Tutto, dall’aspetto grafico alle meccaniche, anche ai personaggi, sembra un continuo omaggio ai grandi classici Square, quando ancora non aveva il suffisso Enix.
Il protagonista, Kanata, come tradizione vuole, inizia la sua avventura risvegliandosi nel proprio letto dopo un incubo ricorrente. Il villaggio di Kanata è il tipico paesino che gli appassionati hanno già visto e rivisto in decine di JRPG: personaggi non giocanti che rispondono con estrema simpatia, casette dove è possibile entrare e parlare con gli abitanti, piazze e viali tutti molto simili. In pochi attimi, il nostro eroe viene accompagnato dai suoi amici del cuore: Lumina, che è probabilmente il personaggio più saggio e riflessivo del gruppo, e Locke, un ragazzino che riesce a mettersi sempre nei guai a causa della sua irruenza. Il party dei personaggi si modifica man mano che proseguiamo nell’avventura e i vari protagonisti hanno ovviamente abilità e armi differenti.
I problemi per Kanata e i suoi amici iniziano quando, dopo una battuta di pesca dovuta alla fame impossibile da sedare di Locke, tornano a Elgarthe e trovano il paesino completamente coperto da una nebbia bianca solida, impenetrabile. Da lì a breve capiscono che l’unico modo per poter mandare via questa specie di maledizione è trovare delle pietre che nascondono delle memorie, le quali, una volta liberate dissipano la nebbia da una determinata zona della mappa.
Ovviamente, Kanata e il resto della ciurma devono non solo trovare le suddette memorie, ma anche procedere nello scoprire da dove venga questa patina bianca che copre anche altre parti della mappa. E soprattutto, iniziano a capire cosa nasconda il loro passato.
Dal punto di vista del gameplay, Lost Sphear non fa praticamente nulla per differenziarsi dai classici a cui si ispira, e quindi, ancora una volta, ci troviamo davanti l’Active Time Battle di chornotriggeriana memoria, grazie al quale il giocatore, mentre attende che l’energia di attacco del personaggi si ricarichi, può scegliere il tipo di colpo o l’eventuale oggetto o magia da utilizzare. I vari personaggi, prima dell’attacco, possono essere spostati per sfruttare la vinicinanza al nemico, un aspetto che porta una piccola novità nelle sessioni di combattimento, ma non riesce a far percepire Lost Sphear come diverso dai titoli Square del passato.
Come sempre, ovviamente, nell’ottica del potenziamento dei personaggi, qui abbiamo le gemme di spritnite, che equipaggiate correttamente, aumentano le capacità del personaggio o delle varie armature.
Lost Sphear non è un gioco difficile e, anzi, per essere un JRPG, è fin troppo lineare. Questa caratteristica è un po’ il lato più controverso di un gioco che per chiara ammissione degli sviluppatori è dedicato agli appassionati di un tempo che fu.
Il problema è che al giocatore casuale, quasi sicuramente, non interesserà intraprendere l’avventura di Kanata e soci, in quanto si tratta di un JRPG fermo algi anni Novanta, mentre l’appassionato che non vedeva l’ora di rimettere le mani sul genere a lui caro si ritrova davanti un titolo “light”, con una trama sì interessante ma non sconvolgente e un livello di sfida poco adatto a gente che ha passato centinaia di ore su un Final Fantasy a caso. Per altro, il gioco può essere completato in una trentina di ore, che sono un’inezia rispetto a quanto un patito del genere è abituato.
Lost Sphear è quindi un gioco per chi ha nostalgia dei vecchi JRPG ma non ha più la possiblità di investire il tempo classico per questo genere. Per il resto, siamo di fronte ad un gioco ben fatto, con un comparto musicale decisamente azzeccato e tutto sommato apprezzabile nel suo insieme. Una piccola nota: il gioco non è localizzato in italiano, ma solo in inglese, tedesco e francese e giapponese. Sì. fa molto anni Novanta pure questo.
Ho giocato la Lost Sphear su PlayStation 4 grazie ad un codice gentilmente inviatoci dal distributore italiano. Ho scarrozzato Kanata e la sua combbriccola per una trentina di ore circa, senza impazzire nella ricerca di quest secondarie. Come detto prima, il gioco è in inglese (o tedesco, francese o giapponese) e comunque è affrontabile senza grossi problemi, avendo una preparazione linguistica ababstanza basica (che poi mi immagino che uno che ha vissuto a pane e JRPG, magari, riesca quasi a giocarselo in giapponese). Lost Sphear è disponibile anche su PC e Switch. Ah, come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.