Di Final Fantasy X mi piaceva praticamente tutto, tranne il Blitzball
Allora, permettetemi una parentesi. Sì, ancora prima di cominciare. Una parentesi su questi articoli “commemorativi” (è la prima definizione che mi è venuta in mente) che ogni tanto mi capita di scrivere per Outcast. Niente, volevo dire che è una cosa che mi diverte molto. Che poi questo qui in particolare non è neanche granché commemorativo. O forse sì, non lo so. So che doveva essere un pezzo sul Blitzball, lo sport più amato dell’universo. Dell’universo di Final Fantasy X, per la precisione. E giopep si è ricordato (in modo abbastanza sorprendente, devo dire) che più di vent’anni fa, all’epoca della sua uscita, la decima fantasia finale di Squaresoft (non c’era ancora stato il matrimonio con Enix) mi era piaciuta parecchio. Vero. Ma non per il Blitzball. Eh, lo so, mi dispiace. Non sono tanto il tipo da sottogiochi. Vabbe’, fatto sta che quindi si è deciso di parlare comunque di Final Fantasy X, così, in generale. E non è male, come cosa.
Dunque, sì, intanto ribadisco e rilancio: non solo Final Fantasy X mi era piaciuto molto, ma probabilmente è anche il mio Final Fantasy preferito in assoluto. Ricordo benissimo il periodo in cui mi ci sono dedicato. Era l’estate del 2002, il gioco era arrivato in Europa qualche mese prima, a maggio, ma io l’ho giocato con calma, anche perché prima c’erano i mondiali. Non di Blitzball, di calcio. Quelli di Italia – Corea del Sud con l’arbitro Moreno. Comunque, la versione PAL di FFX faceva anche schifo. Era il tipico esempio di conversione vomitevole dalle versioni NTSC dei giochi giapponesi: 50Hz anziché 60 (con conseguenti rallentamenti), immagine schiacciata da due bande nere, una sopra e una sotto, e quindi deformata. Ahahahah, mamma mia, ma ve la ricordate sta roba? Poi dice la nostalgia dei vecchi tempi. Ma per piacere. In ogni caso, la mia pigrizia riusciva a vincere anche sullo schifo e, anziché sbattermi per cercare nella redazione di PSM la versione NTSC (magari americana, metti) del gioco, lo iniziai con la promo della versione PAL che non uscì dalla mia PS2 fino ai titoli di coda. Ci giocavo con calma, un paio d’ore al giorno, in media. Magari qualcosina di più nei weekend. Quindi in maniera comunque soddisfacente. Un po’ come quando stai guardando una serie TV che ti prende bene. E infatti la mia sensazione era proprio quella di guardare una serie TV. Con quella cosa di affezionarti ai personaggi, di sentirti parte di un gruppo con cui stai condividendo un viaggio importante e coinvolgente.
In effetti, anche a pensarci ora, quello di Yuna, Tidus e compagni (tra cui io, in qualche modo) era proprio un viaggio fico. Talmente appassionante da farti dimenticare delle bande nere della versione PAL. Non so come, ma sono riuscito anche a godermi la grafica del gioco, che – conversione terribile a parte – era davvero fantastica. E non solo per l’epoca, eh. Ancora oggi, nelle sue più recenti riedizioni, il gioco fa una gran bella figura. No, aspe’, ma poi c’era una colonna sonora strepitosa di Nobuo Uematsu, con uno dei miei brani preferiti in assoluto della storia dei videogiochi: To Zanarkand. Ecco, devo metterlo su adesso. Ah, che meraviglia i video su YouTube con “Zanarkand for 1 Hour”. Che poi è l’intro del gioco tenuta lì senza mai premere Start. Perfetto. No, davvero, comunque, brano capolavoro, indimenticabile. Quindi storia coinvolgente, personaggi a cui ti affezionavi, grafica bellissima (bande nere permettendo) e colonna sonora meravigliosa. Davvero la serie TV perfetta.
Ma mi piaceva anche il gioco, eh. Il sistema di combattimento, per esempio, è secondo me ancora oggi il migliore per la saga, perché era a turni veri. Niente barre ATB che si caricano (e che se non sfrutti appena pronte un po’ hai perso tempo e magari il nemico ti anticipa), niente mezze cose: turni veri e basta. Del tipo che puoi starci anche due ore a decidere la tua prossima mossa, nessuno ti corre dietro. Sarò sincero: faccio fatica a spiegarmi come mai non si usi sempre il sistema di combattimento di FFX nella serie Final Fantasy o anche proprio nei JRPG in generale. Mi piaceva un sacco anche la visualizzazione grafica dell’ordine dei turni, con le iconcine dei personaggi del party e dei nemici coinvolti nello scontro. Tra l’altro, piccola parentesi, avete visto l’interessantissimo Clair Obscur: Expedition 33 al recente Xbox Games Showcase? Usa la stessa visualizzazione per i turni. Chiusa parentesi. Ah, e anche la famosa sferografia su cui era basato lo sviluppo dei personaggi mi divertiva abbastanza. Questa ha fatto anche abbastanza scuola, tra l’altro, visto che me la sono ritrovata di tanti in tanto in altri giochi.
Insomma, di Final Fantasy X mi piaceva praticamente tutto. Tranne forse proprio il Blitzball. Ma tant’è, la perfezione non esiste, lo sappiamo. Gioco peraltro recuperabile comodamente anche oggi, grazie alle già citate riedizioni recenti. È stato spesso anche ospite di Xbox Game Pass e PlayStation Plus e in tante altre occasioni lo si trova in offerta a prezzi molto convenienti. In un’edizione per PS4 e Xbox One (riproducibile ovviamente anche su PS5 e Xbox Series X/S) molto buona, anni luce avanti alla versione PAL del gioco originale e chiaramente meglio anche di quelle NTSC. Viene venduto in coppia con il suo seguito diretto, Final Fantasy X-2, che io non ho giocato, ma che all’epoca mi stuzzicava molto per la sua vena pop. A molti fan sta invece parecchio sulle scatole. Vabbe’, ma questa è un’altra storia.
Questo articolo fa parte della Cover Story “Sport mostruosamente proibiti”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.