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Giocare in VR ha cambiato per sempre la mia concezione dei MOSTRI GROSSI

Giocare in VR ha cambiato per sempre la mia concezione dei MOSTRI GROSSI

Mostri Grossi va bene ma… quanto grossi? Questa è la domanda che mi frulla in testa da quando ho pensato di scrivere il pezzo per la cover story. Perché recentemente ho comprato Oculus Quest 2 e tutte le mie certezze sono crollate. 

Prima dell’incauto acquisto, per me il mostro grosso per eccellenza era uno dei titani di Shadow of the Colossus. Il terzo, tiè; quello che usa un pilone di cemento come spada. Un pupazzone che sul mio televisore da cinquanta pollici in salotto è alto sessanta centimetri. Grosso sì, in confronto al mio omino fragile, fragile, un mostro imbattibile. Wanda sembra una formichina davanti a questo ammasso di pelo, muscoli e pura roccia.

Detto Gaius.

Il fatto è che in VR la formichina sei tu, e questo cambia totalmente la scala con cui giudichi grande o piccolo qualcosa. D’un tratto anche le persone che ti ritrovi davanti sembrano immense. Lo sa bene chi ha provato il porno in VR per la prima volta, magari uno di quelli con le proporzioni alterate, e d’improvviso si è sentito come il protagonista di Resident Evil Village, braccato da gigantesse arrapanti e arrapate. 

Bisogna ammetterlo: in generale ogni esperienza in VR diventa più spaventosa. Sì, perfino il porno. Pensate camminare sul bordo di un cornicione, lanciarvi da un palazzo, affrontare un infamissimo mago non morto. Nell’horror le sensazioni sono talmente amplificate che mettono seriamente alla prova la sopportazione del giocatore. Provate a giocare Resident Evil 7: Biohazard in VR senza sapere cosa succede all’inizio, quando si entra in casa Baker e si cammina in punta di piedi nei corridoi della villa. Al buio. Ogni scricchiolio del pavimento un brivido, ogni volta che il telefono squilla il cuore salta un battito. E poi ancora, pensate a quando incontrate per la prima volta quegli orribili mostri fatti di fango. Se l’avete già giocato sulla televisione ve li ricordate un po’ più alti di Ethan, ma nel magico mondo della realtà virtuale vi giuro che sono immensi. Tre metri di golem che avanzano inesorabilmente verso di voi, e non vanno giù nemmeno con gli spari. Un’esperienza terrorizzante.

Così, ma PIÙ GROSSO.

Ecco, a proposito di esperienze terrorizzanti, ho appena finito Half Life: Alyx. Vi dico giusto due parole e capirete immediatamente dove sto andando a parare: aracnofobia, headcrab. Considerate che per me i videogiochi a base di alieni ragniformi sono una croce. Non vi dico che disastro in Alien Isolation quando spuntano i facehugger, e pure Half Life con i suoi aracnidi tanto affettuosi mi ha sempre fatto stringere le chiappe. Anche perché, come sicuramente saprete, l’obiettivo di questi mostruosi esserini è accoppiarsi con la vostra testa e quindi tendono a saltarvi in faccia. Molto angosciante. Quando tra voi e loro c’è uno schermo di mezzo. 

Adesso immaginate me, un cristone di un metro e novanta per novantacinque chili (a tutti gli effetti un mostro grosso) che deve affrontare un ragno spaziale grande come un cane. Capirete che il concetto di “grosso” tutto d’un tratto non ha più senso. Non sarà grande nell’accezione letterale del termine, ma un headcrab che pare un abbacchio non è nemmeno così piccolo da scherzarci su.

Ovviamente Alyx ha tutta una serie di mostruosità medio\piccole che in VR diventano colossali. Per esempio gli zombie. Che pena, eh? Si lamentano, ciondolano artigliando l’aria. Mai una vera minaccia sullo schermo del vostro PC. O le antlion, le formiche leone, più grandi di un essere umano, veloci, letali, con zampacce lunghe e affilate che possono farvi a pezzi con una sola carezza. Chi non ha mai sognato di essere inseguito da un insetto grosso come una minicar che ti si lancia contro? Vi assicuro che in VR tutti questi incontri sparano l’adrenalina a mille. Ti senti impotente, un birillo. Ti senti piccolo, anche se quello che hai davanti non è di certo Godzilla. Anche perché, poi, quando incontri davvero il nemico per cui ti tocca alzare la testa, ovvero lo strider, quella zeccona robotica su tre zampe, il coraggio di affrontarlo ti manca e vorresti solo scappare via.

Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se scappo?

Si tratta di una sensazione che ho già provato nei videogiochi. Ricordo perfettamente il momento di Dino Crisis in cui la testa del tirannosauro sfonda la finestra ed entra nella stanza. Quella differenza di scala tra Regina e la capoccia del lucertolone mi aveva tolto il sonno. Un’emozione che col tempo, abituato a mostri sempre più grossi, sempre più cattivi, ho dimenticato. Con la realtà virtuale si ricomincia da capo, forse con ancora più ferocia: un rottweiler che ti salta al collo fa paura davvero, un energumeno che ti si para davanti ti intimidisce. Un mostro più grande di te ti paralizza.

Nelle fredde notti invernali, quando sotto la copertina rimugino sullo spaventoso futuro, mi chiedo cosa succederà quando un buontempone infilerà a tradimento in un gioco VR un ragno gigante come quello dei primi Resident Evil. Probabilmente ve ne accorgerete perché troverete un Oculus Quest 2 in vendita su eBay. Usato pochissimo. Solo un po’ sudaticcio.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai MOSTRI GROSSI, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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