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Il breve ma intenso incubo di Tormentum - Dark Sorrow

Il breve ma intenso incubo di Tormentum - Dark Sorrow

Un protagonista incappucciato dal volto misterioso, avvolto in un saio e immerso in un'avventura dinamica dalla surreale ambientazione: distaff a parte, l'anonimo protagonista di Tormentum parrebbe condividere più di una caratteristica col buon vecchio Bobbin Threadbare di Loom. Sulla carta, però; non so se avete presente la linea Twisted Fairytales tra le action figure realizzate da quella macchina macinasoldi che risponde al nome di Todd McFarlane, ma concettualmente il gioco di OhNoo Studio è un po' la versione grottesca e distorta della fiaba raccontata da Brian Moriarty alla corte di Lucasfilm Games. Niente cigni, niente era delle grandi gilde; fate posto a una fra le più convincenti terre da incubo mai viste in un videogioco, rappresentata da affreschi bitmap di rara cattiveria.

Com'è umano lei, signor cavaliere...

Perché diciamolo, la cosa che colpisce maggiormente in Tormentum è lo stile grafico. È un po' come se Giger avesse realizzato le copertine dei nostri (beh, miei, per lo meno) album heavy metal preferiti. L'influenza del papà dello Xenomorfo, con la dovuta maiuscola, è innegabile, ma la deriva dark fantasy riesce a garantire a Tormentum un aspetto davvero d'impatto.

Date uno sguardo alle immagini qui attorno: ognuna potrebbe diventare senza problemi lo sfondo del vostro desktop, nel caso aveste certe inclinazioni.

Chaos A.D. / Disorder unleashed...

La dose viene rincarata se si pensa che l'interazione con ogni oggetto avviene con un'inquadratura dedicata che ne dipinge l'area circostante, mentre i fondali sono composti a volte da più strati di parallasse. Una caratteristica, questa, resa al meglio dal sistema di controllo, con il puntatore che non comanda direttamente il protagonista, bensì un'ipotetica telecamera. L'effetto è considerevole, specialmente perché non si limita a garantire maggior dettaglio e profondità, ma è accessorio alla risoluzione di un paio di enigmi particolarmente ispirati.

Ecco, "enigmi" è una parola importante: ci sono oggetti da raccogliere e da usare, ma questo è un aspetto assolutamente marginale dell'avventura. Tormentum è più Myst che Maniac Mansion, più Layton che Loom, più Atlantis che Amnesia e via, verso i limiti dell'allitterazione.

Dark Souls incontra il Professor Layton.

Se immaginate un'avventura canonica resterete delusi, perché il novanta per cento degli ostacoli che il nostro misterioso alter ego dovrà affrontare è rappresentato da puzzle in stile Settimana Enigmistica, da varianti del gioco del quindici a blocchi da incastrare, passando per ingranaggi da posizionare e sequenze di pulsanti da premere interpretando correttamente gli indizi nascosti nelle varie schermate, automaticamente appuntati dal gioco.

Il problema è che il cervello non vi fumerà particolarmente, dato che quattro ore sono sufficienti a finire il gioco, almeno giudicando quello che mi dice il contatore su Steam. Ahimé, se non fossi dovuto andare al lavoro, avrei sicuramente terminato l'avventura alla prima partita; è vero che un indovinello tira l'altro, ma ci sono solo tre ambientazioni, tra l'altro piuttosto ristette, mentre gli enigmi canonici non vanno oltre la classica chiave da usare in una determinata serratura e varianti del genere. Scordatevi quindi oggetti da combinare o puzzle più elaborati.

Graficamente Tormentum mozza il fiato. Peccato duri pochissimo.

Sono invero presenti alcune scelte morali che avranno un impatto sul finale, tuttavia si tratta di poca cosa, considerando che una seconda partita potrebbe durare al massimo tre ore, una volta compresa la logica dei vari puzzle. Quel che resta è una colonna sonora composta da una ventina di tracce lugubri, perfettamente a proprio agio con il resto del gioco, oltre a una traduzione in italiano sorprendentemente buona, con qualche occasionale errore che non disturba più di tanto.

È un peccato che un'ambientazione tanto riuscita sia stata sfruttata così poco; la trama fa un buon lavoro, mostrando da subito il traguardo da raggiungere, senza però chiarire il motivo fino all'ultimissima scena, mentre alcuni personaggi sono più di quel che appaiono inizialmente, ma non c'è davvero il tempo per approfondirli a dovere. Potenzialità enormi che trasmettono le vibrazioni giuste, quelle di un nuovo Darkseed, per intenderci, ma al momento inespresse e in formato bignami: speriamo in un seguito degno.

Ho giocato Tormentum - Dark Sorrow grazie a un codice fornito da OhNoo Studio, completando l'avventura in poco tempo, davvero troppo poco. Nelle quattro ore ho causato dolore e sofferenza in una terra da incubo già di per sé dilaniata da personaggi grotteschi e piogge di meteoriti, meritandomi il finale peggiore perché sono chiaramente una cattiva persona. Il giro successivo è durato meno di tre ore, arrivando ai titoli di coda a velocità di curvatura, senza lo stupore della prima volta. Ora sono arrabbiato, perché volevo passare almeno dieci ore immerso in una simile ambientazione, gustandomi alcuni tra i fondali bitmap più belli dai tempi di Dragon's Crown, e invece niente, fine del viaggio e amaro in bocca. Spero in un seguito che rimetta le cose a posto, offrendomi un gioco all'altezza di tale splendore visivo.

Voto: 7

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