La mensola di Shin X #22 - Super Time Force: c'è tempo da perdere
Da sempre sostenitore di titoli bistrattati dalla critica, Shin X è passato da “difensore dei poveri” a “masochista”, da “acquirente compulsivo” a “forzato bastian contrario”. La verità è che a suo parere ogni titolo può dire qualcosa: c’è chi sbraita, chi sussurra, chi lo fa con i sottotitoli e chi lo recita in versi. L’importante è avere lo spirito di voler ascoltare. E l’antro in cui riposano questi brutti anatroccoli è la sua mensola. L’unico luogo nel quale possono diventare cigni.Super Time Force è la sintesi del videogioco: rapido, veloce, divertente e capace di incollarvi fino all’ennesima partita, sempre l’ultima, mai l’ultima, in perfetta sinergia con il fattore temporale che sorregge il titolo. Nel 198X il dott. Repeatsky, in maniera del tutto fortuita, scopre i viaggi nel tempo, ma non riesce a gongolarsi neanche un attimo, che inciampa in una versione futura di sé stesso. Il suo doppio, insieme alla squadra della Super Time Force, dovrà lottare contro il malvagio Dott. Infinito, in una sequenza di stage totalmente improbabili, che abbracciano l’estinzione dei dinosauri fino all’inabissamento di Atlantide. Il tutto cucito da una sceneggiatura squisitamente demenziale, adattata in un italiano appena sufficiente, ma forse anche per questo assolutamente irresistibile. E il tutto è costellato da una serie incalcolabile di citazioni: sarebbe tedioso riproporre ai nostalgici e attempati videogiocatori gli esempi presi a prestito da Ritorno al Futuro, Timecop, Terminator e tutto quel bizzarro frullato anni ’80 e ‘90 non necessariamente ammantato da viaggi temporali e paradossi inspiegabili.
I ragazzi di Capybara Games, come una versione apocrifa di Treasure, Capcom e SNK, hanno creato una sinfonia perfetta, in cui ogni nota, anche apparentemente fuori posto, fa parte di un componimento musicale di rara bellezza. Quello che all’inizio sembra un simpatico Super Contra\Metal Slug ridisegnato in pixel art si rivelerà un genere a sé: uno sparatutto, puzzle, platform, adventure tra i più ipnotici e divertenti che questo media ci abbia regalato negli ultimi anni.
In primo luogo, rifuggite dalla demo come da una splendida ragazza che vi vuole solo come amico. O meglio, studiatela a fondo (la demo, non la ragazza), ripetendo più volte il post-tutorial. Quello che in principio vi sembrerà un ingestibile pasticcio è in realtà il gorgoglìo di un neonato. Dategli tempo – appunto – e presto fara di quei discorsi che neanche nei talk show pomeridiani (come livello di frequenza eh, non contenuti).
L’iniziale e sparuto team del Time Force è destinato a moltiplicarsi, non solo per il famigerato rewind ideato dal Dott. Repeatsky, ma anche per i potenziali soldati sparsi in ogni epoca spazio-temporale. Tutti i membri del gruppo hanno un'arma specifica, che agisce normalmente o a carica. Amy, con i colpi rimbalzanti o che attraversano gli oggetti, Shieldy Blockerson, con i suoi scudi a permanenza statica, o Jeam Rambois (questa è solo una delle migliaia di citazioni sparse per il gioco), dotato dello sparo in apparenza più semplice. Il gioco dispiega il suo tappeto rosso, facendovi sentire un re, ma trattandovi da servo: una masnada di proiettili, bombe, nemici nascosti, trappole, vi circonderà in una giostra crudele. Tuttavia, ad ogni morte è possibile riavvolgere l'azione. Di qualche istante o anche per l'intera sezione (parliamo comunque di uno o due minuti, occhio). Per 30 infinite volte potremo fare il verso agli ormai vetusti videoregistratori e creare uno scenario con protagonisti un nuovo soldato - a scelta tra quelli disponibili - e il "ghost" precedente, le cui azioni "registrate" continueranno a influire sugli eventi. E se con un nuovo eroe riusciste ad alterare il tempo, eliminando le premesse che hanno ucciso una vostra nemesi precedente? Semplice: il paradosso temporale creerà un'ombra di quella nemesi, che fungerà da power-up. Sarete dotati dei suoi poteri e di un punto vita in più: assolutamente geniale. E se all'inizio la doppia arma vi galvanizzerà come bimbi alle giostre, dopo poco capirete l'importanza di NON morire con un singolo colpo, ovvero il principio fondamentale su cui si basa Super Time Force.
Le dipartite continue e ossessive non devono scoraggiarvi, soprattutto quando, nella fretta, userete un rewind e morirete nello stesso istante in cui il vostro soldato è entrato in gioco. Questo è un errore frequente nelle prime partite. Il tempismo con cui riavvolgere gli eventi è fondamentale. In tutto questo impietoso marasma, persino il timer ci è avverso. Ma se il senso di urgenza potrebbe apparire eccessivo, in realtà apre nuove frontiere ludiche. I bonus che concedono una manciata di secondi diventano fondamentali, e ancora di più lo sono le "alterazioni temporali fucsia", dei cubi rosa che attivano una sorta di bullet-time. Altro colpo di genio è che quest'ultime appaiono solo dopo i primi rewind, costringendoci ogni volta a lottare contro "noi stessi" per (ri)prendere il bonus prima che lo faccia una nostra copia del passato. I cubi rosa, infatti, sono gli unici bonus che non diventano grigi una volta usati, ma che possono comunque essere "sprecati" da un nostro ghost.
Moltiplicate i vostri errori per oltre 15-20-25 volte e vi ritroverete con un esercito organico e senziente, che vi spiana la strada come se vi leggesse la mente, perchè a conti fatti È la vostra mente, con delle boss fight memorabili e un level design assolutamente perfetto. A coronamento di quanto modestamente costruito senza lo sfarzo di un tripla A, gli sviluppatori ci regalano anche un replay, ennesimo stupore nel suo esistere nell'arco di due minuti scarsi, quando conosciamo benissimo i quarti d'ora spesi a sudare e calcolare questo o quel passaggio.
La perfetta - e per certi versi fasulla - esecuzione di ogni stage è lo specchio dello straordinario, e stavolta autentico, lavoro di game e level design presente in Super Time Force. In luogo di un'azione inizialmente caotica e poco leggibile, che a tratti fa rimpiangere il mancato uso di una grafica più chiara, alla Gunstar Heroes, abbiamo un gioco maiuscolo. Una gemma che va ben oltre le 4/7 ore necessarie per portarlo a termine. Un capolavoro che, proprio come la centricità del tempo, vi farà (ri)tornare sui vostri passi, in un infinito inno alla gioiosa (ri)giocabilià, elemento pericolosamente in bilico sul baratro dei 1080p e le patch del day one.