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La mensola di Shin X #8 - Bloodforge: un genuino massacro

La mensola di Shin X #8 - Bloodforge: un genuino massacro

Da sempre sostenitore di titoli bistrattati dalla critica, Shin X è passato da “difensore dei poveri” a “masochista”, da “acquirente compulsivo” a “forzato bastian contrario”. La verità è che a suo parere ogni titolo può dire qualcosa: c’è chi sbraita, chi sussurra, chi lo fa con i sottotitoli e chi lo recita in versi. L’importante è avere lo spirito di voler ascoltare. E l’antro in cui riposano questi brutti anatroccoli è la sua mensola. L’unico luogo nel quale possono diventare cigni.

Le mensole virtuali, per quanto asettiche, sono il futuro del nostro amato media e prima o poi il feticismo dovrà soccombere di fronte al digital delivery. Ecco perché il titolo di cui vi voglio parlare si adagia su un mucchio di codice, lontano dalla polvere, la carta e le... Mensole. Tuttavia non dovrebbe essere trascurato, anzi.

In Bloodforge, un irsuto cavernicolo se ne va in giro cacciando con la grazia di un uomo di Cro-Magnon, e quasi ci sorprendiamo quando, di fronte alla bestia appena uccisa, l'uomo non consumi il pasto seduta stante. Capace di emettere qualche grugnito alternato a parole di senso compiuto, questa versione paleolitica di Kratos procede grazie a un plot tirato per le orecchie, che si snocciola solo per dovere di cronaca, ma che in compenso ha sangue da vendere. E anche tanto.

Il massacrar m'è dolce, in questo mare di sangue.

Il massacrar m'è dolce, in questo mare di sangue.

Bloodforge è il perfetto esempio di action brutale, sanguinario, che carica a testa bassa distruggendo qualunque cosa gli si pari davanti. Tuttavia non è poi così limitato come una partita superficiale potrebbe suggerire. Diverse sono le armi con cui perpetrare il massacro, e non mancano magie ancestrali e abilità da accrescere. Tutto in varie location desaturate, anemiche, quasi in bianco e nero, per esaltare con vigore il vermiglio del sangue. La telecamera isterica e l'assenza di lock sui nemici erano grossi difetti della prima release: per fortuna una patch è corsa ai ripari, lavorando anche sulle inquadrature e il livello di difficoltà.

Viaggio al centro delle viscere.

Viaggio al centro delle viscere.

È quindi doveroso avvertirvi che le recensioni sparse per il globo non tengono conto di queste succose migliorie, capaci di rendere Bloodforge un'esperienza più fluida e gratificante. Ovviamente, l'estetica funzionale ma appena sufficiente del titolo, non gli rende pienamente giustizia. Una certa rozzezza nel motore grafico e uno sbilanciamento della difficoltà (anche dopo la patch), rimangono pecche piuttosto evidenti. Lo affondano, impietose, nella melma più torbida, senza sapere che Bloodforge si distingue anche per polmoni grossi come pneumatici. Il gioco Climax trattiene il respiro, esce dal guano e continua a massacrare nemici, incurante di qualche texture scialba.

L'eleganza del guizzo.

L'eleganza del guizzo.

Esclusi i difetti sopracitati e delle collisioni a volte sballate, Bloodforge ha un carisma sibillino, quello simile ai peccati, che però facciamo comunque guardandoci intorno, di sottecchi. È il cucchiaio affondato nella Nutella, il boccale di birra in più: può fare male, ma in quel momento riesce a regalare davvero tanto. Insomma, con tutti i suoi difetti, Bloodforge è un bagno di sangue talmente genuino, da riportare alla mente i vecchi coin-op anni '80, amplificati in un amplesso sadico e feroce.

Il buio oltre la neve.

Il buio oltre la neve.

Date una chance a quest'uomo delle caverne, anche in virtù dell'accorta incerottatura. Non bisticciate troppo con i controlli, non soffermatevi sulla semplicità di molti scenari: lasciatevi andare alla furia.

Nell'era dell'uomo di Cro-Magnon videoludico, Bloodforge è l'inizio della scala evolutiva del divertimento, quello più istintivo, carnoso e spietato.

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