La mensola di Shin X #10 - Silent Hill Downpour: il vero mostro è la città
Da sempre sostenitore di titoli bistrattati dalla critica, Shin X è passato da “difensore dei poveri” a “masochista”, da “acquirente compulsivo” a “forzato bastian contrario”. La verità è che a suo parere ogni titolo può dire qualcosa: c’è chi sbraita, chi sussurra, chi lo fa con i sottotitoli e chi lo recita in versi. L’importante è avere lo spirito di voler ascoltare. E l’antro in cui riposano questi brutti anatroccoli è la sua mensola. L’unico luogo nel quale possono diventare cigni.
In questi ombrosi tempi di "pioggia" mediatica, mentre i possessori di PS3 giocano con Rain, dalla mensola di Shin X fa capolino un titolo intriso di acqua piovana, sangue e putredine. Un gioco sottovalutato e potente, carico di quella tensione oramai persa da tempo nei survival più classici: come lacrime nella pioggia, appunto. Un gruppo di perfetti sconosciuti, i Vatra boys (scherzo, si tratta dei Vatra Games), ha tirato su il miglior Silent Hill dai tempi del 2.
Il terzo capitolo, cortissimo e telefonato giro di giostra, è stato l'ultimo vagito Konami, ma solo in termini estetici. Vatra, al contrario, getta con forza dentro Xbox 360 e PS3 un Unreal Engine usato in maniera appena sufficiente, con scatti e caricamenti, per fortuna attenuati da una provvidenziale patch. Tuttavia, questi paesaggi claudicanti si mostrano pregni di quel carisma marcio che la serie pareva aver perduto. Bagnati, stanchi, inseguiti ovunque, eccoci qui: alla mercé del fato. La nebbiosa Silent Hill è finalmente viva: esplorabile, aperta, libera di essere perlustrata in ogni sordido angolo. Il sogno di chi sbatteva su quelle insegne mute nel primissimo episodio è stato avverato.
In Downpour possiamo entrare in appartamenti, negozi, garage, metropolitane. Ed ogni scorcio contiene un segreto, un dramma, un documento. Certo, non è tutto accessibile, ma i luoghi da visitare sono tanti. Silent Hill ci inghiotte, ci mastica, risputa il bolo e poi torna a cercarci, lordi di nebbiosa saliva. Ed è per questo che solo una manciata di mostri - tra l'altro poco ispirati - fa da contorno al VERO nemico: la rugginosa cittadina del Massachusetts, appunto.
Così come doveva essere, così è stato: con sommo gaudio dei fan, la città maledetta è tornata, portatrice (in)sana di un'atmosfera cupa, opprimente, costellata di fughe, sussurri, lamenti, pianti e idee geniali (CARICAMENTO IN CORSO... poi capirete).
Grazie anche ad un sonoro magistrale, rimbombante e ossessivo, rimarrete folgorati, letteralmente. Non perdetevi dietro i combattimenti appena macchinosi o il frame rate incostante. Lasciate queste quisquilie ai recensori barzotti che fanno collezione di "3" e "4" come cowboy falliti con le loro tacche sulla pistola. Voi perdetevi a Silent Hill. Scappate tra le fradice strade del male.
Mai pioggia fu più liberatoria.