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La recensione di Threes! che (non) serviva

La recensione di Threes! che (non) serviva

Io non la volevo fare la recensione di Threes!. L’unica cosa che si può e si deve dire di Threes! è che è il gioco diddio. L’altro giorno (anche se era mezzanotte passata), però, il Maderna m’ha preso in contropiede e m’ha messo a perdere, cercando di farmi spiegare “come funziona” il gioco di Asher Vollmer. Ne è uscita una spiegazione sommaria, rantolata e assolutamente incomprensibile che, alla fine, si può tranquillamente riassumere così:

Solo che in un podcast non puoi mettere le gif e allora pace, agli annali rimarrà un omino che tutti gli anni si prendeva la sua bella bocciatura in matematica che, a un orario (per lui) impossibile, cerca di spiegare numeri, incastri, tessere e quant’altro. Abbiate pazienza.

OK, cerco di tornare serio (?) un secondo e di fare un po’ a modo il mio lavoro (???). Threes! è un gioco mobile che fa dell’interfaccia minimale e super pulita uno dei suoi punti forti. L’unica schermata proposta, infatti, è una griglia quattro per quattro che, con l’andare della partita, verrà riempita da tre tipi di tessere, che andranno unite “matematicamente” tra di loro con uno swipe. Già, perché la particolarità delle tessere è quella di avere un valore numerico: unisci le tessere Uno (azzurro) alle tessere Due (rosè) e otterrai tante tessere Tre (bianche); unisci tante tessere Tre e otterrai qualche tessera Sei; unisci qualche tessera Sei e otterrai un paio di Dodici, e così fino a Settecentosessantotto (e ben oltre).

Ogni spostamento introduce una nuova tessera da unire/raddoppiare, e lo scopo ultimo di ogni partita è quello di arrivare alla fine (ossia quando la griglia si è riempita completamente e non propone più unioni) con un sacco di numeri alti, al fine di moltiplicare il punteggio fino alle stelle.

Si tratta di una meccanica apparentemente semplice che, però, nasconde molto più di quanto non sembri. Allo stesso modo in cui Breaking Bad non è semplicemente la storia di un professore di chimica, Tetris un semplice gioco di incastri e il Lysergsäurediethylamid un semplice composto chimico, Threes! non è semplicemente un gioco di ragionamento e addizioni, ma nasconde al suo interno la formula, magica e inspiegabile, per attaccarsi a ogni fibra del vostro cervello per mesi, mesi e mesi, impedendovi di pensare a qualsiasi cosa che non sia unire due tessere per crearne una terza, con la sua personalità, il suo saluto particolare, il suo modo di dirvi che state pensando troppo alla prossima mossa e così via. In Threes! tutto è squisitamente semplice, adorabile e penetrante, tanto che vi innamorerete subito di una tessera (la mia preferita è Sei… ‘sup?), e vi ritroverete spesso a fischiettare o canticchiare l’unico motivetto che accompagna il gioco, una roba proto-jazz-moody-sarcaz veramente completa e indelebile che mette di buon umore.

Ma tutto, di Threes!, mette il buon umore. Un buon umore contagioso che vi spingerà a condividere questa piccola, immensa perla con chiunque non abbia ancora incontrato il suo perfect score su iTunes Store, consigliandola o addirittura regalandola, ché con un euro e 79 non si è mai stati più vicini all’estasi di così. Un’estasi costruita sull’incredibile sensazione di pace e di serenità che riescono a trasmettere quelle tessere, tanto che (davvero incredibilmente) non vi sentirete mai frustrati davanti a una partita finita “male”, o davanti a un amico che vi presenta un punteggio più alto del vostro. Threes! non conosce la triste rassegnazione della superiorità altrui, ma piuttosto una serena accettazione dell’auto-miglioramento: il tuo amico ha fatto più di te? Non fa niente, puoi farcela anche tu, e se non ce la fai non fa niente, le tesserine ti vorranno bene lo stesso. Ed è bellissimo.

Threes! è davvero il gioco diddio, e non perché volendo ci trovi dentro la Trinità, ma perché a un prezzo ridicolo offre un inquantificabile monte ore di divertimento, passione, sfide al punteggio e sorrisi, il tutto in una forma squisita, semplice, impeccabile e che ti entra dentro senza mai uscire. Ma, comunque, anche se questa volta mi è andata meglio, il consiglio è sempre quello di giocarlo, ché cercare di spiegare Threes! è come spiegare razionalmente l’amore.

Ho giocato a Threes! su consiglio dell’ottimo Zampini. Poi uno si chiede perché dico sempre che è una persona magnifica. Comunque, l’ho comprato per me, l’ho regalato a mia sorella e l’ho consigliato a mezzo mondo, Fotone e Rumika compresi, e ora ci vogliamo tutti più bene di prima. Threes! è disponibile per dispositivi iOS e, dopo la stesura di questa recensione, anche per Android. Ringraziatemi! Ad ogni modo, l’ottimo Zampini, che di videogiochi per smartphone ne capisce certamente più di me, saggiamente una volta ha detto che l’unico modo intelligente per valutare i videogiochi per smartphone è la scala con le cinque stelline. Ma visto che noi usiamo i voti numerici, beh, vi beccate questo voto qui, che è ovviamente diverso da quel voto lì, ma serve a farvi capire che sì, Threes! è davvero COSÌ bello.

Voto: 10

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