Shiftlings non è un capolavoro del puzzle gaming, ma certamente neppure un peto videoludico. È un gioco simpatico, come direbbe Paolo Giacci, piacevole e colorato, addirittura "impegnativo", che andrebbe rigorosamente giocato con l'amico scorreggione affianco. Ecco, dovrebbe essere venduto in bundle con giopep e un paio di burrito(s), e a quel punto sarebbe anche giusto pagarlo qualcosa in più dei suoi modesti quattordici euro (e rotti). Praticamente, prende sette virgola tre periodico, e frechete. E qui termina la recensione di Shiftlings. Ora seguono cose.
No, davvero, quando è co-op, Shiftlings è un giochetto divertentissimo. Funziona così: i buffi protagonisti sarebbero due ingegneri alieni collegati tra loro con un tubo d’aria estendibile. La caratteristica peculiare, o meglio vero e proprio cardine del gameplay, è la possibilità di gonfiarsi a dismisura, oppure di sgonfiarsi a seconda delle necessità e dei rompicapo ambientali. Se si è da soli, con lo stick analogico si controllano alternativamente entrambi i personaggi, a rischio di uscirne tutti pazzi. Con L1 si possono spostare assieme, il cerchio serve per svuìcciare dall’uno all’altro e il triangolo per gonfiarli o sgonfiarli, scorreggiando amabilmente. Lo Shiftling ripieno d'aria può trascinare quello floscio (e piccolo piccolo), che di suo può saltare sul compagno gonfio e zompare per accedere a piattaforme altrimenti irraggiungibili.
Lo scopo è semplicissimo (evadere dal livello, dal punto A al quello B), la realizzazione tutto un altro paio di maniche, non senza morti cruenti, muovendo oggetti, attivando leve, pulsanti, ascensori, trappole e altre cose da puzzle game. Insomma: 50 livelli, pieni zeppi di trappole, per cinque mondi assolutamente fuori di testa, da soli, oppure in multiplayer online cooperativo e in compianto locale. Dove per "locale", ovviamente, s'intende il salotto, il divano, casa mia, casa tua, casa vostra o di vostra zia.
Il buono: il gameplay, per quel che dura il gioco, è esilarante, rutilante, efficace. Il sistema di controllo è di quelli che s’imparano in trenta secondi, ma che neppure dopo un'ora di gameplay smettono d’intrecciare il cervello e l'ano, già impegnati in ben altri enigmi da risolvere e spassoso meteorismo da scambiarsi nelle tute pressurizzate. La disposizione dei checkpoint, tra l'altro, non è affatto blanda, banale o a prova di stupidi.
Il bello: lo stile è accattivante, pieno di strizzatine d'occhio e rimandi ad altri media, le ambientazioni sono coloratissime e stracolme di elementi animati in secondo piano, mentre il level design è di tutto rispetto. E ancora, un tubo, cordone ombelicale attraverso cui scambiarsi gas, che spesso s'intreccia, e bisogna porvi rimedio, con delicatezza, polso fermo e bestemmiando smart.
Il brutto: l'accompagnamento sonoro. Una sola canzonetta per ogni pianeta (quindi per dieci stage) è davvero poca roba.
https://youtu.be/oR_jZe6dF4k
Che devo dirvi, Shiftlings m'è discretamente piaciuto. Non sarà il puzzle platform dei puzzle platform che spaccano il culo ai passeri, ma è comunque un giochino divertente al tatto e piacevole alla vista, ottimo tipo quando viene uno come Pier Leo a casa tua.
Da tutto ciò, più o meno emerge il voto periodico in calce.
Ho ricevuto un codice da Activision e l'ho giocato su PlayStation 4 un po' da solo e un po' in cooperativa, terminandolo in poco più di sette ore. Negli ultimi due pianeti, la difficoltà sale notevolmente. Nulla d'impossibile, sia chiaro, ma neppure semplice o banale. Scorreggiare è sempre la soluzione giusta.