Old! #115 – Giugno 1985
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
La “data di nascita” di Tetris è una faccenda curiosa, che sembra non poter mettere nessuno d'accordo. La scheda su Wikipedia punta al 6 giugno del 1984 e infatti io ne ho scritto a giugno dell'anno scorso, nel relativo episodio di questa rubrica. Ma non è necessariamente così banale, le fonti si accavallano, la cortina di ferro non accenna a mollare il colpo e c'è un sacco di gente pronta a giurare che il parto di Alexey Pajitnov sarebbe avvenuto da qualche parte nel 1985, se non proprio a giugno del 1985. E quindi, insomma, mi sembra giusto riprendere in mano l'argomento per l'occasione, giocando anche sul fatto che altrimenti non è che avrei molto altro di cui parlare.
E cos'altro si può dire, su Tetris? Beh, potrebbe essere divertente fare un tuffo nella memoria e pensare, per esempio, a quante varianti ufficiali di quella formula siano nate nel corso del tempo. Le prime tre, fra l'altro, arrivano proprio dalla capoccia di un lanciatissimo Pajitnov, che fra il 1989 e il 1991 butta fuori Welltris, Hatris e Faces... Tris III. Ma seguiti, conversioni e varianti (non stiamo neanche a parlare delle imitazioni) arriveranno senza tregua nel corso dei decenni: Super Tetris, Tetris II, Tetrisphere, The Next Tetris, Tetris With Cardcaptor Sakura: Eternal Heart, Tetris Friends, Puyo Puyo Tetris, Tetris Ultimate… è un elenco senza fine, quindi facciamola finita. Fra l'altro, non è da escludere che mentre leggerete queste righe io stia giocando a una qualche versione di Tetris sul display davanti al mio muso dell'aereo che mi porta a Los Angeles.
Una cosa certa, comunque, è che a giugno del 1985, circa un anno dopo la nascita di Atari Corporation, giunge nei negozi il primo modello della sua linea ST, vale a dire l'Atari 520ST, noto anche per essere il primo personal computer con un'interfaccia utente grafica in bitmap a colori. La sigla ST che troviamo nel nome sta per Sixteen/Thirty-two, a indicare i 16 bit di bus esterno e 32 di bus interno del microprocessore Motorola 68000. Fra le “prime” che verranno segnate dalla linea di computer targata Atari, comunque, c'è anche quello del primo computer messo in vendita con 1 MB di RAM, vale a dire il 1040ST, datato 1986. Per altro, sarà anche il primo computer con un costo per megabyte inferiore ai mille dollari. Pensateci, quando vi lamentate del prezzo dei vostri bei banchi da quattro giga.
Il computer di Atari, per certi versi ispirato al Macintosh di Apple, riesce nel colpaccio di arrivare sul mercato due mesi prima dell'Amiga e scatenare la guerra a 16 bit che caratterizzerà quegli anni. Rispetto alla macchina Commodore, l'Atari ST si rivelerà meno efficiente sul piano della grafica ma dotato di una CPU più veloce e di una modalità di visualizzazione monocromatica ad alta risoluzione che lo renderanno piuttosto popolare come computer da ufficio, oltre che di quattro porte MIDI che gli faranno fare strada nel mondo della produzione musicale.
La storia di Amiga e Atari ST, in realtà, è intrecciata anche da prima dell'uscita, se consideriamo che Jay Miner, uno dei creatori dell'Atari 2600, decide di mollare la sua azienda perché non trova terreno fertile per i propri progetti e finirà per partecipare alla nascita di Amiga Corporation. Ma gli intrecci non si concludono qui: lo sviluppo del chip Lorraine porterà infatti questa nuova azienda sull'orlo del lastrico e sarà proprio un intervento di Atari a resuscitarla, in cambio però dei diritti di utilizzo del chip. E la faccenda va avanti per un pezzo, in un tira e molla affascinante che viene raccontato da parecchia letteratura e, banalmente, anche nella scheda dell'Atari ST su Wikipedia.
L'Atari ST godrà comunque di un buon successo grazie al prezzo ridotto e alle buone capacità della macchina, anche se verrà ostracizzato e trattato come il fratello scemo nelle varie roccaforti Commodore sparse in giro per l'Europa. Dopo quattro anni senza particolari evoluzioni, Atari inizierà a produrre varianti successive del proprio computer, prima con i diversi modelli STE, poi il TT e infine con l'Atari Falcon. Lo sviluppo della linea ST si arresterà definitivamente nel 1993, con il dirottamento degli sforzi di Atari sul Jaguar. Non una gran mossa.