Phantasm, tra allucinazioni, nani, sfere volanti e uomini molto alti
“Phantasm”. Un’espressione, un vocabolo tanto caro a Shakespeare, che indica più di una normale apparizione spiritica. Piuttosto, un’illusione creata dalla mente, qualcosa che si insinua dentro l’anima. Don Coscarelli si infatuò di questo termine decisamente meno utilizzato nel linguaggio comune inglese e ci costruì sopra un film. Era il 1979, quando Phantasm uscì al cinema. Il regista, che forse molti di voi ricordano per Bubba Ho-Tep, era quasi al suo debutto, con soli due piccoli film all’attivo. Da noi prese il titolo di Fantasmi, con un plurale nel titolo, buttato così a caso, e una semplificazione del termine che gettava solo confusione nello spettatore. Confusione ulteriore, visto che l’horror di Coscarelli univa presto incubo e realtà, arrivando a non far più riconoscere in chi stava vedendo il film dove iniziasse uno e finisse l’altra. In un paesino dell’Oregon, dopo il funerale di un amico del fratello Jody, il piccolo Mike (Michael Baldwin) si accorge che un uomo molto alto vestito da becchino, il Tall Man, come lo soprannominerà, trafuga cadaveri per un non precisato scopo. Presto, a indagare sull’uomo, si uniranno il fratello Jody e un amico dei due, Reggie (Reggie Bannister) venditore di gelati.
Il Tall Man, giuro, trasforma i cadaveri in nani e ridà loro vita, per poi spedirli come schiavi su un altro pianeta, in una dimensione infernale, per un non precisato motivo. Phantasm non ci dice di più, ma le apparizioni dell’Uomo Alto bastano a non farci porre altre domande. Va fermato e basta. Grandi protagoniste del film sono le sfere argentate, guidate da lui con il pensiero e armate di trivella per togliere il sangue dalle vittime, per prepararle ad essere trasformate (anche tramite la trasfusione con un sangue giallastro). Phantasm è un film a tratti ironico, a tratti inquietante, un horror post-moderno che vive di allucinazioni, di semplicità low budget e di una recitazione spesso sopra le righe ma funzionale. Su tutti, Angus Scrimm (folle nome d’arte), che interpreta il Tall Man. Poche frasi, molti sguardi. Una sorta di divo del cinema muto stile Universal, un Bela Lugosi calato nei tempi moderni. Adorabile Angus.
Phantasm è un piccolo capolavoro di genere e già al momento della sua uscita diventa un piccolo cult. Con una colonna sonora che ti entra nelle vene, per fortuna replicata in ogni incarnazione futura della serie. Sì, perché Coscarelli vuole lasciare il film così com’è, non ha voglia di fare seguiti, ma si ritroverà a condividere la propria vita con la serie. Comunque, per dieci anni i fan si arrovellano sui significati nascosti del film, che ha un finale aperto (però tipico del genere horror) e ci deve pensare Universal a moltiplicare per nove il budget del primo episodio e dare carta bianca a Coscarelli per un seguito. O, meglio, quasi carta bianca. Può succedere di tutto, purché si limiti il gore e al pubblico si lascino pochi dubbi su cosa sia incubo e cosa è realtà. Phantasm II (Fantasmi 2 da noi, ultimo cambio di titolo fino a che tutta la serie non verrà rinominata Phantasm, grazie a dio) prosegue da dove era finito il primo, per poi saltare a dieci anni dopo, anche per adattarsi agli attori invecchiati. A interpretare Reggie è sempre Bannister, mentre Mike, per la prima e unica volta, viene sostituito da James LeGros. I toni del film sono action, con grandi citazioni ad Alien e altre pellicole horror d’azione. Aumenta anche l’umorismo: siamo nel 1988 e gli anni Ottanta non risparmiano nessuno. Poco o nulla si scopre sul Tall Man, tranne che sta portando da anni morte in tutta l’America, per ampliare il suo esercito di nani. Debutta la Sfera Dorata, versione potenziata di quella d’argento, protagonista di una bellissima scena splatter. Il film va malino, è una sorta di more of the same (nuova cittadina, nuovi morti, nuova battaglia col Tall Man, tutto con più soldi) e il finale è ancora aperto. Dopo qualche litigio di troppo, si realizza comunque Phantasm III, distribuito in poche sale e da molti recuperato in home video. Universal fa ciao ciao con la manina e Coscarelli torna nel regno dei film horror a basso costo.
Phantasm III - Lord of the Dead è il più odiato dai fan, troppo ironico, troppo film che fa l’occhiolino alle famiglie, con quel ragazzino odioso che si unisce al cast. Nota positiva: Mike torna ad essere interpretato da Michael Baldwin. E si rifà vivo anche il fratello Jody, trasformato in una sfera senziente che può mutare forma in un umano (non chiedete). Continua la caccia al Tall Man, con appunto un bimbo orfano al seguito e con l’entrata in scena di Rocky, cazzutissima vendicatrice che si unisce alla battaglia per vendicare l’amica uccisa dall’Uomo Alto. Tall Man rivela di avere diversi corpi pronti all’uso, motivo per cui ad ogni morte torna sempre. Il finale? Aperto, ovviamente, con Mike posseduto da una sfera che sembra doverlo trasformare in un nuovo Tall Man e Reggie in trappola. Il bimbo? Morto. Sì. Un tempo potevano morire, nei film.
Saltiamo al 1997 ed ecco un film TV, ma praticamente direct to video, vista la distribuzione limitatissima sulle varie emittenti USA. Phantasm IV: Oblivion (o Phantasm: oblIVion, col 4 romano in evidenza). Poco budget ma tanto cuore, per il film che a mio parere occupa il secondo posto sul podio. Grande reunion dei tre amici Mike, Reggie e Jody, e persino un viaggio nel tempo che svela che il Tall Man era uno scienziato/becchino ossessionato dalla vita eterna, finito in una dimensione parallela e trasformatosi in latore di morte per permettere a questa dimensione infernale di invadere la nostra. Pazzia totale.
Coscarelli ricicla anche tantissimo girato tagliato dal primo film, tirando fuori un sacco di collegamenti e facendo spesso trasalire lo spettatore con dei “ma questa scena mica c’era, nel primo, come hanno fatto?” (all’epoca ringiovanire gli attori era impossibile, eh!). Phantasm IV recupera le atmosfere da incubo e trip mentale, generando un bel confronto con il Tall Man, che viene lasciato solo intendere, tanto che i fan proprio non vogliono saperne di abbandonare la saga così. Per anni si vocifera l’arrivo di un quinto capitolo che metta fine alle vicende dei tre amici, ormai cacciatori del Tall Man. Il sito della saga continua a raccogliere adesioni e nascono petizioni per far tornare Phantasm un’ultima volta. Coscarelli stesso esprime il desiderio di tornare sulla giostra da lui imbastita. Ma di tempo ne passa parecchio.
Arriviamo infatti al 2016, a quasi vent’anni dal quarto capitolo e a quasi quaranta dal primo. Dopo anni di rimandi e con il girato di una serie per il web mai portata a termine, Coscarelli si imbarca in un progetto destinato a chiudere la saga. Alla regia, stavolta, c’è David Hartman, regista Disney fan della serie, che convince lui stesso Coscarelli (e la sua casa di produzione Silver Sphere, nome non casuale) a dare il via al finale della saga. Ecco così Phantasm V: Ravager (o anche Phantasm: raVager, il gioco della lettera lo sapete, ormai). Il trucco? Facile: Reggie, unico apparente sopravvissuto al quarto film, è finito soggiogato dal Tall Man per più di dieci anni, mentre nel frattempo la Terra è stata invasa dalla dimensione alieno-demoniaca. Torna anche Angus Scrimm, vecchissimo, per dare l’ultimo saluto al pubblico nei panni del Tall Man. Morirà a pochi mesi dall’uscita del film al cinema.
Ravager è quasi un fan film, un omaggio a tutti gli amanti della serie: gioca con le citazioni, sfrutta il budget limitatissimo con tante trovate visive interessanti (e qualche momento di CG sommata a immagini di repertorio, che fa fanto Ed Wood) e ci ricorda come basti il cuore per fare del cinema godibile. Il trash scorre potente in tutta la saga di Phantasm, ma il primo merita di sicuro la visione da parte di qualsiasi appassionato di horror. Se poi vi affezionate ai personaggi, potrete seguirli in una epopea lunga quarant’anni, nella quale l’urlo gutturale di Scrimm che grida “Boyyyy” vi riecheggerà sempre nelle orecchie. Segnalo che Midnight Factory ha tirato fuori una edizione superba di sei Blu-Ray (film al massimo della qualità possibile, soprattutto il primo, rimasterizzato, per il quarantennale e l’ultimo, ovviamente già uscito in HD), coi cinque film più disco di speciali, tutto raccolto in un cofanetto con cartoline dei poster originali. È uscito quest’anno, cade a fagiolo, un must se amate l’horror d’annata.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Luigi e ai fantasmi, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.