Outcazzari

Sonic Lost World - Sonic & Sonic: in due (non) ne fanno uno

"Chi ben comincia è a metà dell'opera": mai parole furono più profetiche parlando di Sonic Lost World. Il porcospino blu, infatti, dopo un inizio stupefacente, inciampa proprio verso metà gioco (un po' prima nella versione 3Ds) e, per chi corre come lui, cadere non è mai piacevole. Il titolo Sega arriva nei negozi e negli store online in doppia versione: Wii U e 3DS. Se il Sonic Team si è dedicato alla console da casa, i non meno qualificati Dimps hanno portato avanti la versione portatile. Simili nella scorza, ma assai diversi nel design e nella progressione, i due giochi cercano di dialogare attraverso una meccanica gradevole, almeno sulla carta: lo scambio di materiali da un gioco all'altro, per permettere a Tails di sbizzarrirsi con la creazione di areoplanini e power up. Peccato che il crafting richiesto sia eccessivo rispetto ai risultati ottenibili, facendo desistere anche i più stoici. La recensione che state leggendo poggia le fondamenta sulla versione Wii U, a meno che non sia specificato diversamente. Questo, è ovvio, non per minore importanza della versione portatile (che anzi, a voler cavillare, ha un pubblico ben più vasto); piuttosto per evitare una certa ridondanza tecnico-narrativa. In tal modo viene saltata a piè pari quell'oziosa ripetizione concettuale di due titoli accomunati dalle medesime radici, ma spalmati su due analisi diverse. Essere borderline implica anche questo.

Sonic Lost World spalanca il sipario su un palco oramai divenuto classico: all'inseguimento del Dr. Eggman, l’aeroplano di Tails svetta tra le nubi, mentre il porcospino blu, incurante di ogni legge della fisica, rimane in piedi baldanzoso su una delle due ali. Dopo un susseguirsi di eventi tanto rocamboleschi quanto noiosi, i due finiranno sull’Esamondo, quel famoso universo che l'intera comunità di addetti ai lavori e non ha rinominato Sonic Galaxy, con accezione canzonatoria e speranzosa nel medesimo tempo.  Questa volta, a pepare il tutto, ci sono sei diverse creature dai nomi impronunciabili, nemmeno fossero usciti da una storia di Lovercraft. Tutto in favore di una varietà che si rivelerà presto la vera croce di Sonic Lost World, a scapito di un'iniziale e abbacinante delizia.

Il titolo Sega palesa praticamente subito le pesanti novità apportate alla struttura di gioco. Le più rilevanti sono sia nei controlli, compassati e meno convulsi, che nel ritmo, maggiormente incline a camminate e salti precisi. A paradigma di tale principio, l’eroe blu correrà solo se premiamo il dorsale destro, chiaro segnale di un level design più ponderato e meno isterico. I fan di Sonic – ammesso che esistano ancora – sapranno bene come il cuore platform della serie sia finito, negli corso degli anni, per aggrovigliarsi su se stesso, fino a rendere riflessi e velocità smodata il cardine più importante del corpo ludico.

In Sonic Lost World, al contrario, l’azione platform è sempre un passaggio indispensabile tra i vari stage: gli automatismi del porcospino sono stati ridotti all'osso, restituendo quel senso di controllo fin troppo spesso smarrito, nelle infinite montagne russe dei titoli precedenti. Il level design, quindi, è palese figlio di questa scelta, che nella prima metà del gioco ci dona un’esperienza assolutamente splendida. Sonic, oltre alla corsa e all'homing attack (il famigerato salto a ricerca), può adesso prodursi in pratici calcioni e spettacolari corse sui muri. A volte, però, i comandi tendono ad accavallarsi pericolosamente, vanificando gli sforzi di quell'azione precisa e meno aleatoria cui gli sviluppatori hanno così tanto lavorato.

La versione 3DS sembra inizialmente molto simile a quella Wii U, ostentando sfrontatamente mondi curvilinei decisamente ben fatti, accompagnati da un'ottima scelta cromatica. Di fatto, i livelli sono "bloccati" alle due estremità: è quindi impossibile per il "piccolo" Sonic girare completamente per i vari stage. Pur non rappresentando questo un reale limite al divertimento, è chiaro che i Dimps abbiano cercato di ovviare alla minor potenza computazionale con un level design essenziale e fresco, unito a una certa varietà d'azione. Peccato abbiano fallito nell'intento, incespicando in una giocabilità scoordinata e poco omogenea, inficiata anche da un aspetto tecnico non sempre all'altezza.

Tornando alla versione da casa, è proprio il lato grafico, al contrario, a lasciare senza fiato. Straordinariamente fluido, ispirato nei cromatismi che strizzano l'occhio agli anni '90 e sempre pronto a mostrare un orizzonte visivo e una velocità invidiabili, Sonic Lost World è forse uno dei titoli esteticamente più riusciti su Wii U. Purtroppo, come accennato in apertura, l'aspetto ludico non sempre riesce a star dietro a quello tecnico, e a parte alcune meravigliose invettive bidimensionali, il gioco risulta piuttosto disomogeneo e scollato. Poco incisive le parti esplorative, completamente trascurabili i poteri Wisp, il titolo Sega si perde per strada, tenendo un ritmo fin troppo compassato e cadendo rovinosamente a causa di un'eccessiva frustrazione che mina l'ultimissima parte del gioco.

Se la perdita di mordente è palpabile ma non completamente deleteria per la versione Wii U, lo stesso non si può dire per il lavoro dei Dimps. Oltre alla mancata coesione nel gameplay dovuta alla troppa carne sul fuoco, Lost Word su 3DS patisce anche una realizzazione tecnica discutibile. In primis è obbligatorio eliminare l'effetto stereoscopico, a meno di amare i cali di frame rate; a questo va aggiunto un graduale affievolimento di interesse, che si traduce in livelli semplicemente noiosi.

La delusione non è cocente, ma solo per mancanza di aspettative: la paura di vederle disattese per l'ennesima volta era troppo grande. Apprezzabile ma tiepido, il titolo su portatile non riesce a sostenere il peso della prime ore di gioco, annoiando molto prima della fine. Il Sonic Team, viceversa, ha svolto un lavoro immenso, di questo bisogna rendergliene atto.  E se le prime ore sembrano tener testa persino a un certo idraulico italiano, il desiderio di variare l'azione ha sortito un effetto diluente, che spezza il ritmo e l'inchioda nell'ultimo mondo, a causa di un immotivato picco di difficoltà. Il sistema di controllo, poi, pur impeccabile per la mera sopravvivenza, mostra apertamente il fianco quando è piegato ad azioni più ardite, rendendo la ricerca dei segreti pericolosamente affine a quella degli episodi meno riusciti.

Tirando le somme, benché i passi in avanti siano enormi, Sonic Lost World non riesce a spiccare il volo, tenendosi abbastanza alto da svettare su altri giochi, ma non abbastanza da restituire quel senso di meravigliosa vertigine che pare oramai relegato per sempre ai fasti del passato.

Ho scaricato Sonic Lost World nelle versioni Wii U e 3DS tramite i codici forniti direttamente dal produttore. Ho completato entrambi i giochi, dedicando loro una ventina di ore in tutto, senza riuscire a sbloccare l'interazione tra le due console, comunque trascurabile. Entrambi i titoli sono molto rigiocabili: sta a voi decidere se e quanto tempo dedicare a controlli e dinamiche spesso aleatorie e frustranti.

Voto Wii U: 7
Voto 3DS: 5,5
Racconti dall'ospizio #8 - Il Wind Waker che non mi scordo

Racconti dall'ospizio #8 - Il Wind Waker che non mi scordo

L'assoggettazione familiare di Wii Party U