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Summer Time Rendering: le isole giapponesi sono piene di ombre

Summer Time Rendering: le isole giapponesi sono piene di ombre

Diciamoci la verità, nel mondo di manga e anime giapponesi Tokyo è sempre il centro del mondo. Ho perso il conto delle serie ambientate in questa città tentacolare che di sicuro ha il suo fascino, ma alla centesima volta si inizia a sentire un po’ la stanca di vederla. Il Giappone alla fine non è solo Tokyo, un po’ come l’Italia non è solo Milano, e a volte è bello vedere qualcosa ambientato in un paesino tipo Montano Lucino (il nome mi fa sempre ridere), in provincia di Como. Così è stata una vera sorpresa quando ho scoperto che esiste una serie animata giapponese ambientata in un’isoletta sperduta nel sud del Giappone.

Summer Time Rendering è un anime che ha carattere rispetto a molte altre serie che utilizzano sempre i soliti cliché. Riesce a fondere in maniera sorprendentemente efficace elementi completamente agli antipodi tra loro quali amori adolescenziali, atmosfere estranianti e anche un po’ horror, un bel po’ di azione e soprattutto il concetto di loop temporali. La storia ha per protagonista Shinpei Ajiro, ragazzo di 17 anni cresciuto sull’isola di Hitogashima ma fuggito verso la grande città (si, sempre Tokyo) due anni prima dell’inizio degli eventi. Il motivo del suo ritorno però non è dei più allegri: la sua amica d’infanzia (nonché interesse sentimentale), Ushio Kofune, è morta annegata in un incidente e Shinpei sta tornando per il suo funerale. Il cuore del ragazzo è pieno di rimorsi dato che prima di andarsene dall’isola aveva litigato con Ushio perché lei non voleva che partisse. Il ragazzo non è mai riuscito a chiederle scusa.

I protagonisti di Summer Time Rendering.

Arrivato sull’isola tutto sembra svolgersi normalmente nonostante l’atmosfera pesante di lutto. Il giovane incontra Mio, sorella minore di Ushio e il padre di lei, che si è preso cura di Shinpei sin dalla sua infanzia dopo che i suoi genitori sono morti in un incidente in mare anni prima. Tutto prosegue come da prassi per questi tristi eventi fino a quando un vecchio amico del ragazzo, Sou Hishigata, lo prende da parte e gli racconta che sull’isola stanno avvenendo strani avvenimenti, le persone spariscono e crede che anche Ushio non sia morta annegata per un incidente, ma qualcuno l’abbia trascinata sottacqua uccidendola.

Shinpei, scosso da queste parole, inizia a indagare insieme a Mio su questi pochi indizi, fino a ritrovarsi in mezzo al bosco isolati da tutti. Qui i due incontrano una ragazza uguale a Mio che uccide improvvisamente Shinpei con un colpo di pistola. Fine della storia? Assolutamente no. Il ragazzo si risveglia nuovamente nella mattina del 22 luglio mentre è sul traghetto che lo sta portando sull’isola per il funerale di Ushio. Shinpei realizza che c’è qualcosa di strano e, dopo essere morto nuovamente, capisce che per qualche strano motivo a ogni decesso lui torna indietro nel tempo sempre alla mattina del 22 luglio. Il potere però non è infinito e a ogni morte il momento in cui ritorna si sposta in avanti, rendendo certi avvenimenti impossibili da cambiare.

Grazie all’incontro con una misteriosa e affascinante scrittrice chiamata Hizuru Minakata, il ragazzo scopre che l’isola è invasa da delle creature chiamate semplicemente Ombre, che sono in grado di copiare le sembianze e le memorie degli esseri umani e non solo. In mezzo a questi sempre più inspiegabili avvenimenti che il povero Shinpei è costretto a vivere, la cosa che più lo sconvolge è l’incontro con la stessa Ushio creduta morta per sempre. Ma la ragazza apparsa davanti ai suoi occhi sarà la vera Ushio? Mi fermo qui con il racconto, ma tenete presente che vi ho narrato solo gli eventi iniziali. L'anime si compone di venticinque puntate che concludono l'intera trama, quindi non sono previste ulteriori stagioni. si tratta di una storia, per una volta, unica e che si conclude definitivamente.

Il bello di Summer Time Rendering è che riesce costantemente a catturare l’attenzione dello spettatore, sia perché continua a gettargli in pasto nuovi misteri sempre molto intriganti da scoprire, sia perché si vive una tensione costante e paura per i protagonisti, dato che con la scusa del loop temporale non esiste una “plot armor” che ne impedisce la morte anche in malo modo, e infatti spesso le cose finiranno malissimo, soprattutto nei primi loop. Maneggiare trame basate su loop temporali e viaggi nel tempo è un'impresa insidiosa, spesso foriera di macroscopici buchi di trama, come sovente accade a chi, ambendo a complesse narrazioni temporali, eccede nelle proprie capacità. Summer Time Rendering però è gestita in modo intelligente e riesce a far quadrare tutti i misteri introdotti con una sola, piccola licenza poetica alla fine, che però gli si può facilmente perdonare.

L’antagonista dell’anime che, ovviamente, nasconde parecchi segreti.

Altro grande punto a favore è la caratterizzazione dei personaggi: tra protagonisti, personaggi secondari e antagonisti, sono tutti davvero ben scritti e spesso in grado di sorprendere con motivazioni inaspettate a guidare le loro azioni o dialoghi e confessioni davvero profonde. Un plauso speciale lo meritano Shinpei e Ushio: la loro caratterizzazione è riuscita e, pur senza ostentarlo, il profondo legame che li unisce traspare in ogni loro azione. Shinpei, inoltre, si distingue come protagonista non troppo stereotipato per una storia da target shōnen; altro personaggio notevole è l'antagonista principale, Shide, che riesce a farsi detestare per le sue azioni, rivelandosi al contempo un avversario astuto e sorprendentemente complesso. Apprezzo particolarmente le sue metafore a tema videogiochi che usa spesso per illustrare i proprio piani ai protagonisti. Summer Time Rendering è, insomma, una delle serie animate più interessanti uscite negli ultimi anni non solo per la sua ambientazione originale, ma per tanti buoni motivi legati all’ottima scrittura. E se non credete a me sappiate che persino il grande Hideo Kojima una volta, su X, ha osannato l’anime dicendo che lo ha conquistato.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata agli orrori di provincia e al folk horror, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.

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