Dopo l'esperienza dell'anno scorso, avrete pensato che aleZ non si sarebbe rivisto a Games Week per almeno un lustro. Invece, chi mi conosce sa che soffro di un certo masochismo intrinseco, sempre pronto a emergere. Una volta miscelato all'odio verso le fiere, crea uno stato d'animo a metà tra l'egotrip e la fustigazione assistita.
Ma torniamo in topic: stavolta era spuntata l'occasione di evitare il casino domenicale scegliendo il sabato, che due anni fa aveva offerto una visita tutto sommato gestibile nell'edizione 2012. Anche in questo caso, compagno d'armi e di sventura è stato Dypa, con la consueta partenza da Milano Centrale, dopo arrivo in treno. In teoria, se non avessimo vissuto un classico epic fail, si sarebbe andati tranquilli a ritrovare le solite faccione conosciute agli stand, magari (magari!) provando anche qualche gioco. Peccato che, solo il giorno prima, lo sciopero totale-globale dei mezzi pubblici avesse impedito a metà del mondo di recarsi a Games Week, col risultato che il nostro sabato si è trasformato velocemente nella solita maledetta domenica (cit.).
Che le cose stessero per rotolare a valle, l'abbiamo capito appena scesi in metropolitana, quando un esercito di teenager e scolaresche ha monopolizzato ogni anfratto disponibile. Oltretutto, piccola digressione: nel momento di massimo casino sulla banchina, un treno "fuori servizio" passa, si ferma e va via senza far salire nessuno... pure l'ATM ci trolla, adesso? Probabile.
Dopo varie vicissitudini, eccoci arrivare in fiera, trovando uno spazio espositivo nuovamente ridotto rispetto allo scorso anno, almeno a una prima occhiata. Ma soprattutto, gestito in maniera molto italiana, con tanti piccoli stand ammassati in una zona che faceva da imbuto ai visitatori e poi intere aree quasi completamente vuote. Tra tutti, spiccava l'enorme padiglione Sony, in gran parte dedicato a DriveClub e sempre ripieno di gente, come il bambinoso stand di Nintendo e il meganegozio Unieuro, incasinato peggio della tangenziale all'ora di punta. Ma anche Microsoft non scherzava come colpo d'occhio, grazie a una fiammante Lamborghini Huracan che spingeva Forza Horizon 2 come nessuno. Anzi, sì: come la biondona seduta a fianco, e fotografata qui a lato.
Purtroppo, e come sempre per Games Week, provare qualcosa voleva dire subirsi una coda interminabile e un fracassamento di timpani costante, grazie al rimbombo esagerato dell'ambiente. A tale proposito, eccoci qua sotto mentre trolliamo impunemente lo stand di Call of Duty: Advanced Warfare.
Probabilmente i fan in coda temevano di perdere il posto, per non uscire a menarci!
http://youtu.be/9ykxrkWRvHg
Sì ma le standiste, cosplayer, gnocche in esposizione?
Quest'anno poca roba e abbastanza castigata, per capirci niente a che vedere con le simil-lap dancer dello stand di Far Cry 3 di due anni fa. Che la moralizzazione dei videogame abbia raggiunto anche questo evento? Se va avanti così, noi poveri maschilisti della prima ora finiremo chiusi in uno stanzino con Strip Poker, preclusi dall'accedere alle prossime fiere. Guardando il politically correct, sul lato delle visitatrici non si scherzava per niente, con una discreta quantità di pubblico femminile, non solo cosplayer o standiste. Quindi mogli e fidanzate costrette con la forza? Boh, forse.
Per quanto riguarda la mini rappresentativa di Outcast, io e il Nabucco abbiamo passato mezza mattinata a caccia di un segnale decente per il cell, causa perdita di riferimenti in mezzo alla folla (tipo "dove siete? DOVE??? Ah OK, a dopo" moltiplicato per dieci). Finendo poi a chiaccherare nell'unica zona franca disponibile, il ristorantino al piano di sotto.
Quindi che dire dell'evento nella sua interezza? Che allaggente piace di sicuro, visto che ogni anno è sempre più affollato, e che in fondo è piaciuto pure a me, visti i fastidi subiti e metabolizzati (e qui si torna al masochismo dell'inizio). Però insomma: se ci fosse un giorno solo per la stampa come in tutte le fiere (serie) e se lo spazio fosse gestito meglio, potrebbe diventare qualcosa di più utile e meno buttato lì.
Ma alla fine amiamo e odiamo Games Week proprio per questo, tant'è che io e Dypa abbiamo già pronto lo zainetto per l'anno prossimo. Con più panini e meno macchine fotografiche, stavolta.