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Trote assassine e lancio del martello con In Space We Brawl

Provato da me per la prima volta al Mantova Gaming Park tenutosi l'ultimo fine settimana di settembre, In Space We Brawl è stata la primissima cosa su cui mi sono fiondato, una volta arrivato all'evento, preso d'assalto dai miei amici che erano già lì da qualche ora e che, esaltatissimi dal gioco, mi hanno subito messo il pad in mano per sfidarli; ma anche l'ultima, prima che mi staccassero con forza perché rischiavo seriamente di perdere il treno per il ritorno, preso dalla dipendenza più totale. Ma, oh, non riuscivo veramente più a farne a meno: penso che, durante tutto l'evento, non siano mai passati più di quaranta minuti senza che io fossi di nuovo piazzato lì di fronte in cerca di pad liberi.

https://www.youtube.com/watch?v=hPUSRqToDfU

Sviluppato dagli italiani di Forge Reply, già conosciuti per Joe Dever's Lone Wolf, In Space We Brawl è quel tipo di gioco per cui inviti un gruppo di amici a casa a mangiare la pizza, prendete i controller in mano e vi ritrovate a passare tutta la notte a giocare. E il giorno dopo, con molta probabilità, te li rivedi di nuovo in casa, a sorpresa, ad entrare di prepotenza per voler continuare le sfide per ore e ore.

Ne è principalmente complice l'immediatezza di gioco, fatto di partite brevissime dove anche nel giro di una manciata di secondi si può scatenare il finimondo. Immediati sono anche i controlli: impostazione da twin stick shooter con visuale dall'alto (uno stick per muoversi e l'altro per mirare) e quattro dorsali da adoperare per sparo base, arma a scelta, scudo, e scatto. Questi ultimi tre, all'utilizzo, vanno a diminuire la classica barra dell'energia, a cui bisogna prestare sempre tanta attenzione quanto a quella della vita. Non di certo il massimo della semplicità per chi non sia particolarmente avvezzo ai videogiochi, ma avendo un minimo di dimestichezza con un joypad, basta pochissimo per iniziare a divertirsi come non ci fosse un domani.

Le chele della Striker permettono di non danneggiarsi urtando gli asteroidi frontalmente, in modo tale da poterli anche usare come arma pressandoli verso gli avversari.

All'avvio del gioco si viene accolti da una delle numerose voci folli di presentazione (alcune mi fanno sbellicare ogni singola volta che le sento), si sceglie al volo se fare "campionato" o "torneo", e si passa alla selezione dell'astronave, dell'arma e della mappa. Tutti elementi caratterizzati divinamente, sia nel design che nelle meccaniche: ognuno di essi si gioca in modo completamente differente e ogni combinazione fra arma ed astronave può arrivare a richiedere grande impegno ed esperienza per essere adoperata al meglio, fermo restando che, tranne una manciata di esse, sono tutte approcciabilissime anche da chiunque provi In Space We Brawl per la prima volta.

Le armi variano dal classico mitra allo pseudo-fucile a pompa, fino a cose geniali come il Quantic Slinger, che permette di afferrare gli asteroidi, centrifugarli attorno all'astronave a mo' di lancio del martello (à la Trigger Heart Exelica, per chi lo conosce) e scagliarli contro gli avversari.

La mia combinazione preferita è attualmente la Proto-c insieme al Cosmic Spreader, ovvero: una nave con la rigenerazione dell'energia velocizzata, che tuttavia ha il difetto di avere la velocità di movimento casuale che la rende pressoché incontrollabile (un secondo va lentissima, l'altro fa uno scatto improvviso in avanti), e come arma una sorta di lanciafiamme che, in quanto tale, fa molto più danno in corpo a corpo. Quindi, insomma... provo, per quel che posso, a buttarmi addosso agli avversari appena li vedo con meno energia rispetto a me, dosando al millesimo scudo e lanciafiamme, cercando di inseguirli fino al limite ma soprattutto sperando di riuscire a scappare senza che mi si inceppi lo scatto al momento sbagliato. Non per niente, grazie a queste sconclusionate movenze, questa mia tattica è stata appropriatamente denominata "La Trota Assassina".

Potete provare ad entrare in un buco nero a vostro rischio e pericolo: potreste trovarci dentro dei power-up così come anche degli asteroidi.

Anche le mappe si differenziano parecchio tra di loro, ognuna con la sua particolare caratteristica, tra correnti ascensionali, orde di alieni e buchi neri che risucchiano power up e asteroidi per farli schizzare poi via a tutta velocità. In tutte, però, lo spazio è toroidale (come nel caro vecchio Asteroids, per intenderci) e mirare al lato destro dello schermo per far apparire i proiettili sul lato sinistro è tra gli elementi fondamentali del giocare ad alti livelli.

Al termine della serie di partite (il minimo selezionabile è tre), ogni giocatore prende determinati punti in base al numero di vittorie singole, uccisioni, "bounties" (scommesse ad inizio partita su chi vincerà) e achievements di svariato tipo, tutti da scoprire e talvolta non facili da ottenere in partita.

In sostanza, con In Space We Brawl la varietà e la profondità di gioco sono quasi eccessive, ed è proprio questa una delle più grandi qualità che un gioco multiplayer possa avere, prestandosi ad essere giocato all'infinito senza stancare mai e poi mai. Persino la tanto detestata brostep, che fa da colonna sonora al gioco, riesce quasi a farsi apprezzare, aggiungendo la giusta dose di goliardia chiassosa e stravagante.

I bounties (rewards) possono essere decisivi nel punteggio finale. Ovviamente, è possibile anche non attivarli ad inizio partita.

Lasciate perdere la modalità in single player e il fatto che, in questa, siano disponibili solo delle "challenge" che non sono niente di più che un piccolo allenamento nell'utilizzo di certe meccaniche di gioco, talvolta anche un po' tedioso o persino fastidioso. Quando ci troviamo di fronte a un videogioco il cui fulcro è la competitività, che riesce ad essere così divertente sia per chi è alle prime armi, sia per chi lo conosce già a memoria, c'è davvero poco di cui lamentarsi.

Speriamo solo che, prima o poi, sarà possibile giocarci anche online.

Ho giocato In Space We Brawl in single player grazie a un codice fornito dagli sviluppatori e ho finito tutte le challenge di gioco con Grado A o superiore sulla mia PlayStation 3. Ho invece provato il multiplayer sulla PlayStation 4 presente al Mantova Gaming Park il 27 e 28 settembre.

Voto: 9
Old! #83 – Ottobre 1994

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