Giugno 1981: Ultima, Frogger e il VIC-20 | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A giugno del 1981, dopo circa tre anni di sviluppo, dopo un primo giro di vendite in Giappone nel 1980 col nome VIC-1001, dopo averlo sparato in America il mese prima, Commodore lancia in Europa il VIC-20, delizioso personal computer che offre tastiera, suoni, colori, margini per espansioni hardware e BASIC 2.0 a un onestissimo prezzo di 300 dollari (che, certo, aggiustato per l’inflazione, oggi quasi triplicherebbe, ma insomma). Il nome deriva dal Video Interface Chip su cui è basata la macchina e che in realtà è stato pensato per un approccio al mercato console. Ma il mercato console sta già iniziando a puzzare di quel genere di bruciato che si dirige verso il crash del mercato (americano) del 1983 e all’epoca in Commodore hanno ancora la vista lunga, quindi scatta la sterzata verso il settore dei computer e inizia la cavalcata trionfale che porterà a Commodore 64 e Amiga. Il VIC-20, infatti, sarà il primo PC a superare quota un milione di pezzi venduti, nel giro di un anno e mezzo, e chiuderà sopra ai due milioni e mezzo quando verrà messo fuori produzione a inizio 1985.
Più o meno in contemporanea fa il suo esordio “ufficiale” Ultima I: The First Age of Darkness: anche se il gioco esiste già da qualche mese, è a giugno del 1981 che California Pacific Computer Company lo distribuisce per davvero. Si tratta del primo capitolo (se non teniamo conto di Akalabeth) in una serie fondamentale per quanto riguarda i giochi di ruolo per computer, con cui il giovane Richard Garriott si costruisce una carriera nel settore, definisce praticamente da solo un genere e, pian piano, di episodio in episodio, continuerà a farlo evolvere senza tregua. E, per inciso, il primo Ultima, pur in maniera ovviamente molto semplice, rozza, può essere considerato il primo open world per computer.
E siccome questa settimana celebriamo solo anniversari di roba esistente da prima, vi segnalo anche che a giugno del 1981 scatta la produzione di massa per un titolo da sala giochi che era in circolazione ridotta dal 12 gennaio: Frogger. Sviluppato da Konami e prodotto su hardware assemblato da Sega (con Gremlin ad aiutare per la distribuzione in occidente), Frogger ci fa controllare una rana impegnata a cercare di raggiungere la sua tana attraversando una strada trafficatissima e un fiume infestato dagli alligatori. Il semplice ma divertentissimo gioco ideato da Akira Hashimoto si inserisce nel ristretto club dei video game senza un target preciso, accattivanti per uomini, donne, grandi, piccini, cani e gatti. Il paradosso è che proprio per questo sarà difficile convincere la dirigenza americana di Sega/Gremlin che Frogger meriti una chance. Elizabeth Falconer, però, innamoratasi del gioco, riuscirà a spuntarla e i suoi sforzi verranno ampiamente convalidati quando Frogger, con i suoi 135 milioni d'incasso, diverrà il maggior successo del sodalizio fra Sega e Gremlin. Chiaramente, seguiranno conversioni per tutti i formati possibili e immaginabili e una lunga serie di seguiti e remake nei decenni a venire.