Old! #209 – Maggio 1997
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Maggio del 1997 è un tripudio di sangue e gente che muore male. Si comincia con Shadow Warrior, uno sparatutto in prima persona sviluppato da 3D Realms con lo stesso motore grafico di Duke Nukem 3D. Il gioco, che introduce alcune novità “tecnologiche”, come la presenza di vere e proprie stanze una sopra l’altra e l’utilizzo dei voxel per la visualizzazione di armi e oggetti, porta avanti lo stile dello sviluppatore con un tripudio di violenza, ammiccamenti sessuali e comicità dissacrante, spostando però il tutto in un’ambientazione in zona Sol Levante. Accolto con favore dalla critica, ma senza particolari entusiasmi, Shadow Warrior non sfonda come Duke Nukem 3D ma diventa un piccolo cult. Parecchi anni dopo finirà nelle mani di Devolver Digital, che nel 2013 lo distribuirà in forma gratuita per accompagnare il remake curato da Flying Wild Hog (che venderà abbastanza da meritarsi un seguito).
Lo stesso mese vede l’uscita di MDK, uno sparatutto in terza persona sviluppato dalla Shiny Entertainment di Dave Perry che ci fa vestire i panni di Kurt Hectic, un improbabile eroe-bidello impegnato a combattere un’invasione aliena. Kurt ha dalla sua una tuta tecnologica che gli permette di planare in giro, un’arma da fuoco che può legare al casco per darsi al cecchinaggio e un cane robotico a fargli da partner. Molto apprezzato per la realizzazione tecnica, il gameplay curato e l’umorismo sardonico, MDK riscuote un buon successo e godrà tre anni dopo di un seguito, affidato però da Interplay a BioWare, dato che il team originale sarà impegnato su Giants: Citizen Kabuto.
Infine, il 31 maggio 1997 esce Blood, sparatutto in prima persona sviluppato da Monolith Productions e pubblicato da GT Interactive. La storia, abbastanza delirante, racconta di un pistolero non morto del ventesimo secolo impegnato a cercare vendetta contro il dio oscuro Tchernobog. Come il titolo promette, la chiave del gioco sta nel quantitativo mostruoso di sangue che è possibile spargere, anche grazie all’introduzione delle armi secondarie (Blood è uno fra i primi FPS a vantare questa opportunità). Accolto con diffidenza, Blood diventerà col tempo un discreto cult, considerato da molti come uno fra i migliori FPS del periodo. Godrà comunque di due espansioni e un seguito vero e proprio, Blood II: The Chosen. Fun fact: il fumettista coreano Hyung Min-woo vi si ispirerà per il suo Priest, fra l’altro adattato al cinema nel 2011 con Paul Bettany come protagonista.