Outcazzari

Alan Wake’s American Nightmare: il miglior Live Arcade di sempre?

Alan Wake’s American Nightmare: il miglior Live Arcade di sempre?

Una dichiarazione piuttosto ardita, quella che campeggia in apertura di recensione. Se volessimo andare a peso, come accade spesso in molti articoli simili, Alan Wake's American Nightmare rappresenterebbe forse il miglior titolo Xbox Live Arcade mai pubblicato in termini di rapporto qualità\prezzo. Anzi: sorprende che Remedy non abbia deciso di venderlo nei negozi. Sforbiciando leggermente il prezzo ufficiale, sarebbe risultato assolutamente appetibile nel marasma di giochi che urlano con nonchalance i loro 69 euro. A soli 1200 MP, Alan Wake ritorna a combattere contro l’oscurità, in quella Night Springs creata da lui stesso, avvolto da un buio palpabile e maligno ed inseguito dai sordidi incubi che tanto l’hanno reso famoso.

In questa generazione in cui le periferiche hanno stimolato praticamente ogni nostro senso, l’olfatto è, a ragion veduta, l’unico rimasto fuori dal gioco. Tranquilli: nessuno “smell sensor” all’orizzonte (almeno fino a quando Nintendo non comincerà ad avere paura di PS Vita). A naso, si diceva. Beh, a naso si intuiva subito che il primo Alan Wake stesse snocciolando fin troppe promesse: free- roaming, notte/giorno, prima/terza persona. Salvo poi rivelarsi, dopo un travagliato sviluppo, un’avventura lineare e sparacchina. Non che fosse un male, anzi. I valori produttivi dietro il colosso Remedy erano ben presenti, in una scenografia sontuosa, un sonoro da Oscar ed una narrazione intrigante. Con Alan Wake's American Nightmare, gli sviluppatori rinsaldano la loro posizione, calcando la mano sul fattore action. Troviamo infatti triplicato l’arsenale a disposizione del nostro eroe, anche se le armi vanno via via sbloccate grazie alle “pagine del libro”, sparse un po’ ovunque per Night Springs. Queste ultime, immancabili, protagoniste, assurgono allo status di diario, più che romanzo, svelando i retroscena del famoso scrittore e la psicologia dei vari personaggi.

Abbandonata la claustrofobica foresta avvolta dalla bruma, American Nightmare ci vede immersi in una sconfinata Arizona. Gli spazi aperti ricordano quelli visti in pellicole come Non aprite quella porta o Le colline hanno gli occhi, dove case di legno diroccate, distanti miglia l’una dall’altra, si stagliano all’orizzonte come sagome di cartone. Il plot strizza l'occhio al giorno della marmotta, e ve lo diciamo velatamente per lambire le acque dello spoiler, senza il rischio di inzupparci. La mappatura dei controlli è sempre la stessa: Alan scarta i nemici con un coreografico slow motion, punta la torcia verso le aberrazioni per privarli della tenebra ed infierisce su di loro usando pistole, fucili, mitra, bombe accecanti, bengala e molto altro. Se un senso di déjà vu vi attanaglia, non preoccupatevi. Remedy ha fatto di tutto per rendere l’azione frenetica e divertente. Purtroppo, l’arsenale eternamente rimpinguato e le fonti di luce rigeneranti rendono l’esperienza poco impegnativa. Per fortuna, il titolo ha quella qualità fondamentale per ogni videogioco che si rispetti: è dannatamente divertente.

Il signor “graffio”, la nostra nemesi malvagia, è sempre pronto ad apparire all’interno dei vari televisori disseminati ovunque. Per quanto se ne apprezzi lo sforzo, il risultato è spesso involontariamente comico più che disturbante, ma almeno tiene desto il livello di attenzione del giocatore. Così come le trasmissioni radiofoniche e le già citate pagine del libro, elementi su cui è stata posta grande enfasi ed attenzione e che approfondiscono molto l’ universo creato da Remedy. American Nightmare, quindi, propone una campagna decisamente ricca, che può confrontarsi senza dubbio con quelle striminzite dei suoi colleghi in vendita nei negozi. A coronamento di tutto, vi è una corposa modalità Arcade. Come il nome suggerisce, questa ci consente di lottare all’interno di scenari circoscritti, per dieci, interminabili minuti, in attesa dell’alba. Legata a doppio filo con la campagna, l’Arcade vi negherà armi e potenziamenti se non avrete trovato abbastanza pagine del libro, esortandovi a terminare la storia principale, se volete avere qualche chance di sopravvivere. Gli scenari, pur non brillando per complessità, sono del tutto inediti e non presi di peso dalla modalità principale. Come ogni Arcade che si rispetti, sarà il punteggio il reale obbiettivo del giocatore. Riempire un contatore a tempo senza essere colpiti significa moltiplicare a dismisura i punti ed affiggere nella bacheca mondiale i propri record. Chi si lascerà trascinare da questa modalità, cosa assai facile, data la bontà ludica, potrebbe rimanere attaccato ad American Nightmare per ore.

Colpevolizzato, al tempo della sua prima uscita, per una risoluzione “solo” media, il titolo Remedy ripropone lo stesso motore grafico, potenziandolo laddove possibile. Ora la definizione è invidiabile, il campo visivo molto esteso, e gli effetti di luce sono decisamente migliorati. A parte l’oscena camicia del protagonista, perfettamente in linea però con lo scenario country, American Nightmare non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni in vendita nei negozi. Il numero di nemici, la loro varietà e l’aspetto complessivo patiscono solo un leggero tearing in qualche occasione, ma globalmente siamo su altissimi livelli. Per la gioia degli anglofoni è presente il solo doppiaggio inglese - con sottotitoli in italiano - mentre la colonna sonora, sparuta ed essenziale, non può competere con la maestosità di quella ascoltata nel capitolo originale. Ciò non sottrae alcun valore al prodotto finale: un titolo di prim’ordine e assolutamente immancabile per gli amanti delle avventure. A 1200 MP, poi, è davvero un regalo.

Nonostante l’escamotage narrativo lo renda un po’ ridondante (e non approfondiamo per onor di spoiler), Alan Wake: American Nightmare si rivela ben più di un semplice spin-off, assurgendo a nomina di seguito effettivo. Le modalità Campagna e Arcade offrono una narrazione attenta e una giocabilità robusta, pur adagiandosi su una struttura di fatto identica a quanto già visto in passato. Ciò non toglie nessun merito al titolo Remedy, che si rivela un piccola perla da giocare senza alcun dubbio.

Voto: 8

PS Vita: la compro o non la compro? Ma si che la compro!

Notability vi farà buttare tutti i vostri blocchi per appunti