Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati.
Nello speciale sulle fiere autunnali era stato segnalato Oddville di Carlo Lavezzi, edito dall’italiana What’s your game? e presentato un paio di settimane fa alla fiera di Essen, in Germania. In questi giorni, Oddville è anche presente a Lucca Comics & Games per la presentazione Italiana. Ho avuto modo di provarlo prima del suo sbarco sugli italici lidi ed ecco la mia opinione (condivisa in buona parte anche dai miei compagni di gioco).
Innanzitutto un po’ di dati tecnici e qualche spiegazione in più sul funzionamento del gioco. Oddville è un boardgame per 2-4 giocatori che dura dai 30 ai 60 minuti. Diciamo che una partita media si attesta attorno ai 45 minuti.
Scopo del gioco è fare più punti costruendo i quartieri migliori (e più redditizi) della città di Oddville, utilizzando le risorse prodotte dai propri lavoratori e cercando di ottenere contemporaneamente anche i favori degli esponenti delle quattro gilde.
Il gioco è composto da 60 carte quartiere double face (più una piazza principale). Una faccia delle carte rappresenta un quartiere della città (con diversi tipi di collegamento, come potete vedere nell’immagine sotto) e l’altra faccia una moneta. Potrete infatti utilizzare tali carte sia per costruire la città, sia come denaro. Ci sono inoltre una plancia per le risorse (quattro in tutto: cristalli, roccia, creta e legno), nove segnalini in legno (i vostri lavoratori) e quattro carte lavoratore per ogni giocatore.
Le carte lavoratore permettono di acquistare o produrre risorse, mandando un omino nella plancia apposita, di acquistare i quartieri, ossia le carte quartiere dalla mano a disposizione al centro del tavolo, e di piazzarli sulla plancia in maniera coerente con il resto della città, un po’ come avviene in altri giochi con meccaniche simili, come Carcassonne o Saboteur, per intenderci.
Una volta piazzato il quartiere, ci mettiamo sopra un omino, a significare che quel quartiere ci appartiene. Al momento del piazzamento, il quartiere ci permette di acquisire delle risorse, attirare uno dei personaggi appartenenti alle quattro gilde e, ovviamente, ottenere punti vittoria. I personaggi stessi, inoltre, oltre a fornirci dei poteri speciali durante la partita, valgono punti al termine della stessa. Attenzione, però! I personaggi non sono a nostra esclusiva disposizione, ma possono essere reclutati da altri giocatori che, soffiandoceli da sotto al naso, si appropriano dei loro poteri e dei punti vittoria relativi!
Già così è facile capire che le scelte strategiche da effettuare sono molteplici e che Oddville è un gioco con una certa complessità gestionale. Tuttavia, sono presenti in esso meccaniche già viste altrove, e se questo lo penalizza un po’ dal lato dell’originalità, allo stesso tempo lo premia dal punto di vista dell’immediatezza, specie se siete dei giocatori già avvezzi al mondo dei boardgame.
Oddville soffre, però, di alcuni dei difetti degli altri giochi del suo genere, specie per quel che riguarda la gestione delle carte quartiere. Le carte sono infatti disposte accanto al mazzo di pesca (coperto, in modo che si veda il dorso con la moneta): da questo vengono scoperte sette carte messe in fila. Ogni volta che un giocatore pesca una carta, le altre scalano allontanandosi dal mazzo di pesca dal quale viene scoperta una nuova carta, che quindi diventa la prima della fila. Più le carte sono vicine al mazzo di pesca, più sono care, diventando man mano più “economiche” via via che scalano posizione, allondanandosi da esso. Questo significa che, giocando in quattro giocatori, le carte sul tavolo, tra un turno e l’altro di ogni partecipante, possono cambiare sensibilmente, penalizzando in maniera piuttosto consistente la componente strategica del gioco stesso.
In due giocatori il problema ovviamente non si pone. Anzi! Oddville gira benissimo, come già Ascension, se giocato uno contro uno.
I quartieri li possiamo acquistare, ancora una volta, tramite le nostre carte lavoratori, oppure pagandole in denaro. Va da sé che la gestione delle risorse in Oddville è fondamentale e la partita risulta sempre molto tesa, da questo punto di vista. Difficilmente avrete sempre tutte le risorse a disposizione in abbondanza tale da farvi abbassare la guardia!
La partita termina quando uno dei giocatori ha piazzato il suo sesto quartiere e quindi il suo sesto lavoratore nella città.
Gioco immediato, veloce, sufficientemente strategico, gestionale il giusto e teso quanto basta, Oddville è proprio un bel prodotto, con una grafica decisamente interessante e un dimensionamento appropriato dal punto di vista del packaging, come si suol dire. Il prezzo, intorno ai 20 euro, si attesta sulla media di mercato, anche se all’estero, as usual, risulta essere più conveniente. Consigliatissimo se cercate qualcosa di sufficientemente impegnativo, dalla durata accettabile e che vada bene anche per due persone senza perdere né di divertimento né, tanto meno, di profondità.