Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Oltre ad aver creato l'ottimo 7 Wonders, il gioco vincitore dello Spiel des Jahres 2011 nella categoria Kennerspiel, ossia giochi per giocatori (le altre categorie sono lo Spiel des Jahres dedicato alle famiglie e quello dedicato ai bambini), Antoine Bauza aveva già pubblicato, sempre nel 2010, un altro gioco, molto più semplice e veloce, intitolato Hanabi.
Si tratta di un gioco che dura sì e no 25 minuti, da 2 a 5 giocatori, e veramente, è di una semplicità quasi imbarazzante. Ma non perché banale. Tutt'altro. Con poche carte e una manciata di segnalini, è riuscito a creare un gioco veramente originale e veramente cooperativo. L’imbarazzo sta piuttosto nella domanda: come mai non ci aveva mai pensato nessuno prima?
Bauza in pratica rovescia una, anzi, LA regola fondamentale che qualsiasi gioco di carte rispetta: non far vedere le proprie carte all'avversario. In Hanabi, invece, noi dovremo far vedere le carte agli altri giocatori, mentre saremo noi a non doverle vedere. In pratica, dovremo tenere la mano di carte... al rovescio, coi dorsi rivolti verso di noi.
Procediamo con ordine. Hanabi, che in giapponese dovrebbe voler dire "Fuochi d’Artificio" (anche se errato i nippofili/nippofoni facciano "sì" con la testa e tacciano grazie), è un gioco composto da 50 carte, divise in 5 colori diversi, numerate da 1 a 5. Ogni colore ha 3 carte con il numero 1, due carte con i numeri da 2 a 4 e una sola carta con il numero 5, che rappresentano delle esplosioni di fuochi d’artificio. Ogni colore, un fuoco diverso. Sì, l’ambientazione è tirata dentro un po' a calci, come in altri giochi simili, ad esempio Le Città Perdute di Reiner Knizia. Come in Le Città Perdute, scopo del gioco è creare una scala numerica, da 1 a 5, per ogni colore. A differenza di questo, però, tutti i giocatori cooperano al raggiungimento dell’obiettivo finale. Tutti assieme si vince o tutti assieme si perde.
Nel proprio turno, ogni giocatore può giocare una carta, scartare una carta o dare un suggerimento a un compagno, indicando una o più carte e rivelando colore o numero (ad esempio "le due centrali sono dei due"). I suggerimenti però sono limitati e si possono reintegrare scartando carte. Si hanno a disposizione tre errori. Vale a dire che se un giocatore sbaglia a giocare una carta, essa viene scartata e viene segnato un errore. In pratica si hanno tre vite, come nei videogiochi di una volta. Il gioco termina quando i giocatori hanno risolto tutte le serie di colori, vincendo, o viceversa, quando diventa impossibile completare anche solo una delle serie di colori, perdendo - o quando le suddette tre vite sono esaurite. Nella confezione sono contenute anche carte extra per utilizzare una variante che rende le regole leggermente più complesse, da applicare dopo che i giocatori hanno preso la mano con i meccanismi di base.
Come dicevo, Hanabi è di una semplicità estrema. Eppure, con due semplici regole e ribaltando uno dei fondamenti dei cardgame, Bauza è riuscito a creare un gioco originale, un cooperativo veloce, in cui occorre avere doti di logica, memoria, ma anche di fortuna non indifferenti. Hanabi non è disponibile in versione italiana, ma si può facilmente acquistare nei negozi specializzati - online e non - con regolamento in inglese o tedesco: le regole in italiano sono poi scaricabili da qui. Considerando che si può acquistare per una manciata di euro, si tratta della classica scatolina che non guasta mai avere nella propria ludoteca.
Di Hanabi sono state pubblicare svariate edizioni da diversi editori, tutte pressapoco identiche in termini di contenuti. La versione provata per la stesura di questo articolo è quella targata Abacus Spiele.