Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Quando un gioco da tavolo vende tanto, è naturale che inizino ad arrivare dei cloni: basti vedere cosa è successo con Dominion, che da solo ha dato vita a un intero genere - quello del Deck Building - generando decine di giochi più o meno simili. Il gioco di cui voglio parlarvi non è però ispirato al best-seller di Donald X. Vaccarino, bensì a un altro vincitore del prestigioso premio Spiel des Jahres: parlo di 7 Wonders, il gioco di carte di Antoine Bauza da cui il qui presente Among the Stars ha tratto ben più di qualche semplice ispirazione.
Nel gioco impersoniamo dei ricconi spaziali impegnati a costruire la migliore stazione orbitale possibile, combinando fra loro i vari moduli - rappresentati da carte quadrate - e tentando di ottenere il maggior numero di punti alla fine della partita. Parliamo di un card-game che utilizza la meccanica del draft: i giocatori (da 2 a 4) iniziano cioè un round con una manciata di carte in mano (sei, nel caso specifico), ne scelgono una da utilizzare e passano le altre al giocatore alla loro destra o alla loro sinistra, a seconda delle impostazioni del turno corrente. La carta tenuta andrà poi agganciata alla nostra stazione, posizionata adiacente a quelle già installate, oppure venduta per ottenere preziosi crediti - necessari per pagare le carte da installare nella stazione - oppure ancora convertita in un generatore di energia. Ad ogni turno di gioco, sceglieremo una delle carte dalla mano e passeremo le altre, così da far crescere via via la nostra stazione. Alcune delle carte che piazzeremo avranno delle istruzioni su sfondo bianco: questi sono effetti speciali che scattano non appena la carta entra a far parte della nostra stazione.
Altre carte hanno invece uno sfondo giallo e contengono metodi alternativi per ottenere punti-vittoria che andranno conteggiati alla fine della partita. Ad esempio, certe carte valgono tanti punti quante sono le carte identiche che avremo installato nella stazione, altre daranno punti extra se posizionate vicino ai generatori di energia e via dicendo. Molte carte richiedono, oltre ad un pagamento in crediti, anche lo sfruttamento di un cubetto di energia per venire installate: ecco che dunque entrano in gioco i già citati generatori, senza i quali la stazione non può crescere adeguatamente. Scegliere quando sacrificare una carta per ottenere un generatore o dei crediti è una delle chiavi per vincere in Among the Stars.
Il gioco si spiega davvero rapidamente e risulta persino più semplice di 7 Wonders, per via di alcuni aspetti più snelli (tipo la presenza di due tipi di risorse - denaro ed energia). In aggiunta, però, Among the Stars introduce un simpatico elemento "spaziale" relativo al piazzamento delle carte nella stazione: se questo da un lato richiede attenzione su come sviluppare la stazione per ottimizzare il punteggio, da un altro comporta una grande quantità di spazio sul tavolo, impedendo che Among The Stars possa venire giocato con poco spazio - giocando in 4 servirà un tavolo di notevoli dimensioni.
Oltre al set di regole base, la confezione di Among the Stars include i materiali per attuare alcune varianti, come poteri speciali per i giocatori, carte che aumentano l'interazione e carte più complesse per giocatori già esperti. La longevità sembra dunque assicurata, un aspetto non banale per un card-game. Il gioco è gradevole, anche se risente di una certa sensazione di déjà vu e non risulta particolarmente innovativo. Per contro, di giochi in stile "draft" non ne escono poi moltissimi e se avete già consumato 7 Wonders e Fairy Tale, direi che potete dare una chance a questo nuovo titolo di Artipia Games. La versione italiana ad opera di GiochiX fu annunciata mesi fa, ma al momento sembra scomparsa nel nulla, per cui, in caso siate interessati, dovrete ripiegare su quella completamente in inglese.