Raccoon City era Disneyland a confronto
Raccoon City… vabbè. Silent Hill, certo, certo… Anche tutte le cittadine del Maine di Stephen King, comunque sempre meno spaventose della conterranea Cabot Cove, hanno un loro fascino.
Ma parliamoci chiaro, niente può battere l’arcipelago giapponese in quanto a posti dove morire male: nelle grandi città potete indulgere in tutto ciò che la modernità mette a disposizione quanto a divertimento e shopping compulsivo, in attesa che l’occasionale invasione di alieni, lucertole atomiche alte cinquanta metri o orde di zombie vi travolga come un torrentello deviato nel nido di milioni di formichine industriose.
Nei piccoli paesi di campagna (che possono arrivare tranquillamente a decine di migliaia di anime) potete invece godere una esperienza meno massificata e più a misura d’uomo, rilassarvi e ritrovando voi stessi proprio poco prima che vi trovi il locale mostro/dio/maledizione radicato, rispettato e riverito da secoli nel lindo e frequentato tempio locale. Tutto un altro livello, ne converrete, rispetto ad un gigantesco buzzurro senza altro pedigree che una sequela di matrimoni tra parenti stretti.
Un’offerta turistica con cui proprio solo una pandemia poteva, si spera solo momentaneamente, rivaleggiare.
In attesa della riapertura, ecco alcuni estratti della “Guida al Giappone di Morire Male”:
Inaba: venite per le terme, restate nella nebbia (Persona 4)
Rinomata al punto di avere diverse recensioni entusiastiche, la cittadina agreste di Inaba oltre a vantare tradizioni locali che risalgono direttamente al mito fondante del Giappone, offre al turista occasionale punti di interesse che variano dallo storico Albergo Termale Amagi ai cadaveri appesi alle antenne televisive, sicuramente più sobri dei babbi natale che, per fortuna, si vedono sempre di meno impiccati ai nostri balconi.
Morio-cho: Giappone quotidiano (JoJo)
Scenario di Diamond is Unbreakable: quarta e, se chiedete a me (chiedetemelo!), migliore stagione di quell’incomprensibile (per durata, qualità e varietà) capolavoro che fu (è?) Le Bizzarre Avventure di JoJo, la cittadina/distretto di Morio(-cho) ha davvero tutto quello che può volere un turista: un centro cittadino vivace; un litorale meraviglioso puntinato di scogliere, graziose case vacanza e uno dei migliori ristoranti italiani del Giappone; due case infestate, un vicolo del non ritorno, tre fantasmi di cui uno omicida, topi cannibali e non uno ma ben due rinomati serial killer. Per non tacer della pianta in vaso assassina.
Andiamo, ma cosa volete di più?
Il Giappone minerario: fondamento della modernità (Tasogare OtomeXAmnesia)
Se volete deviare dai percorsi più frequentati, non dovreste trascurare di addentrarvi nelle montagne giapponesi in cerca dei paesini isolati i cui abitanti nei secoli hanno affrontato, fuor di metafora, l’ira delle montagne pur di estrarre quelle poche risorse su cui si è fondato il progresso del Giappone.
Per ogni cosa sottratta i giapponesi sanno che qualcosa va restituito e, se siete fortunati, potreste essere proprio voi a ricoprire il ruolo di periodico sacrificio offerto agli spiriti della natura per placarne l’irritazione espressa in eruzioni o epidemie.
Ma qualora invece di immergervi nella cultura autoctona voleste accontentarvi solo di un souvenir, non trascurate di visitare l’Accademia Privata Seikio per incontrare uno dei fantasmi più kawaii della storia dei fantasmi.
Yomiyama: c’è sempre qualcuno con voi (Another)
Non sarà una meta turistica delle più note, anzi ci si potrebbe chiedere cosa ci faccia in questa guida turistica, ma l’attrattiva di cittadine come Yomiyama non va sottovalutata. Prezzi modici, ottima cucina, servizi efficienti, ma soprattutto un’accoglienza e una disponibilità esemplari persino per i già alti standard nazionali, al punto che, anche se siete stranieri, vi sembrerà di non essere mai soli.
Ed avrete ragione: con voi, in ogni momento del giorno e della notte ci sarà sempre Misaki.
Kisaragi: eccellenza didattica (Corpse Party)
Nel caso viaggiaste con minori al seguito, informarvi sulla possibilità di iscriverli ad uno scambio culturale con una delle rinomate scuole della cittadina di Kisaragi potrebbe risultare in una esperienza unica per tutta la famiglia.
Mentre voi e consorte visiterete uno dei luoghi qui elencati, e difficilmente ne visiterete più di uno, i vostri ragazzi potranno sperimentare la vita scolastica giapponese ventiquattro ore su ventiquattro, e altre ventiquattro, e ancora ventiquattro e sempre ventiquattro.
Tempo ben speso, diviso tra lezioni di rara intensità e, soprattutto, appassionanti attività extracurriculari animate dalla sempre euforica ed energica Sachiko.
Hinamizawa: esperienza “all inclusive” (Higurashi)
Come ogni esperienza che si rispetti, il meglio va tenuto per ultimo: se cercate l’emozione di una bruttissima morte impreziosita dal futile tentativo di opporsi a forze maligne radicate nel territorio stesso, nella deliziosa cittadina di Hinamizawa, raccontata dal classico Higurashi no naku koro ni, avrete semplicemente l’imbarazzo della scelta.
Incidenti mortali inspiegabili, festival religiosi locali con morti ammazzati, vicini ed amici in preda ad agghiacciante furia omicida, teorie del complotto e stragi a colpi di strumenti da cucina.
Un’offerta di tale ampiezza da fare davvero rimpiangere il fatto che di vita ce n’è una sola, e di morte pure.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle città di paura, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.