Edmund McMillen è un artista. Incidentalmente è anche un game designer brillante, nonché un sadico bastardo che gode come un riccio ogni volta che un giocatore schiatta malamente nei suoi difficilissimi giochi. Ma concentriamoci sulla parola “artista”. Ho sempre pensato che l'eterna diatriba del “I videogiochi sono arte?” sia una futile perdita di tempo. Chissenefrega se The Legend of Zelda ha un valore intellettuale equiparabile all'urlo di Munch! Una volta che ho trovato tutti i pezzi di cuore io sono felice come una pasqua, e stop. Questo, però, non vuol dire che i videogiochi non possano effettivamente essere delle opere d'arte. A volte qualcuno riesce a confezionare esperienze particolari, personali, che oltre al classico (e obbligatorio) divertimento riescono a comunicare sentimenti, sensazioni, paure. Ecco, McMillen è un personaggio inquieto, che abbina i suoi talenti di disegnatore e game designer al suo bisogno di esprimersi e di esorcizzare i suoi demoni.
Prima di arrivare al successo planetario di Super Meat Boy e The Binding of Isaac, però, il nostro barbuto eroe suburbano si è fatto una gavetta da vero zinester, sfornando improbabili giochi in flash e diffondendoli su portali come Newgrounds. The Basement Collection è un pacchettone pieno zeppo di questi giochi, abbinato a contenuti extra come bozzetti, fumetti, interviste e spezzoni di Indie Game: the Movie (qui la nostra recensione del film). Come il titolo suggerisce, è come se McMillen fosse andato in cantina a recuperare i suoi scatoloni di roba vecchia, togliendo un po' di polvere e ripresentando il tutto in pompa magna. È un tributo al suo passato, una gigaraccolta autocelebrativa ma sincera. Vi è mai capitato di scoprire una band musicale per un singolo o un EP, per poi finire a cercare i primi dischi, per sentire come suonava agli esordi? Ecco, la Basement Collection è l'equivalente di un remaster su CD dei vecchi demo in cassetta di un giovine artista. Alcuni lavori sono sul grezzo andante, altri non hanno ancora azzeccato quell'equilibrio diabolico con la difficoltà, altri sono delle perle semidimenticate.
Seghe mentali a parte, chiederete voi, cosa c'è in questo benedetto scatolone? C'è il prototipo in flash di Meat Boy, che pur avendo un suo perché è molto meno giocabile e godibile della versione finale. C'è Aether, un giochino delizioso e suggestivo sulla fantasia di un bambino che si sente solo. Continuando a scavare nelle cianfrusaglie spuntano Triachnid, un buffo gioco di piattaforme basato sulla fisica di un aracnide, e lo stranissimo Coil, un esperimento narrativo di cui non vengono nemmeno spiegate le regole, che a tratti fa un po' quell'effetto intellettualoide da film russo sottotitolato in cecoslovacco. E poi arrivano i giochi più interessanti, con Spewer, un platform nel quale il protagonista potenzia i suoi salti usando il vomito come un motore a reazione (tipo Cave Story, ma con la peperonata dell'altro ieri). Il vero gioiellino, però, è Time Fcuk, un geniale platform che coniuga la classica difficoltà di McMillen a delle meccaniche da puzzle game; il tutto è impreziosito da uno stile grafico eccellente e da una narrazione minimale, a cavallo tra l'inquietante e il demenziale. Ogni gioco, poi, è abbinato a bozzetti, disegni, interviste, foto e filmati, che, come sempre succede con gli extra, variano dall'interessante al noioso (a meno che non siate degli stalker di McMillen).
I più costanti, finendo tutto al 100%, sbloccheranno anche Lonely Hermit, un racconto interattivo, e A.V.G.M., gioco creato in 48 ore per una jam, che critica le meccaniche su cui si basano molti MMORPG e giochi online. Lo scopo? Cliccare 10.000 volte per fare apparire oggetti in una stanza. Per finire ci sono altre carrettate di disegni e Thicker Than Water, un fumetto sull'infanzia di Edmund. C'è davvero di tutto, e il livello di gradimento non può che variare radicalmente in base ai vostri gusti personali. In ogni caso, questa Basement Collection ha un target ben preciso, ossia i fan di McMillen e del suo stile, quelli così interessati alla sua carriera da essere disposti a tirare fuori 4 euro per una collezione che, a voler ben vedere, è già tutta giocabile gratuitamente in giro per internet. Se avete amato The Binding of Isaac e Super Meat Boy, qua dentro c'è sicuramente qualcosa che fa per voi, e i vostri soldini andranno a finanziare le future imprese di una delle figure più simpatiche e promettenti del panorama indie attuale. Detto questo, come è praticamente ovvio che sia, se non siete dei fan sfegatati dirigetevi altrove.
Ho scaricato la Basement Collection con un codice fornito direttamente da Edmund McMillen, e per una serie di coincidenze me la sono spupazzata tutta su dei mezzi di trasporto: treni, autobus, aerei e pure una nave (giuro!). In tutti i casi, i passeggeri rimanevano in fissa sul mio monitor, basiti dalla stranezza dei robi che si muovevano sullo schermo. Molto Outcast, molto borderline. Ho sbloccato un sacco di roba, ma sono ben lontano dal completare tutto al 100% (e sinceramente, per quanto voglia bene a McMillen, dubito fortemente che lo farò).