Vampire - The Masquerade: quando nemmeno il tuo personaggio di carta è figo quanto vorresti
Eh, signora mia… una volta qui era tutta Campagna di D&D!
Certo, qua e là spuntava una fattoria di coloni hobbit di GIRSA, brava gente per carità, ma con grilli per la testa strani per cui un Paladino poteva persino venire ammazzato da una torma di contadini senza manco abilità nell’uso di armi.
C’era il convento dei chierici di GURPS, dotti puristi dalla conoscenza enciclopedica che potevano elencarti a memoria dozzine di tabelle di azioni e difficoltà. Poi c’erano i mattacchioni che stavano nella casona coloniale di Call of Chtulhu; se li ricorda signora: “Siamo tutti morti! Tutti morti E impazziti!” e giù risate!
Ma per lo più era tutta Campagna di D&D: erano tempi semplici ed a loro modo complicati: dovevi saperti calcolare da solo la tua THAC0 e districarti tra quattro o cinque dadi diversi, ma era anche questa varietà che la rendeva affascinante.
E poi? E poi sono arrivati quei giovani rampanti in giacca e cravatta, fighetti cittadini con le loro idee su come andava fatto il gioco di ruolo, hanno spianato un dado da venti lì, una specializzazione là, e tirato su le loro ambientazioni urbane fatte di aridi Palazzi del Potere e grigie Logge in cui passavi più tempo ad ottenere il permesso di PORTARE un’arma che non ad usarla. Signora mia!!
Ed i giovani, signora mia, i giovani ci sono cascati.
Del resto se la erano venduta bene: a quel tempo i Vampiri erano diventati DI MODA! Quegli orridi succhiasangue che fino a manco dieci anni prima avremmo tenuto a distanza con aglio, croci e se gli dei ci assistevano, un chierico capace di castare un Turn Undead di livello “Vescovo”, fino a che non arrivava l’alba e non riuscivamo ad intrappolarli nell’unica stanza del labirinto dotata di una finestra.
Ora erano “fighi” (beh, anche prima, diciamocelo, un certo stile lo avevano) per merito di quella cantrice d’oltre oceano, Anne Rice si chiamava, e questi fighetti della White Wolf ne hanno approfittato ed hanno cambiato tutto.
“Qua” dicevano “spianiamo tutti i dadi e tiriamo su una torre di dadi da 10. Basta con questa disomogeneità! Con questa superstizione antiscientifica che un 20 naturale ti compie il miracolo!”, e poi sostituivano gli allineamenti con la “personalità” e le classi con le Sette e le Linee di Sangue.
E gli andava bene, eh: questa cosa di trasformare in bello quello che prima era abietto, reggeva ed ai giovani piaceva tanto. Del resto signora mia, se i giovani non si ribellano ai padri…
Dopo i Vampiri, arrivano i Werewolf, e poi i Demoni e vanno a scomodare persino i Wraith e le Fate. Ci fanno tutto un loro marchio che chiamano, ovviamente, Il Mondo Oscuro e ne vedi tantissimi andare in giro vestiti di nero con gli occhiali scuri anche di notte e trovarsi persino in pubblico ad incrociare le braccia e dire “tu non mi stai vedendo”.
E, guardi signora mia, sarei ipocrita non dicessi che per un certo periodo di tempo persino io ho ceduto a quel fascino strano.
Diciamocelo: il fascino della novità, gli agi della vita moderna, la promessa di immortalità e di essere fin da subito “figo”. Superiore da subito alla “gente comune” ed investito di una missione “per nascita”.
Mi capisce, vero? Dopo anni passati ad ammazzare topi della peste, coboldi e goblin deboli per tirar su i miseri XP necessari a non schiattare appena un mago ti guarda storto, dopo decine e decine di ore passate a cercare di imbroccare un “nascondersi nelle ombre”, uno “scassinare” o un “cercare trappole” sempre con la paura che il tiro non fosse sufficiente, avere un personaggio che partiva intoccabile dai plebei e dotato automaticamente di una, o tutte, quelle abilità, era gustoso.
Anche la lore che raccontavano non era male: il dovere di segretezza, le regole, le faide, le Cacce. La civiltà Cainita e gli Antidiluviani.
Praticamente si giocava tutti da chierici senza avere la rottura di scatole di non poter usare armi da taglio.
Però sa cosa, signora mia? Alla fine le mode costruite in fretta sono come questi bei completi neri fatti tutti a catena di montaggio: sono belli finché li guardi da lontano, ma poi devi saper scegliere molto bene, altrimenti la cucitura dozzinale ed il tessuto scadente te li senti subito addosso.
Che la modernità non fosse così facile ed attraente si è capito in fretta: certo se ne comprendevi al volo i meccanismi, e li accettavi e ti ci dedicavi con passione, il risultato lo portavi a casa e ti facevi anche una bella carriera, tra convention e persino sessioni LARPG.
Ma io, signora mia, io che sono in fondo un uomo semplice nato quando qua era tutta campagna di D&D, che se lavoravi duro e con pazienza, ammazzando un topo qua, un coboldo là, un goblin lì, alla fine il tuo gruzzoletto lo mettevi da parte e ti conquistavi quell’attacco addizionale, quella Spada Decapitatrice +3 ed alla fine arrivavi a parlare con Conti, Vescovi e persino Principi partendo da umile fante… io mi ci sono trovato male.
Perchè alla fine sì, il Toreador era affascinante e maledetto, il Malkavian pazzo e saggio al tempo stesso, il Nosferatu orribile e profondissimo, e per chi non si trovava a suo agio nella Camarilla sarebbero presto arrivate altre sette con ben diverse regole di bon ton, ma a che pro?
Passavi inosservato tra la gente comune, ma gli occhi dei tuoi pari, per non dire dei superiori, ti stavano addosso in maniera ossessiva e soffocante. A volte manco potevi usare la tua forza sovrumana per sfondare una stupida porta, figuriamoci ingaggiare incoscientemente una battaglia non autorizzata o, Caino non voglia, saltare da un palazzo ad un altro in presenza di testimoni.
Passavi più tempo a capire come ottenere udienza da uno scribacchino al servizio del segretario del servitore di un qualche anziano di provincia per assicurarti che la tua presenza in un tal luogo non diventasse immediatamente pretesto per una ritorsione tra famiglie (e, incidentalmente, la tua rimozione dal lato oscuro della terra), che non a mettere mano ai 5 dadi assegnati ad “uso delle armi da fuoco” per sventagliare i tuoi due Uzi contro gli eretici tirapiedi del Sabbat.
E pure la lore bellissima stava lì quasi come una provocazione: “non puoi incontrare Caino!”, “non puoi incontrare un Antidiluviano!”, “non puoi incontrare Cleopatra o Marylin Monroe!”, “Murnau non era un vampiro! Max Shreck non era un vampiro!” “E NEANCHE TOM CRUISE, NONOSTANTE I LEGITTIMI DUBBI!!”.
E nelle altre zone non andava meglio: ho visto lupi mannari impossibilitati a sfoderare gli artigli e sgozzare una mezza dozzina di bifolchi che facevano i bulli e demoni fare straordinario in ufficio.
Regole e burocrazia! Regole e burocrazia! Le pare vita questa?
Ah, ma io ciarlo e ciarlo e lei è stata fin troppo paziente a darmi orecchio, intanto siamo quasi arrivati, io e lei, alla prossima Edizione.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai vampiri, che trovate riassunta a questo indirizzo.